Chi soffre di questo disturbo deve fare i conti con un’ossessione continua di appropriarsi di qualunque cosa
Articolo di Desirè Sara Serventi
Incontrollabile incapacità di resistere al ricorrente bisogno di rubare, con maestria e rapidità, gli oggetti di cui non si ha alcuna necessità. Parliamo di Cleptomania, o più semplicemente, mania di rubare. A dimostrazione del fatto che ciò che si ruba, non dipende da un bisogno ma da un vero e proprio impulso, viene dimostrato dal fatto che anche i ricchi ne vengono colpiti, pur potendo acquistare il prodotto senza alcun disagio per le proprie finanze. Chi soffre di questo disturbo deve fare i conti con un’ossessione continua di appropriarsi di qualunque cosa. Che l’oggetto si trovi su uno scafale di un negozio o sia semplicemente di qualcuno, poco importa, se l’occhio va sull’oggetto se lo prendono, anzi se lo fregano. Il più delle volte si tratta di prodotti privi di qualunque valore economico, e soprattutto di nessuna utilità, perché per loro ciò che conta non è quello che si prende, ma è quello che si ruba.
Il cleptomane soffre di un’ossessione verso le cose da sottrarre, alla quale segue subito la compulsione ossia l’atto del furto. Ciò che viene preso, il più delle volte, non è utile all’uso personale, per questo motivo viene buttato, regalato o addirittura restituito in seguito. Prima di mettere in atto il furto, il cleptomane, è spinto da una forte tensione e un piacere per l’azione che sta per compiere, piacere che dopo il furto porta nel soggetto una gratificazione per ciò che è stato fatto. Preso l’oggetto, ecco che può subentrare nel soggetto il rammarico per l’azione appena compiuta. Il cleptomane non è interessato alle conseguenze a livello legale, perché la gratificazione che prova nel compiere il taccheggio supera la consapevolezza di fare la cosa giusta. A pagarne le conseguenze non saranno solo le denunce cui andranno incontro, ma a scricchiolare saranno gli stessi rapporti sociali, perché le ossessioni e le compulsioni prenderanno il sopravvento su tutto. Riconoscere di avere un disturbo, e chiedere aiuto, può essere difficile perché prevale spesso la vergogna per ciò che si fa, ecco perché per loro risulta più semplice negare l’evidenza. Ammettere di avere un problema, e rivolgersi a degli specialisti è l’unica alternativa a questa situazione che porterà, se non si interviene, ad un qualcosa di patologico.