Intervista all’attrice e regista Diana Dell’Erba


“Come attrice sono impegnata sul film Milarepa di Louis Nero”

Intervista di Desirè Sara Serventi

L’attrice e regista, Diana Dell’Erba, ha ideato e creato un podcast che ha per nome “La nascita, tra luci e ombre”, un progetto che sta riscuotendo un grande interesse, perché da voce alle madri e ai padri che vogliono raccontare la nascita dei loro figli e la loro come genitori. Sledet.com ha raggiunto Diana Dell’Erba che con enorme disponibilità ha parlato del suo podcast.

La nascita tra luci e ombre. È questo il nome del progetto da lei ideato e creato. Come è nata l’idea?

Era il 2020. Il mondo si fermò, tra paura e dolore mentre il mio corpo visse un’esplosione di bellezza e meraviglia, immerso nella tessitura di un essere umano. Quei nove mesi furono il viaggio di introspezione più importante della mia vita facendomi tuffare nella sacralità della nascita e nel mondo dell’“atto creativo”. Il podcast “La nascita, tra luci e ombre” è uno dei diversi progetti nati da quell’esperienza.

Il podcast, a chi dà voce?

Il podcast “La nascita, tra luci e ombre” dà voce alle mamme e ai papà che desiderano raccontare la nascita dei loro figli e la loro nascita come genitori e desiderano farlo aprendo il loro cuore e immaginando di donare le loro esperienze ai se stessi del passato per evitare ombre e amplificare luci.

Come attrice e regista, che cosa l’ha spinta ad avvicinarsi a questo tema?

Non esiste tema che mi affascini di più di quello della nascita, in senso lato, simbolico… Amo profondamente l’idea che ogni essere umano possa trasformare la propria vita, come uno scultore fa del suo materiale grezzo… e la nascita e la morte biologiche sono le rappresentazioni più forti che madre natura ci dona per urlarci silenziosamente proprio questo. In occidente, oggigiorno, questi eventi sono spesso circondati da poca accettazione e grande sofferenza… e quando a ciò si associa anche la mancanza di rispetto, penso che si stia toccando uno dei punti più bassi dei nostri tempi. Perché rovinare le occasioni più sacre che possiamo vivere è sinonimo di un’enorme crisi.

Da dove inizia il racconto?

Se si chiede ad un genitore quale sia il momento in cui ha sentito di essere divenuto tale ognuno risponderà in maniera diversa… chi sente di dover concepire un’anima, chi lo diviene dopo mesi dalla nascita dei propri figli, chi mai… Per me mia figlia Maya non è nata il 14 settembre 2020 bensì il 13 dicembre 2019, il giorno in cui è stata concepita… anche perché, come ho scoperto accadere a molte donne, quel momento l’ho sentito con potenza proprio a livello fisico.

In questo progetto lei ha lavorato a fianco all’ostetrica, docente e scrittrice Verena Schmid. Come è nata la vostra collaborazione?

Ho avuto la grande fortuna di ricevere in prestito da un’amica un suo meraviglioso libro, “Venire al mondo e dare alla luce”, l’unico, che abbia letto in quel periodo. Ho trovato il suo sguardo illuminante, ho sognato di scrivere con lei una serie di meditazioni per la maternità e così ho fatto di tutto per mettermici in contatto. Ci sono riuscita, lei con mia grande felicità ha accettato, e abbiamo scritto moltissimo insieme. Ora stiamo cercando un produttore per trasformare in realtà le nostre sceneggiature… e nel frattempo abbiamo realizzato due podcast, “La nascita, tra luci e ombre” di cui sopra e “Visualizzazioni della maternità”, un percorso di 25 visualizzazioni che accompagnano la madre dal preconcepimento alla nascita dei secondi figli.

Che cosa si intende per maternità consapevole?

