Il Ministero della Salute impedisce la spedizione della Cannabis Medica al paziente: intervista al prof. Paolo Poli 2


Il Covid ha coperto tutto ma non il dolore e la sofferenza dei pazienti che lottano contro le loro patologie croniche”

Intervista di Desirè Sara Serventi

Se si parla di tempismo il Ministero della Salute non può certamente vantare il migliore, considerando che ha scelto il momento peggiore per intervenire in materia di spedizione della cannabis medica, considerando l’emergenza sanitaria in corso. Lo Stato ha infatti deciso di impedire alle farmacie di spedire il farmaco al paziente tramite corriere, costringendo quindi i soggetti a recarsi personalmente, il più delle volte fuori Regione, per acquistare il farmaco. Sledet.com ha raggiunto il prof. Paolo Poli, medico specialista in Anestesia e Direttore della Terapia Antalgica presso la Poli Pain Clinic di Pisa, nonché presidente della Società Italiana Ricerca Cannabis, che si sta mobilitando affinché questa decisione presa dal ministero sia rapidamente cambiata, per il bene dei pazienti.

Prof. Poli, recentemente il Ministero della Salute ha deciso di esprimersi riguardo la modalità di spedizione della cannabis medica al paziente. Potrebbe spiegarci cosa sta succedendo?

Il Ministero della Salute ha deciso di impedire la spedizione della cannabis medica al paziente, per intenderci, se prima il paziente poteva spedire alla farmacia la prescrizione fatta dal medico specialista, adesso il soggetto è costretto a consegnare la ricetta medica direttamente o tramite una persona delegata per l’acquisto della cannabis medica, con tutti i problemi annessi a questo spostamento.

Che cosa intende dire con: tutti i problemi annessi a questo spostamento?

Intendo dire che la cannabis non si trova in tutte le farmacie, anche perché è un farmaco che viene lavorato solo nelle farmacie galeniche, ovvero quelle che preparano il farmaco nei loro laboratori. Ovviamente le apparecchiature per la preparazione del farmaco sono molto costose, e non tutti i farmacisti sono disposti ad acquistarli. Per farla breve il divieto di spedizione del farmaco costringerà i pazienti a viaggiare tra una regione e l’altra, chi dovendo prendere il treno, chi l’aereo o la nave, per andare nella farmacia specifica, così correndo anche il rischio di contagio, ed è un qualcosa di assurdo considerando che è lo stesso Governo a sconsigliare gli spostamenti, in particolare modo ai soggetti più a rischio. Bisogna anche aggiungere che la cannabis non si trova, o meglio dire c’è una grande carenza di questo farmaco, e solo le farmacie che hanno grandi vendite riescono ad averla.

Le farmacie sono già state avvisate di questo divieto?

Le farmacie sono state avvisate, e insieme a loro sono stati avvisati tramite lettera i carabinieri e la finanza per effettuare i dovuti controlli.

Per quale motivo non permettono la spedizione tramite corriere?

Per il semplice motivo che si appellano ad una legge degli anni ‘70 quando non esistevano i corrieri, per cui non c’era la possibilità di spedizione certa.

Lei come fondatore e presidente della SIRCA ovvero la Società Italiana Ricerca Cannabis ha fatto qualcosa contro questo procedimento?

Sì certo. Noi, come Società Scientifica, abbiamo inviato subito una lettera al Ministro della Salute Speranza affinché faccia una delibera o un’ordinanza che permetta alle farmacie di spedire il prodotto. Chiediamo che consenta questo, almeno durante questo periodo, considerando che i contagi stanno aumentando e non ci sembra giusto far correre dei rischi inutili ai pazienti solo per una questione burocratica. Non è consigliabile far percorrere tantissimi chilometri non solo per il rischio, ma anche per un aspetto economico: non tutti possono permettersi di affrontare un viaggio in aereo o in nave considerando la crisi che sta colpendo il Paese. I pazienti sono veramente disperati.

Cosa ha risposto il Ministro Speranza alla sua lettera?

Non ha risposto.

La lettera è stata inviata solo al Ministro Speranza?

No. Per conoscenza è stata inviata anche alla dottoressa Apuzzo, direttore Ufficio Centrale Stupefacenti del Ministero della Salute.

La dottoressa Apuzzo ha risposto alla sua lettera?

No!

Non ha pensato a questo punto di chiedere un appuntamento?

Ovviamente ho chiesto degli appuntamenti ma non mi sono stati concessi perché a causa del Covid questi sono vietati, o per meglio dire non è concesso, a causa dell’emergenza sanitaria, incontrare il ministro, il viceministro, o tantomeno il direttore dell’ufficio che ha fatto la lettera.

Mi permetta la domanda. Ma la sicurezza di questi soggetti malati non sarebbe forse da tutelare con un occhio di riguardo, considerando che invece molti soggetti dovranno affrontare un viaggio per raggiungere le farmacie di un’altra regione?

Questa domanda non deve farla a me! Posso solo dire che la gente è disperata, e se chi sta al Governo non permette gli incontri per evitare il rischio contagio, è anche vero che i pazienti meritano lo stesso diritto. Questo dovrebbe essere una motivazione sufficiente per permettere la spedizione del farmaco tramite corriere, stesso motivo per cui loro possono ricevere solo lettere.

Quali sono i rischi cui andrebbero incontro i pazienti più a rischio se non dovessero avere la possibilità di recarsi nelle farmacie Galeniche per ritirare il proprio farmaco?

I pazienti più a rischio in questa situazione sono i bambini epilettici, se non dovesse essere possibile somministrare il farmaco rischierebbero la vita.

Vuole aggiungere altro?

Sì, vorrei aggiungere che il Covid ha coperto tutto ma non il dolore e la sofferenza dei pazienti che lottano contro le loro patologie croniche costretti da amministratori ottusi, ciechi ed irresponsabili ad ulteriori sofferenze per principi giuridici vecchi e superati, che in realtà mascherano la loro incapacità a vivere i tempi per i quali sono chiamati ad amministrare la nostra sanità.

Sledet.com ringrazia per l’intervista il prof. Paolo Poli, e ad maiora!

 

 

 


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2 commenti su “Il Ministero della Salute impedisce la spedizione della Cannabis Medica al paziente: intervista al prof. Paolo Poli

  • Angelo

    Ma chi cavolo ho preso questa decisione scellerata che grida vendetta e una causa collettiva di tutte le persone che usando la cannabis terapeutica ha avuto miglioramenti nella loro vita quotidiana. Questo fa’ pensare a un complotto delle case farmaceutiche che vedono nella cannabis ledere i loro sporchi interessi. VERGOGNATEVI.

  • Cristian

    Una delle migliori interpretazioni della miope e scellerata gestione della sanità pubblica in Italia. Ed è solo la punta dell’iceberg. Condivido in pieno il pensiero del Dott. Poli a cui va la mia stima. Vergognoso invece il silenzio, l’inerzia del ministro della salute Speranza, se perdurasse tale scelleratezza nel costringere i pazienti a costosi e pericolosi spostamenti per reperire questo farmaco, inviterei a considerare l’ipotesi di scrivere ed interpellare il CEDU (Corte Europea dei Diritti dell’ Uomo). Fra l’altro già interpellato alcuni anni fa dai pazienti Fibromialgici per capire come mai non fosse ancora stata riconosciuta la loro patologia, nonostante sia riconosciuta dall’ Oms dal 1992.