“È un film che racconta una grande storia corale di tre personaggi completamente diversi tra di loro”
Intervista di Desirè Sara Serventi
Quando sta sul set, l’attore Vittorio Hamarz Vasfi, riesce a calarsi perfettamente nel personaggio che deve interpretare, mettendo così in risalto la sua padronanza nella recitazione. Nel film “Cani di strada” è uno dei protagionisti di questa storia corale, che sta riscuotendo un grande successo nei vari festival internazionali.
Se le chiedessi di raccontarsi cosa risponderebbe?
Sono un sognatore grintoso, con tanti difetti, che cerca di non perdere mai il contatto con la realtà della vita che a volte mi ha messo alla dura prova. Insomma il bicchiere sempre mezzo pieno.
Quando nasce la sua passione per il mondo del cinema?
Sin da bambino sono cresciuto con il cinema iraniano e quello italiano. Poi la vera passione è scattata quando mi sono trasferito a Roma nel 1980, dove col passare degli anni, dopo le varie vicissitudini, ho iniziato ad intraprendere il mio percorso artistico.
Lei è uno dei protagonisti del film “Cani di strada”. Che cosa racconta?
È un piccolo film che racconta una grande storia corale di tre personaggi molto profondi e completamente diversi tra di loro, toccando dei temi molto importanti.
Ci potrebbe descrivere il suo personaggio?
“Rockstell”, il nome del mio personaggio, è un ambulante immigrato senza la patente di guida, con regolare permesso di soggiorno in scadenza, un romantico sognatore grato al paese che lo ospita e che gira l’Italia a bordo del suo furgone giallo carico di mistero e magia, guidato da “Blues” un anarchico disoccupato che non ha ancora trovato la sua strada.
Per che cosa si caratterizza Rockstell?
Rockstell, nonostante il suo passato difficile ed un futuro incerto, non perde mai l’occasione di trasmettere la sua positività interiore ai suoi nuovi amici.
Che tecniche utilizza per calarsi nel migliore dei modi nel personaggio che deve interpretare?
Innanzitutto cerco di capire chi è il personaggio e quali sono le sue caratteristiche. Successivamente leggo tante volte il copione per poi soffermarmi sulle diverse situazioni specifiche cercando di captare il più possibile le varie sfumature. Ed infine una grande concentrazione ed una vera disponibilità emotiva e passionale mi permettono di andare sul set nella speranza di poter fare un ottimo lavoro, in attesa di ricevere anche gli input che arrivano dal regista prima e durante le riprese.
Vuol raccontare un aneddoto capitato durante le riprese?
Abbiamo iniziato le riprese del film subito al termine del primo lockdown estivo, a causa del Covid. Quasi tutto il film è girato di notte, all’aperto. Dopo la prima settimana delle riprese mi ricordo di aver starnutito, potete immaginare il silenzio tombale che ho causato. La paura di dover bloccare le riprese qualora ci fosse stato un caso Covid sul set. Ovviamente non era questo il caso.
Il film sta ottenendo tantissimi riconoscimenti nei vari festival internazionali. Cosa può dire a riguardo?
Semplicemente una gioia immensa. È stato un grande lavoro di squadra che ci ha permesso di portare avanti questo progetto nel migliore dei modi.
Chi è Hamarz quando non sta sul set?
Oltre alle mie passioni per lo sport, cerco di essere molto presente con la mia famiglia, aiutando mia moglie Milena e seguendo nostra figlia Yasmine a scuola e alle lezioni di danza.
Che consiglio vuol dare a un giovane che vorrebbe intraprendere la sua professione?
Di crederci sempre! Studiare, aggiornarsi e soprattutto imparare dagli altri.
Attualmente in cosa è impegnato?
Ho da poco concluso la mini tournée teatrale con la commedia “3 Attori in affitto” scritta e diretta da me e nel frattempo ho finito la scrittura del mio primo libro, oltre alla stesura di due nuovi soggetti teatrali.
Progetti?
Essendo molto superstizioso, spero presto di potervi raccontare i miei “potenziali” futuri progetti artistici.
Vuole aggiungere altro?
Sì, vorrei ringraziare ancora una volta tutto il cast tecnico ed i miei meravigliosi colleghi con i quali abbiamo condiviso questo progetto. Ed un ringraziamento a Sledet.com.
Sledet.com ringrazia per l’intervista Vittorio Hamarz Vasfi, e ad maiora!