A mio parere si intende la propensione all’ascolto di sé che permette alla madre di contattare le sue luci più splendenti e le sue ombre più temute nella consapevolezza che il momento del parto e la maternità stessa possano rappresentare un momento di grande trasformazione e conoscenza di sé. E poi esiste un “sapere della nascita” ricco di cure, pratiche e conoscenze che purtroppo sono state offuscate da un’estrema medicalizzazione e da un’eccessiva mancanza di fiducia e affidamento alla vita. Questo sapere un tempo era tramandato nelle comunità, da donna a donna, mentre oggi viene veicolato soprattutto in ambiti specifici tra operatori del settore illuminati e rispettosi.

Questo podcast a cura di Verena Schmid e da lei narrato, racconta l’esperienza di tante donne. Su quali basi sono state scelte?

Abbiamo dato e diamo spazio (perché se si vuole è un progetto aperto!) a mamme e papà, famosi e non, anche tante attrici e attori come Marta Gastini, Ariadna Romero, Miriam Mesturino, Beatrice Fazi, Linda Messerklinger, Viola Sartoretto, Paola Cannone, Alice Massei, Andrea Cocco… genitori che abbiano avuto il coraggio di rielaborare l’accaduto… perché più importante di come siano andate le cose spesso è cosa esse ci hanno voluto insegnare… e stiamo raccogliendo delle testimonianze estremamente toccanti, profonde e nutrienti.

In che modo avete suddiviso i vari racconti?

Diamo totale libertà di raccontare la propria storia con i tempi, modalità e forma desiderati… per sottolineare il fatto che ogni nascita è differente e che i protagonisti, in primis la mamma e il bambino, debbano essere ascoltati e rispettati completamente nella loro totalità e complessità.

I podcast da lei creati sono gratuiti?

Sì, sono gratuiti, presenti sulle maggiori piattaforme di podcast e sono a sostegno del portale/community, anch’esso gratuito, www.maya.vision

A suo avviso in Italia il tema della nascita e del parto in che modo viene affrontato?

È una questione molto complessa. In ambito istituzionale penso che venga troppo considerato una malattia e che, di conseguenza, se ne abbia paura… mentre non è una malattia, è ciò che di più naturale da sempre capita! Inoltre credo che sia circondato da un’infinità di luoghi comuni, preconcetti e falsità che si dovrebbero sfatare e dai quali ne deriva una narrazione piena di inesattezze e a tratti spaventosa… Per dire la cosa più estrema, siamo ancora nel “partorirai con dolore” ignorando il fatto che esista il “parto orgasmico”! Oppure si pensa ancora che la donna debba contattare risorse fuori da sé, mentre invece deve contattare quelle “dentro di sé”; che la donna debba “spingere” mentre invece deve “assecondare”… o ancora passa il messaggio che il parto indotto, l’epidurale o il parto cesareo siano completamente esenti dal dolore, quando purtroppo non è così e potrei andare avanti per molto. L’invito che posso dare è quello di connettersi e ascoltare se stessi e il proprio bambino, prima di ogni cosa.

Che consiglio vuol dare alle donne che si avvicinano al parto?

Di informarsi, leggere autori come Verena Schmid o Frederick Leboyer… di attorniarsi di più tranquillità e bellezza possibile, frequentare cerchi di mamme, meditare e ascoltarsi nel silenzio e immaginare un parto “dolce” in cui avere fiducia in se stessa e assecondare ciò che capita… perché il parto sia occasione di trasformazione, crescita ed empowerment!

Progetti?

Come attrice sono impegnata sul film Milarepa di Louis Nero, la meravigliosa storia, ispirata all’omonimo maestro tibetano, di una giovane donna sulla via della Conoscenza. Mentre con Verena stiamo appunto lavorando ad una serie di meditazioni per la maternità, 8 cortometraggi di animazione che accompagnino i genitori dal preconcepimento alla nascita… un progetto ambizioso per il quale speriamo arrivi presto l’interlocutore interessato.

Vuole aggiungere altro?

Ringrazio di cuore per l’attenzione Sledet.com e tutti i lettori, augurandovi il meglio.

Sledet.com ringrazia per l’intervista Diana Dell’Erba, e ad maiora!

 

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