“Gli artisti dovrebbero avere molte più possibilità lavorative, ed essere valutati per talento e meritocrazia, cosa ancora molto difficile in Italia”
Intervista di Desirè Sara Serventi
Quando si parla di meritocrazia gli occhi non possono che essere puntati su Francesco Fiumarella, autore e direttore del Premio Vincenzo Crocitti International, che con questo importante riconoscimento, da lui istituito accende le luci dei riflettori su artisti, che si sono distinti per il lavoro da loro svolto, e non solo. Sledet.com ha raggiunto Francesco Fiumarella che con la cortesia che lo caratterizza, ha parlato del Vince Award.
Lei è l’autore e il direttore del Premio Vincenzo Crocitti International. Com’è nata l’idea di questo importante riconoscimento?
Ho instituito Il Premio Vincenzo Crocitti International “Il Vince Award”, nel 2013, l’idea è nata principalmente per ricordare l’amico attore Vincenzo Crocitti, che purtroppo è venuto a mancare nel 2010. Ho avuto l’occasione di conoscere Vincenzo nel periodo in cui lavoravo giovanissimo come attore tra fiction, cinema, teatro e format televisivi. Mi resi conto sin da subito che Crocitti era prima di tutto una grande persona, di grande sensibilità umana che ha basato la sua vita sull’altruismo, ha sempre pensato prima di tutto agli altri più che a se stesso, queste sue caratteristiche molto rare mi hanno affascinato sin da subito. Molte volte dall’esterno il pubblico crede che i personaggi di fama e successo siano persone irraggiungibili, ma questo è ciò che spesso vuole far credere l’immaginario comune e mediatico, fortunatamente non è sempre così, Crocitti era l’attore della porta accanto, l’amico di tutti e colui che non ha mai voluto ostentare il suo successo. Quando venne a mancare, consapevole che purtroppo il mondo dello spettacolo tende spesso a dimenticare gli artisti, non potevo assolutamente pensare fosse dimenticato, quindi da qui nasce il Premio a lui dedicato, e sia io che gli organizzatori siamo felici di essere riusciti a rendere il Premio così importante, perché ha il nome di un grande uomo che ha sempre meritato tutto nella vita sia come professionista che come persona. Inoltre ho voluto creare un Evento di premiazione artistico completamente differente da ciò che siamo abituati a vedere, noi diamo spazio principalmente agli artisti esordienti ed emergenti, coloro che quasi spesso non hanno possibilità di farsi conoscere, i “nascosti“ coloro che stanno nell’ombra, e personalmente vedendo tantissimi grandi talenti sconosciuti lo trovo ingiusto, in quanto ogni artista deve avere la possibilità di far conoscere il proprio lavoro.
Su quali basi vengono scelti gli artisti da lei premiati?
Per proporsi alle selezioni del Premio Vincenzo Crocitti International ogni artista di qualsiasi categoria di appartenenza dopo l’uscita del bando può inviare la propria candidatura, e sia io in qualità di autore e direttore artistico, sia il comitato organizzativo cerchiamo sempre di scegliere i premiati in base a criteri basati sul talento e valori umani, come l’umiltà, anche se, su quest’ultima, non conoscendo logicamente chi si propone e non avendo la “sfera di cristallo“ non possiamo averne certezza. Certo se poi le persone si rivelano all’opposto di ciò che sembravano inizialmente un po’ ci delude. A quel punto è ovvio che almeno per noi, il riconoscimento consegnato non avrà più il “valore” iniziale attribuitogli, rimarrà solo un oggetto di ornamento. Dico questo in quanto il Premio Vincenzo Crocitti, non è fine a se stesso, dietro vi è un grandissimo lavoro di valorizzazione artistica anche successivo al riconoscimento, con lo scopo di creare collaborazioni artistiche, sinergie e condivisioni per la realizzazione di progetti artistici e divulgazione di news relativamente gli artisti premiati, tutto questo senza scopo di lucro ma solo per la reale passione e amore per il settore. Noi crediamo realmente in ciò che facciamo, cercando a modo nostro di motivare gli artisti.
Cosa può dire riguardo il settore artistico?
Il settore artistico in quanto tale è un mondo meraviglioso, come dico sempre: gli artisti anche nei momenti più bui rendono la vita a colori. Io amo ogni sfaccettatura dell’arte, senza la stessa molte cose non esisterebbero come anche il grande senso di libertà di espressione. Detto ciò non posso negare di risultare molto infastidito e deluso dalla massificante scarsa considerazione di questa meravigliosa professione nei diversi ambiti (letteratura, pittura, recitazione, doppiaggio, musica, canto, danza, giornalismo, spettacolo, radio, tv, cinema). Gli artisti dovrebbero avere molte più possibilità lavorative, ed essere valutati per talento e meritocrazia, cosa ancora molto difficile in Italia, perché come spesso si è costretti a constatare, sembra non esista il merito. Sembra prevalere un sistema basato su lobbies artistiche finalizzate al proprio business, che ruota più sulle apparenze che sulla vera cultura e preparazione, quest’ultima ormai totalmente subordinata al resto… un grande dispiacere.
A suo avviso, su cosa dovrebbe basarsi la meritocrazia?
