Intervista al fotografo, stylist e art director Raimondo Rossi


“Faccio gli scatti affidandomi agli occhi senza photoshop o filtri” 

Intervista di Desirè Sara Serventi 

Artista versatile, creativo e con una grande passione per il mondo della moda e della fotografia: ecco chi è Raimondo Rossi, il fotografo che si sta facendo conoscere per l’innovazione che porta nei suoi scatti. Il suo modo di lavorare e quella ricerca di quel qualcosa in più nelle immagini ha attirato l’attenzione anche fuori dall’Italia: Londra, Los Angeles e New York sono solo alcuni dei luoghi in cui i suoi lavori sono stati maggiormente apprezzati. Alcuni suoi scatti sono stati perfino scelti e pubblicati dalla celebre rivista Vogue, a conferma dell’ottimo lavoro svolto da Raimondo. Oltre ad essere un grande fotografo Raimondo, meglio conosciuto sul web con il nome di Ray Morrison, si sta mettendo in mostra anche per il carisma che mette come art director e come stylist che ama osare senza seguire i soliti standard che la moda del momento impone. Sledet.com ha raggiunto Raimondo Rossi che si è raccontato.

Se le chiedessi di raccontarsi, cosa risponderebbe?
Risponderei che raccontarsi non è facile. E’ sapere cosa hai compreso e chi sei diventato. E’ sapere chi devi ringraziare e quello che ora vuoi andare a dare. Per questo si scrivono libri e sceneggiature. Per raccontare noi stessi. Per fortuna un sommario lavorativo è invece molto più veloce.

Prima di approdare nel mondo della fotografia, lei ha puntato lo sguardo verso gli studi?
Esatto. Mi sono iscritto all’università e mi sono laureato in matematica.

Poi si avvicinò alla recitazione?
Ho frequentato diversi corsi di teatro, come la Scuola di Jerzi Grotowski, che è un corso pre formativo. Poi dalla recitazione sono passato a indossare abiti, lavorando come modello ad alcuni eventi o in scuole di fotografia.

Come è avvenuto il suo ingresso nella fotografia?
Lavorando come modello il passaggio al mondo della fotografia è stato abbastanza veloce, in quanto, iniziarono a conoscermi negli eventi di moda a cui partecipavo e mi dissero, notando la mia passione sia per la moda che per la fotografia, che mi vedevano molto bene in questo settore. E’ così che è iniziato il tutto.

I suoi primi passi sono stati come blogger?
Sì ho iniziato come blogger facendo fotografie e backstage nelle sfilate: Firenze, Roma, alla Camera della Moda di Milano e da lì poi sono iniziati i contatti con alcuni magazine londinesi che mi proposero di aiutarli come photo journalist. Poi ho iniziato non solo a svolgere il lavoro di fotografo ma mi sono avvicinato anche alla direzione artistica nel campo della moda.

Cosa cerca nella moda?
Io vado alla ricerca della musica.

Che cosa intende dire?
Sia nei miei scatti che nel mio lavoro nelle direzioni artistiche io cerco di portare innovazione, ovvero, qualcosa che sia diverso dai soliti shooting, per questo dico che vado a cercare un po’ di musica nella moda, per far si che rimanga un qualcosa di più significativo alla solita immagine.

Si sta riferendo agli scatti dove viene messo in evidenza solo l’aspetto estetico?
Esatto. Cerco di togliere quel velo di bellezza e quelle pose classiche per scoprire e trasmettere qualcosa di più in un articolo. Tramite le fotografie si potrebbe andare a raccontare molto di più del solo aspetto estetico.

Quindi lei punta ad una ricerca emozionale della moda?
Una ricerca emozionale della moda, sì questa è la mia idea. Questo tipo di ricerca è importante nei backstage. Anche per questo motivo sono stato contattato da Londra, Milano, Hollywood, perché il cercare qualcosa di più piace molto.

Lei lavoro molto all’estero, ha trovato differenze con l’Italia?
Le differenze con l’Italia sicuramente le ho trovate. C’è una predisposizione in tutti i campi ad essere più aperti e curiosi verso chi propone nuove cose. In Italia invece c’è questa sorta di protezione verso chi lavora già nel settore ed è più difficile per gli emergenti, per questo motivo alcuni devono andare fuori per farsi conoscere. All’estero le attenzioni sono focalizzate sulle loro carriere e il loro lavoro, non si guarda il lavoro degli altri e ci sono meno maldicenze.

I suoi scatti sono stati pubblicati su Vogue?
Esatto, i miei scatti sono stati scelti e pubblicati su Vogue dalle loro selezionatrici. Faccio gli scatti affidandomi agli occhi, senza photoshop o filtri e i miei lavori sono apprezzati per questo motivo.

Cosa vuol dire per lei uno scatto?
Vuol dire cercare di catturare un’emozione in un attimo. Chi vede la fotografia deve trarne qualcosa.

Chi è Raimondo?
Una persona tranquillissima a cui piace la musica, il buon cibo e stare a contatto con la gente.

Attualmente in cosa è impegnato?
Alcuni servizi fotografici.

Progetti?
Ho alcune proposte in cantiere anche a livello di Cinema a Los Angeles, ma non posso ancora parlarne.

Vuole aggiungere altro?
Aggiungo che vi ringrazio per avermi scelto per un’intervista, e consiglio a tutti di essere simili a me e Sledet.com: autentici, sensibili, voci libere. Libere di dare all’arte o ad alcune discipline la forza che deriva dal non compiacere nessuno.

Sledet.com ringrazia per l’intervista Ray Morrison, e ad maiora!

Photo credits: Aurora Leone, Beatrice Passeggio, Alex Dani, Andrew Barber

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