“Per una normativa la perdita del mio occhio per servizio non è abbastanza, mentre se avessi perso anche l’altro avrei diritto allo stipendio” spiega Russo
Intervista di Desirè Sara Serventi
E’ un Caporal Maggiore Scelto dell’Esercito Italiano, Domenico Russo, e presta servizio presso il Centro Sportivo Olimpico Esercito in Roma. Il militare a gran voce chiede che sia lui regolarizzata l’attuale posizione, con un regolare stipendio, perché lavorare gratis non è proprio plausibile. La sua drammatica vicenda ha inizio nel 1999 durante un addestramento militare, quando, come volontario dell’esercito, nel poligono militare di Capo Teulada, lo scoppio accidentale di una bomba a mano, causò lui la perdita totale dell’occhio, con la conseguenza che, nel 2000 venne Riformato dall’esercito. Ma Russo non accettò mai l’idea di non poter più prestare il servizio al Paese, per questo motivo, quando gli dissero che non vi erano i fondi per un suo eventuale richiamo in servizio, decise volontariamente di lavorare gratuitamente per lo Stato. Fu così che nel 2013, Domenico Russo rientrò come militare nel “ruolo d’onore”, status, riconosciuto ai militari mutilati o feriti in servizio. Ad oggi però le cose non sono andate come evidentemente sperava Russo, infatti, da allora Russo non ha mai percepito uno stipendio, nonostante sia un militare con obblighi e doveri. Ciò che differenzia lui dai suoi “colleghi” è che Russo non ha nessuna busta paga, non versa contributi, e non risulta nell’amministrazione della difesa. I microfoni di Sledet.com hanno raggiunto Domenico Russo, che ha raccontato nei minimi particolari la vicenda per cui non percepisce alcuno stipendio.
Chi è Domenico Russo?
Sono un Caporal Maggiore Scelto dell’Esercito Italiano, che è cresciuto in una famiglia d’Arma, con principi e sani ideali, in cui la famiglia e vivere onestamente è la priorità. Mio padre mi ha insegnato che nessuno regala niente, e tutto doveva essere meritato, se volevo soddisfare i miei desideri dovevo lavorare.
Quando decise che la carriera militare sarebbe diventata la sua professione?
Credo da sempre, cresciuto con un padre carabiniere, fin da piccolo frequentavo le caserme e con gli anni questo desiderio di essere un carabiniere come mio padre aumentava e si rafforzava, nella divisa vedevo proprio il simbolo della legalità, della giustizia ed essere al servizio dei più deboli.
Durante un addestramento militare la sua vita ha preso un percorso differente?
Esatto, dopo essermi arruolato come volontario nell’esercito, durante un addestramento militare a fuoco nel poligono militare di Capo Teulada il 2 Febbraio del 1999, lo scoppio accidentale di una bomba a mano mi procurava la perdita totale dell’occhio sinistro e numerose ferite da schegge sul corpo. In seguito a questo evento traumatico per servizio, il 21 Febbraio del 2000 venivo Riformato dall’esercito con una pensione militare di 750 euro.
Quale fu la motivazione del suo congedo?
Non più idoneo al servizio militare. Riformato per Causa di Servizio.
Quanto le fu dato come risarcimento?
Non ho mai ricevuto nessun risarcimento danni per quello che mi è successo.
Con quanto è stato liquidato?
Sono stato liquidato solo con quattromila euro di equo indennizzo.
Dopo l’incidente lei voleva tornare in servizio?
Si, il mio obiettivo è stato fin da subito quello, non mi sono mai rassegnato all’idea che dovevo lasciare tutto, son cresciuto con quella determinazione di raggiungere il mio obiettivo e ora tutto ciò non poteva sfuggirmi così.
Quindi, cosa ha fatto?
Ho lottato tredici anni dal congedo per rientrare, lettere su lettere a tutte le istituzioni militari e non, qualcuno doveva pur credere in me. Solo nel 2012 lo Stato Maggiore dell’Esercito mi ascoltò personalmente perché decisi di partire dalla Calabria fino a Roma per essere ascoltato.