Teoricamente la meritocrazia dovrebbe basarsi su un sistema di valutazione e valorizzazione degli individui, incentrato esclusivamente sul riconoscimento del loro merito. A mio avviso, nella pratica, occorre anche stabilire cosa si intende per merito, quali sono gli elementi distintivi che rendono un artista meritevole di un premio rispetto ad un altro. Purtroppo come sappiamo non è sempre così, è diventata pura utopia valorizzare per meriti reali, sono rarissimi i casi ove succede realmente, ma questo non solo nel settore artistico ma in qualsiasi. Chi crede realmente nel significato di questa parola si impegna veramente per farla rispettare, ma quando nella vita esisteranno sempre i così detti “furbi”, coloro che ne pagheranno le conseguenze sono quelli che hanno dedicato la propria vita con lo scopo di realizzarsi e raggiungere obiettivi professionali attraverso l’impegno, lo studio, cercando di mettere a frutto il proprio talento, la propria passione, perché si ritrovano ad essere scavalcati da questo sistema ridondante.
La meritocrazia si oppone al lobbysmo?
Forse. Probabilmente sì, perché se la meritocrazia lavora per mettere in luce il merito/talento di tutti, indistintamente, la lobby invece, il più delle volte opera per avere un tornaconto ristretto solo al proprio gruppo. Sono solo riflessioni concettuali generici, ovviamente.
Cosa può dire riguardo i casting?
Ho spesso espresso la mia opinione in merito, scoprendo anche, con interscambi vari, che non sono il solo a pensarla così: fondamentalmente questo sistema attuale non soddisfa le aspettative di tanti. Molte volte, riflettendo, mi chiedo che senso ha mettere delle figure che fanno i colloqui di selezione per assegnare i ruoli ricercati, e quindi preposti a decidere chi prendere, ed invece poi alla fine i soggetti da loro scelti (perché idonei) vengono sostituiti da altri, solo perché indicati dalle produzioni o in linea di massima da chi ha potere decisionale e finanziario in merito.
Cosa c’è dietro questo Premio?
Tanta passione ed amore per la cultura, l’arte, il cinema, la musica. Passione per il talento nascosto degli italiani che potrebbero molto in questi campi ed invece sono “limitati” sotto tanti aspetti. Il Premio è una piccolissima goccia in questo mare e tenta, al meglio, di dare il proprio contributo.
Che cosa differenzia il Premio Vincenzo Crocitti International da altri premi?
Fondamentale è un Premio come altri, ma allo stesso tempo ha, a mio avviso, un ingrediente speciale che lo rende quindi unico ed assolutamente inimitabile. Non chiedete qual è l’ingrediente perché ovviamente risponderei che è segreto.
Cosa la spinge a lottare per la meritocrazia degli artisti?
È l’amore incondizionato per la gente che ha dei sogni nel cassetto, lotta, lavora, ci spera. Se solo potesse avere le opportunità di mettere a frutto. È anche un mio sogno: fare del talento artistico a 360°, un valore fondante il miglioramento umano, civile, ambientale perché penso che tutti dobbiamo impegnarci per rendere il mondo un posto migliore, non solo per i contemporanei ma soprattutto per le future generazioni.
Nel quotidiano chi è Francesco?
Uno qualunque. Nel quotidiano sono un giovane uomo che svolge una professione per mantenere la famiglia in modo dignitoso, per come si può, specie oggi, nel contesto socioeconomico, politico e della sicurezza nazionale ed internazionale che tutti si sta vivendo.
Che consiglio vuol dare alle persone che leggeranno l’intervista?
Un consiglio importante è di ricominciare a gustare gli eventi artistici dal vivo con un occhio più attento ed una predisposizione più attiva e coinvolgente, perché come si è visto niente è scontato. Aver ripreso, post emergenza, con l’apertura di teatri, musei, cinema, è un’occasione per vivere di arte dal vivo e non soltanto dietro un pc o uno smartphone.
Progetti?
Ho moltissime idee relativamente il settore artistico e sempre sul fronte della valorizzazione, alcuni progetti sono in corso di realizzazione, ma sono solito parlarne quando sono ufficialmente realizzati e resi pubblici. Visto che è stata già data notizia su uno di questi, vi posso anticipare che a breve in esclusiva per l’emittente TV Policinema, andrà in onda un format che ho ideato in qualità di autore con lo scopo di promuovere e valorizzare lavori cinematografici con i relativi professionisti (registi e gli attori). Poi è in corso un’altra iniziativa che è ancora nella fase embrionale, per cui ne parleremo più in là.
Attualmente in cosa è impegnato?
Insieme al comitato organizzativo del Premio, stiamo lavorando per la decima Edizione dell’Evento.
Vuole aggiungere altro?
Posso solo dire che mi auguro che gli artisti meritevoli possano avere le loro occasioni, e che chi di dovere si renda conto che vi sono molti talenti purtroppo che non riescono ad avere le occasioni che meritano. Ci vuole il coraggio di rischiare e di non basare tutto solo per il guadagno, l’arte è espressione, quindi facciamo esprimere gli artisti. Ringrazio Sledet.com per l’intervista. Un saluto a tutti.
Sledet.com ringrazia per l’intervista Francesco Fiumarella, e ad maiora!