“La sceneggiatura è parte essenziale e imprescindibile della decisione di accettare o meno un progetto”
Intervista di Desirè Sara Serventi
Quando sta sul set riesce a calarsi con naturalezza nel personaggio che deve interpretare. Stiamo parlando di lui, Arturo Sepe, attore che si sta distinguendo sempre di più per il suo talento nel campo della recitazione. Sledet.com ha raggiunto Arturo Sepe, che si è raccontato.
Se le chiedessi di raccontarsi, cosa risponderebbe?
Se dovessi raccontarmi direi sicuramente che sono una persona con una continua fame di sapere. Mi attira tutto ciò che è cultura e che ha a che fare con l’arte in tutte le sue sfumature. Infatti durante la mia carriera artistica ho sempre collaborato con scultori, pittori e musicisti fondendo la recitazione con la loro arte. Amo l’artista artigiano e sapiente, che impasta il suo sapere con le proprie conoscenze ampliando costantemente le proprie “skills” per usare un termine anglosassone.
Quando nasce la sua passione per il mondo della recitazione?
La mia passione per la recitazione nasce da ragazzo. Ho mosso i miei primi passi in piccole compagnie che hanno alimentato pian piano il sacro fuoco della recitazione che vedevo ardere sempre più dentro di me.
Dove si è formato?
Mi sono formato presso la Scuola Internazionale di Teatro di Roma per poi perfezionarmi nel cinema, alla Scuola di Cinema di Roma ed infine, al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
Quale considera l’esperienza più significativa per la sua carriera?
L’esperienza più significativa della mia carriera è stata quella di entrare a far parte della serie Gomorra dove mi venne affidato il ruolo di Angioletto. Essere diretto da registi del calibro di Sfefano Sollima, Claudio Cupellini e Francesca Comencini è stata una vera scuola di set. Ovviamente non posso non citare l’esperienza in Terra Bruciata di Luca Gianfrancesco che mi ha affidato nel suo film il ruolo del vicecommissario di polizia e capo partigiano, Rocco Piscitelli che mi ha dato immense gratificazioni che sono arrivate soprattutto dagli addetti ai lavori, oltre ad avermi arricchito tantissimo. A Teatro invece devo molto a Maurizio Casagrande che mi ha voluto al suo fianco sul palcoscenico prima e sul set del suo film dopo.
Lei è il protagonista della serie Chronicles di Luca Luongo, dove vestirà i panni di Mick. Che cosa racconta?
Si, ho da poco terminato le riprese. Chronicles è una serie con forte matrice western anche se contestualizzata ai giorni nostri ed è proprio questo il suo punto di forza. Ma non posso dirvi di più, la produzione mi ammazzerebbe! Ndr: ride
Vuol raccontare un aneddoto capitato durante le riprese?
Per quanto riguarda un aneddoto, posso solo dirvi che, non ho mai spalato e ingoiato tanta terra in vita mia, soprattutto a notte fonda e per due giorni e due notti di seguito.
Che caratteristiche deve avere un copione per decidere di accettarne il ruolo?
La sceneggiatura è parte essenziale e imprescindibile della decisione di accettare o meno un progetto e ovviamente lo spessore del ruolo che ti viene offerto ed il piacere di interpretarlo è la “conditio sine qua non”. Mi piacciono i progetti che portano alla luce fatti di storia e di cronaca del nostro Paese. Mi piace molto raccontare le periferie italiane con i propri personaggi, i propri dialetti i propri modi di fare e di vivere a volte scostanti e a volte ai bordi della società ma allo stesso tempo parte integrante di essa. Mi piace portare alla luce attraverso il cinema il “disagio” delle estreme periferie, sempre in bilico sul filo della vita ma sempre ricche di anima, anzi ricchissime.
Vi è un ruolo da lei interpretato che le ha creato una qualche difficoltà nell’interpretazione?
Un ruolo difficile è stato quello di Angioletto in Gomorra, soldato al soldo del sistema camorristico e privo di valori. Sono dovuto scendere nella parte più oscura e recondita della mia anima per trovare una giusta chiave di lettura.
Lei è stato premiato al Light Cult Film Festival di New York come Migliore attore. Vuol parlarci di questo premio?
Il premio al LC Film Festival di New York è stata una sorpresa inaspettata. Sapevo della nomination ma mai mi sarei aspettato un risultato del genere. Tra l’altro oltre me tra gli italiani premiati con mia enorme gioia c’era anche Cristina Donadio, compagna di set in Escape of Planet Zero e in Gomorra. Due italiani a New York premiati dalla giuria come Migliore attore e Migliore Attrice.
Chi è Arturo quando non sta sul set?
Quando non sono impegnato sul set mi piace immergermi in una sana lettura o suonare la chitarra, una delle mie prime passioni.
Che consiglio vuol dare a un giovane che vorrebbe intraprendere la sua professione?
A chi inizia adesso questa professione suggerirei di essere sempre curioso e godersi tutti i buoni risultati ed imparare dalle sconfitte. Sono quelle che fortificano di più e creano le fondamenta per andare avanti.
Sledet.com ringrazia per l’intervista Arturo Sepe, e ad maiora!
Bella intervista, Arturo Sepe è un attore genuino senza artefatti da super star merita il successo che sta ottenendo tutto frutto della sua caparbietà spero esca presto in Italia questa serie
Bella intervista, Arturo Sepe è un attore genuino senza artefatti da super star merita il successo che sta ottenendo tutto frutto della sua caparbietà spero esca presto in Italia questa serie