“L’ernia inguinale può essere del tutto asintomatica ed il paziente può semplicemente accorgersene perché vede una tumefazione aumentare di volume”
Intervista di Desirè Sara Serventi
Il dottor Gabriele Soldini, Dirigente medico presso U.O di Chirurgia Generale e d’Urgenza dell’Ospedale Sacra Famiglia Fatebenefratelli di Erba, svolge la sua professione con attenzione e grande preparazione, senza lasciare niente al caso ma prestando la massima cura e attenzione verso ogni minimo particolare e dettaglio, perché sa benissimo che, in campo medico non vi è niente da sottovalutare e tutto va sempre svolto con la massima cura. Sledet.com ha raggiunto il dottor Gabriele Soldini, che ha spiegato in maniera dettagliata dell’ernia inguinale.
Che cos’è l’ernia inguinale?
L’ernia viene definita come la fuoriuscita di un viscere o di una parte di esso, rivestito dai suoi tegumenti, dalla cavità da cui è normalmente contenuto, attraverso un punto di debolezza della parete o un canale naturale. Nel caso dell’ernia inguinale il passaggio è dato dal canale inguinale, canale naturale normalmente presente, da cui può fuoriuscire omento (grasso endoaddominale), intestino o in casi rari vescica.
Quali sono le cause scatenanti?
A parte le forme congenite dovute a difetti nell’embriogenesi ci possono essere dei fattori scatenanti come gli sforzi ripetuti che aumentano la pressione endoaddominale (sollevamento pesi, tosse, insufficienza respiratoria cronica) o i pregressi traumi di parete che hanno comportato un indebolimento della stessa.
In che modo può evolvere la patologia?
In generale la storia naturale di un’ernia inguinale è quella di aumentare gradualmente di dimensioni sino ad occupare anche il sacco scrotale nell’uomo.
Quali sono i sintomi che un soggetto manifesta?
L’ernia inguinale può essere del tutto asintomatica ed il paziente può semplicemente accorgersene perché vede una tumefazione aumentare di volume. Vi possono poi essere dolore gravativo, dovuto al senso di peso, e dolore puntorio, dovuto invece al continuo andirivieni dell’ernia attraverso il canale inguinale.
Come viene diagnosticata?
La diagnosi può essere anche solamente clinica dopo visita specialistica chirurgica, a volte può essere necessario eseguire una ecografia della regione inguinale. In casi selezionati si ricorre ad una TC della parete addominale.
L’incidenza è maggiore negli uomini o nelle donne?
L’incidenza dell’ernia inguinale si attesta al 4-5 % della popolazione mondiale con una netta maggioranza degli uomini con un rapporto uomo donna pari a 8 a 1.
Per quale motivo?
Nel maschio avviene la discesa del testicolo dalla cavità addominale sino alla borsa scrotale durante lo sviluppo del feto. Tale percorso che rimane in parte aperto risulta essere un fattore favorente l’insorgenza dell’ernia.
Quali sono i principali fattori di rischio?
Oltre gli sforzi fisici ripetuti nel tempo altri fattori di rischio possono essere obesità, fumo, stipsi e diabete.
In caso di ernia inguinale il paziente deve limitare gli sforzi?
In generale vanno limitati gli sforzi che promuovono il torchio addominale cioè l’aumento della pressione endoaddominale come gli esercizi per gli addominali, il sollevamento pesi e la pressa per le gambe.
L’ernia inguinale necessita di un intervento chirurgico o può regredire?
L’ernia inguinale necessità di intervento chirurgico poiché non può regredire nel tempo ma anzi tende a peggiorare aumentando di volume. Inoltre se l’operazione non è fatta su ernie inveterate la ripresa delle normali attività è rapida.
In cosa consiste l’intervento chirurgico?
In generale l’intervento consiste nel riportare in sede l’ernia fuoriuscita, ricostruire la parete e infine posizionare una protesi ovvero una rete di rinforzo che può anche essere fissata con suture o colle. Tale intervento a seconda delle indicazioni può essere eseguito con tecnica tradizionale (aperta) o laparoscopica (telecamera).
Per evitare il peggioramento dell’ernia inguinale e dei sintomi ad essa correlata si possono adottare degli accorgimenti?
In caso di diagnosi di ernia inguinale o di sospetto di essa si consiglia di limitare gli sforzi che promuovono il torchio addominale. Inoltre si consiglia di non attendere che l’ernia sia realmente molto voluminosa o sintomatica prima di recarsi dal chirurgo.
Qual è la complicanza più grave al quale può andare incontro chi ne soffre?
Lo strozzamento rappresenta la complicanza più grave dell’ernia inguinale.
Da che cosa è rappresentato?
È rappresentato da una improvvisa costrizione dell’ernia a livello della sua fuoriuscita dalla parete addominale che determina un ostacolo circolatorio del viscere erniato che può portare alla gangrena e alla perforazione dell’organo interessato.
In tal caso che sintomi accuserà il paziente?
L’ernia non sarà più riducibile (non rientrerà più all’interno) e sarà molto dolente sia spontaneamente che se toccata. Se all’interno dell’ernia ci fosse una parte di intestino incastrata questo potrebbe comportare anche un’occlusione intestinale, evenienza non così rara.
Che cosa bisogna fare in questi casi?
In questi casi il paziente deve recarsi assolutamente e celermente in pronto soccorso poiché l’organo interessato dentro l’ernia potrebbe essere in sofferenza. In molti casi è necessario un intervento chirurgico eseguito in urgenza.
È possibile prevenire l’insorgenza di un’ernia inguinale?
Si possono prevenire solo i fattori di rischio che possono risultare da abitudini di vita modificabili, come fumo, stipsi e obesità.
Ci sono dei rimedi che il paziente può utilizzare per alleviare i sintomi?
A chi è affetto da ernia inguinale si consiglia sempre oltre all’utilizzo di una mutanda elastocompressiva anche quella di imparare e abituarsi ad autoridursi la propria ernia quotidianamente. Con un massaggio circolare in regione inguinale e una modica pressione per rimandare all’interno la propria ernia ogni giorno. Questa procedura deve essere fatta da sdraiati e mantenendo morbida e rilassata la muscolatura addominale.
Che consiglio vuol dare alle persone che manifestano questa patologia?
Il consiglio principale è quello di effettuare celermente una visita chirurgica, l’ernia può solo peggiorare e la sua storia naturale è quella di diventare più grande. L’intervento chirurgico poi se eseguito su una ernia giovane e piccola è molto meno cruento e i tempi di ripresa sono eccellenti.
Lei dove presta servizio?
Sono Dirigente medico presso U.O di Chirurgia Generale e d’Urgenza dell’Ospedale Sacra Famiglia Fatebenefratelli di Erba diretta dal dott. A.Porta
Vuole aggiungere altro?
Attualmente le liste di attesa per questa patologia sono particolarmente lunghe in ogni struttura del sistema sanitario nazionale poiché durante il periodo COVID le regioni hanno chiuso l’accesso alla sala operatoria alla patologia benigna. Soprattutto in questo periodo non bisogna attendere che la propria ernia sia fastidiosa, dolorosa o grossa prima di sottoporsi ad una visita poiché purtroppo la lista d’attesa può essere di svariati mesi.
Sledet.com ringrazia per l’intervista il dottor Gabriele Soldini, e ad maiora!