Cosa le dissero?
Quel giorno mi risposero che purtroppo non c’erano i fondi per un mio eventuale richiamo in servizio.
E lei cosa fece?
Io risposi semplicemente che ero disposto a rientrare e a servire la Patria anche gratis. Loro rimasero sorpresi, e risposero che mi avrebbero fatto sapere.
Poi cosa accadde?
Da quell’incontro con gli Ufficiali dello SME ripresi servizio attivo il 2 Gennaio 2013. Quindi dopo ben tredici anni da quel congedo.
Con quale “status” è rientrato?
Sono rientrato come militare del Ruolo d’Onore, status che viene riconosciuto a tutti i militari feriti o mutilati in servizio. Solamente alcuni possono essere richiamati in Servizio, e ora io ero uno di questi. Seppur l’unico militare in servizio che lavorava e lavora senza nessun stipendio.
Lei è in servizio a tutti gli effetti?
In teoria si, sono a tutti gli effetti un militare con obblighi e doveri.
E in pratica?
A differenza dei miei colleghi non ho gli stessi diritti, anzi, non ne ho. Sono l’unico che al pari dei miei colleghi lavora ma non viene retribuito.
Sta forse dicendo che è l’unico militare dell’Esercito a lavorare gratis?
Esattamente, ho le prove di essere l’unico.
Potrebbe essere più preciso?
Non ho nessuna busta paga, non risulto nell’amministrazione della difesa, non verso contributi. Questi ultimi quattro anni di servizio non mi risultano.
Lavora gratis per scelta voluta o subita?
Non mi hanno mai dato scelte.
All’inizio però fu una sua scelta?
All’inizio è stata voluta da me, ma dopo quattro anni non posso continuare a lavorare gratis rimettendoci tutto e dovendo mantenermi a mie spese o con l’aiuto di mio padre, si perde la dignità. Si lavora per vivere e non vivere per lavorare. Oltre alla frustrazione continua di non essere considerato al pari dei miei colleghi.
Sembra quasi essere un “lavoro in nero”?
Tra virgolette possiamo dirlo. Un lavoratore in nero viene fatto lavorare senza contratto, a basso costo e senza diritti. Io mi reputo prima di tutto un soldato, svolgo il mio servizio per dovere, ma se devo paragonarmi ad un lavoratore o ad un impiegato, sì, posso dire di essere in nero con l’aggravante di non essere retribuito dallo Stato!
Qual è il suo incarico?
Ho avuto vari incarichi in questi ultimi quattro anni ma preferisco non dire.
Lei è anche un atleta paralimpico?
Esatto, sono anche atleta del Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa, questo gruppo riunisce tutti i militari feriti in servizio che hanno subito gravi infermità che siano disposti a praticare attività sportiva, agonistica e non. Il gruppo è nato nel 2013 grazie al Ministro della Difesa e ai vari vertici militari che hanno creduto in questo progetto.
Viene pagato per questo?
Ovviamente no.
Per quale motivo?
Chi fa parte del Gruppo Sportivo non viene pagato come atleta in quanto coloro che ne fanno parte già vengono pagati come militari in servizio, a differenza mia che non vengo pagato ne come militare ne come atleta.
Attualmente dove presta servizio?
Attualmente presto servizio presso il Centro Sportivo Olimpico Esercito in Roma.
Per quale motivo nessuno regolarizza la sua posizione?
Bella domanda, forse perché il mio è un caso unico, risolvendo la mia situazione si creerebbe un precedente che altri né beneficerebbero, oppure perché non frega niente a nessuno risolverla. Questo dovrebbe chiederlo ai vertici.
Lei percepisce una pensione?
Sì, una pensione privilegiata.
A quanto ammonta?
Ora 980 euro. Pensione che prenderei ugualmente rimanendo a casa, invece la uso per vivere e lavorare gratis.
