In scena lo spettacolo Parlami d’amore: intervista al regista Francesco Branchetti


Una scrittura che riesce ad unire la capacità di fare un’analisi psicologica dei personaggi con quella di osservarli dall’esterno con grandissima ironia” 

Intervista di Desirè Sara Serventi

È in scena lo spettacolo teatrale dal titolo “Parlami d’amore”, di Philippe Claudel che vede sul palco Francesco Branchetti e Nathalie Caldonazzo, in questa ironica e pungente commedia che va a scavare con credibilità l’aspetto psicologico dei personaggi. Sledet.com ha raggiunto Francesco Branchetti, che oltre ad essere il protagonista maschile sta curando, con la maestria che lo caratterizza, la regia dello spettacolo. 

Recentemente è tornato in scena, insieme a Nathalie Caldonazzo, con lo spettacolo di Philippe Claudel dal titolo “Parlami d’amore”. Che cosa racconta il testo? 

Parlami d’amore di Philippe Claudel è un testo che parla di una coppia che sta attraversando una profonda crisi e racconta come possano sgretolarsi in poco tempo i punti di riferimento e le fondamenta di un rapporto. È un testo che ha la capacità di indagare l’animo umano ma soprattutto quella di muoversi come un'”investigatore” alla ricerca della verità nel “privato” di un rapporto di coppia, di una relazione, di un incontro. Si tratta di un viaggio nel mondo dei rapporti tra uomini e donne condotto con grande capacità di introspezione e approfondimento psicologico ma anche attraverso una straordinaria e pungente ironia che attraversa tutto il testo e lo spettacolo.

In che modo è stata impostata la scrittura di Claudel? 

È una scrittura straordinaria che riesce ad unire la capacità di fare un’analisi psicologica approfondita dei personaggi con quella di osservarli dall’esterno con grandissima ironia e creando meccanismi di straordinaria comicità.

Vuol descrivere i personaggi interpretati da lei e da Nathalie Caldonazzo? 

Sono dei personaggi che conducono una vita da ricca borghesia e che hanno creduto nei valori più superficiali e sbagliati che la società ha saputo offrire loro; lei sicuramente ha sognato anche qualcosa di più profondo da ragazza ma l’incontro con il personaggio di lui arrogante e prepotente l’ha delusa e svuotata talmente tanto da averla fatta sprofondare in una vita in cui non si riconosce per niente.

Che tecniche utilizza per calarsi nel personaggio che deve interpretare? 

Io cerco sempre di prendere da ciò che mi circonda ma soprattutto di fare un lavoro che riesca a costruire un profilo psicologico credibile non generico del personaggio che sto interpretando per cui la ricerca è sempre molto minuziosa. Per quanto riguarda tutti gli aspetti del carattere del mio personaggio pesco soprattutto nel mio vissuto ma poi per farlo davvero mio il personaggio ci vuole molto tempo molto studio e molto approfondimento.

Lei è il regista di questo spettacolo. Su cosa sta puntando la regia? 

Sul raccontare davvero una coppia in crisi di oggi e nel farlo affrontando tutti i temi che toccano la crisi della coppia e più in generale della famiglia di oggi senza retorica, senza falsi moralismi, senza mediazione e con la maggiore sincerità di cui sono capace e di cui credo abbia bisogno il pubblico.

Che cosa racconteranno le scene? 

Le scene prevalentemente raccontano il desiderio della coppia di essere fuori dagli schemi, di essere superiori migliori, più alla moda, più degli altri in tutto e per tutto.

Lo spettacolo vedrà l’alternarsi di momenti di ironia e momenti di amarezza. In che modo avverranno questi passaggi? 

Devo dire che ironia e amarezza si alternano anche a livello di scrittura con una tale capacità di dare credibilità a questa coesistenza che non ho dovuto fare altro che affidarmi alla straordinaria drammaturgia di Claudel.

Cosa può dire lavorativamente parlando su Nathalie Caldonazzo? 

Devo dire che è un’attrice estremamente disponibile a sperimentare e a provare vie nuove e mi sono trovato molto bene sin da subito e la nostra collaborazione sta proseguendo negli anni molto felicemente devo dire che è una compagna di lavoro davvero straordinaria.

Come proseguirà la vostra tournée? 

Proseguiremo la nostra tournée prima in Liguria poi nel Lazio poi in estiva nei maggiori festival e nella prossima stagione nei maggiori teatri italiani.

Considerando il periodo, qual è la difficoltà più grande che state trovando per la preparazione dello spettacolo?

Devo dire che se ci sono state difficoltà, le abbiamo affrontate e superate con grande impegno ma soprattutto con grande entusiasmo.

Vuol dire qualcosa riguardo la situazione dei teatri in Italia?

Voglio solo rivolgere un augurio ai miei colleghi e ai teatri tutti di ripartire prima possibile e nel modo migliore.

Attualmente in cosa è impegnato?

In questo momento sto provando uno spettacolo che si intitola “Preferisco che restiamo amici “di Ruquier con Matilde Brandi a Giuliano Capuano, si tratta di una commedia estremamente divertente debutteremo alla fine di giugno per poi proseguire nella stagione estiva e nella prossima stagione invernale

Progetti?

Sì, ne ho molti e nella prossima stagione teatrale vedranno la luce due nuovi allestimenti uno di impianto classico ed uno più legato alla drammaturgia contemporanea.

Vuole aggiungere altro? 

Mi auguro sempre di incontrare sulla mia strada persone che mi stupiscano e che continuino a dare senso e stimoli alla mia ricerca e al mio lavoro e mi auguro che il periodo brutto che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo come società sia presto alle nostre spalle e faccio un profondo augurio a tutti di riuscire a riprendere prima possibile il percorso che spesso per molti in questi mesi si è dovuto interrompere con grande sofferenza e dolore.

Sledet.com ringrazia per l’intervista Francesco Branchetti, e ad maiora!

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