Lei ha qualche rimborso spese per il servizio che sta prestando?
Mi spetta solo il pranzo e rimborso spese di viaggio nel caso in cui venissi impiegato per servizio fuori.
Mi permetta lo scetticismo, ma lei è sicuro di essere a tutti gli effetti un militare in servizio?
Io sono sicuro. Ci sono tutte le prove, stati di servizio, corsi, encomio, elogio.
Quindi perché non viene pagato?
Perché per una legge interna, sono idoneo a lavorare gratis ma non abbastanza inidoneo a percepire lo stipendio. Sembra stupido ma è così, per una normativa la perdita del mio occhio per servizio non è abbastanza, mentre se avessi perso anche l’altro avrei diritto allo stipendio. È strano, ma è proprio così.
E’ un problema amministrativo?
È un problema che ha creato chi si è inventato questa normativa per favorire qualcuno ma non tutti. Non siamo tutti uguali, ci son feriti di serie A di serie B di serie C .
Qual è la sua qualifica attuale?
Operatore Informatico.
Lei è obbligato a seguire gli orari di servizio?
Sì sono obbligato come tutti gli altri miei colleghi.
Timbra il badge?
Come tutti i miei colleghi pur non avendo nessuna busta paga sono obbligato a badgiare l’entrata e l’uscita, anche se non risulto a livello amministrativo.
Perché lo timbra?
Dicono ai fini della presenza.
Se non si reca a lavoro deve avvertire?
Certamente, mandare certificato medico o farmi mettere in licenza.
Per assentarsi deve mettersi in licenza?
Ho i giorni di licenza così come li maturano i miei colleghi che lavorano.
Come atleta paralimpico ha ricevuto delle medaglie?
Esatto, tre medaglie d’oro agli Invictus Games, la prima a Londra nel 2014 le altre due in Florida nel 2016. Specialista nei 100 e 200 metri. Ed è con la mia partecipazione a Londra a queste importanti olimpiadi nella disciplina atletica dei 100 metri, che ho conquistato la medaglia d’oro.
Chi paga la sua partecipazione alle gare?
Quando partecipiamo fuori tutto è pagato dall’organizzazione e dal Paese che ci ospita. Mentre nel caso specifico, come militari, l’esercito ci rimborsa il foglio di viaggio, perché a tutti gli effetti partecipiamo come militari.
Chi rappresenta nelle gare?
Rappresento l’Esercito e l’Italia.
Lei sta portando avanti una causa?
Sì, una causa per farmi riconosce vittima del dovere, diritto che mi è stato anche questo negato dal Ministero della Difesa.
Cosa le dicono i suoi superiori riguardo la sua posizione lavorativa?
Belle parole di stima e apprezzamento.
Cosa chiede a chi di dovere?
Io non ho mai chiesto nulla, voglio solo che sia messo in condizioni di svolgere il mio servizio serenamente così al pari dei miei colleghi, potermi creare anch’io un futuro e forse un giorno una famiglia.
Vuole aggiungere altro?
Continuerò a lottare.
Sledet.com ringrazia per l’intervista Domenico Russo, e ad maiora!
uno come lui deve essere rimesso in servizio attivo subito…oltre alle doti umane e fisiche ha delle capacità intellettuali e attitudinali di livello. Non si può rimanere inermi a vederlo vincere sulle piste mentre il suo cuore piange perchè non è in servizio attivo. Cosa altro deve dimostrare questo ragazzo per essere rimesso in servizio???
Grazie di Cuore Fratello.
Mi dispiace ma purtroppo i corpi militari sono sempre stati gestiti dalle alte sfere in modo politico,anche se ti fanno giurare sulla bandiera. Non riescono a comprendere che ci sono persone che darebbero la vita ‘per il tricolore ‘. Io sono un sottufficiale in congedo per scelta ma il motto del mio btg è (nella bandiera ce ‘la mia vita).