“Editare un libro non è cosa da poco, molti mi hanno chiesto di lasciarglielo per pubblicarlo, ma non ho voluto che i miei sentimenti, si tramutassero in lucro”
Intervista di Desirè Sara Serventi
Carismatica, versatile, artisticamente preparata e precisa nel suo lavoro. Stiamo parlando di lei, Lilli Manzini, nota doppiatrice italiana, che recentemente ha scritto e distribuito, gratuitamente, il suo libro, dal titolo “L’essenziale” a tutti coloro che ne hanno fatto, e ne stanno facendo richiesta. Sledet.com ha raggiunto Lilli Manzini che, con grinta e senza mezze parole ha parlato del suo lavoro autoriale che sta riscuotendo un grande successo tra i lettori.
L’essenziale è il titolo del suo lavoro autoriale. Che cosa racconta?
Racconta Lilli Manzini nella profondità più intima della sua anima. È un chiarissimo riferimento alla realtà di tutti i giorni, con i suoi amori, dolori, gioie, apprensioni, eccitazioni, inizio e termine.
Quando nasce l’idea di scrivere questo libro?
L’idea nasce il giorno in cui ho voluto fare un chiarimento con me stessa, è stato un meraviglioso esame di coscienza quotidiano; un confronto fra me e la mia mentalità “psico-filosofica”. Ritengo che questo libro sia molto utile a chi ha smarrito la strada dell’umiltà e della gratitudine per ciò che la natura ci dona ogni giorno della nostra vita.
Su quali basi ha scelto il titolo?
Sulla base del rispetto reciproco fra me e gli individui con i quali ho a che fare dalla mattina alla sera. Non è semplice dare adito alle teste di tutti quelli che non la pensano come te; inoltre si da sempre per scontato che tutto ciò che ci accade e viviamo, sia frutto di semplice continuità, ma non è così. Per comprendere la vita, bisogna soprattutto carpirne…l’Essenziale.
Per che cosa si caratterizza?
È uno specchio il cui riflesso è espresso nei nostri occhi, appunto lo specchio dell’anima. È il compimento supremo della voglia di mettersi in discussione laddove, nessuno ti comprende, laddove nessuno ti considera, laddove, di tanto in tanto, qualcuno che sa che esisti, sa anche “voler perdere” tempo per conoscerti davvero.
Che stile ha scelto di usare?
Uno stile psico-filosofico, ovvero: una raccolta di informazioni psicologiche, affiliate da una bellissima forma di filosofia, che fanno parte della mia parte più profonda e inarrivabile ai “soliti” che vivono di iniquità, ma solo a chi ha sofferto con ogni mezzo e che quindi sa perfettamente arrivare al mio cuore, come io al loro.
Quali sono gli elementi che voleva mettere in evidenza?
Innanzitutto la vita in se stessa, poi la volontà di andare avanti nonostante tutto e tutti. Io sono fatta così: pulita, vera, senza filtri.
Qual è stata la parte più complicata durante la stesura?
Il capitolo dell’abbandono. È terrificante quando credi fermamente nell’amore, nell’amicizia, nella famiglia, e questi, quando meno te l’aspetti, ti si rivoltano contro, solo perché non sei come loro… e facci caso che se ne accorgono solo dopo che hai fatto tanto per aiutarli, anche solo proponendoti senza voler ricevere. Poi, quando non servi più, ti buttano via come carta straccia. Purtroppo in molti casi, è un’esperienza che non puoi superare facilmente, ma certamente ne fai un monito affinché nel futuro, si possa gestire meglio chi si ha davanti. Non credo nel detto “Dai propri errori si impara, così non li fai più”. Sbagliare è essenziale per poter continuare a conoscere meglio se stessi, ma stavolta dosando più attentamente nel cuore e nella mente, la parola: iniziativa.
Qual è la miglior tecnica di scrittura per arrivare ai lettori e suscitare in loro un certo interesse?
In assoluto la tecnica dello scrivere tutto ciò che si pensa, senza nessuna esitazione. La vita è una sola e va rispettata.
Lei ha scelto di non mettere in commercio il suo libro per regalarlo a tutti coloro che ne hanno fatto e ne fanno richiesta. Da che cosa è stata dettata tale scelta?
Semplicemente dal fatto che a differenza di tanti scrittori che lo fanno per mestiere e che con i libri ci devono vivere, io lo faccio per amore del mio prossimo e per farmi conoscere senza che si sia obbligati a pagare per farlo. Editare un libro non è cosa da poco, molti mi hanno chiesto di lasciarglielo per pubblicarlo, ma non ho voluto che i miei sentimenti, si tramutassero in lucro. Con questo non voglio mancare di rispetto a chi lo scrittore lo fa di mestiere, ma io che di mestiere faccio la doppiatrice, ne consegue che non è da tutti, aprirsi come faccio io, che appartengo ad un mondo ben distinguibile dalla letteratura. Insomma, se scriverò altri libri, nuovamente li regalerò. Che vuoi farci, sono fatta così.
Vuol dire qualcosa sul mondo dell’editoria?
Sì. Piantatela di pubblicare libri di vip, che nemmeno li scrivono loro, e che parlano solo di cucina e di gossip sentimentali. Avete rotto le palle! A proposito, gli unici vip che riconosco sono gli scienziati e gli artisti a tutto tondo, e non gentucola popolina che non sa mettere due parole in fila, e che nella vita al massimo avrà letto due volumetti di Topolino, specialmente quella che ogni tanto la vedi in televisione, in prima serata come ospite o a condurre trasmissioni di dubbio livello. Vogliamo parlarne un attimo? Qui è come il cinema, il teatro e la musica: tre categorie di tutto rispetto, che negli ultimi 20 anni, sono finite nel cesso con conseguente tirata di sciacquone da parte di queste nuove generazioni smidollate e senza una minima cultura artistica. Mamma mia non farmi parlare oltre, altrimenti li faccio a pezzi.
A suo avviso il web da una mano a chi vuole farsi conoscere come scrittore?
Oramai il web da una mano a tutti, anche ai criminali. Continuate voi imbecilli modaioli, a farvi vedere in foto in vacanza con le gambe una sull’altra a mò di wurstel che fa tanto chic. A parte questo: sì, ritengo che il web sia un ottimo mezzo pubblicitario. Ho letto molti libri online e devo dire che per quanto manchi la bellezza di sfogliare un cartaceo, a volte è comodo. Ma sai anche cosa mi piacciono? Gli audiolibri. Ne ascolto una marea. Peccato non averne mai inciso uno… never say never again (James Bond docet).
Qual è il messaggio che vuole trasmettere ai lettori col suo libro?
Bisogna far leva solo su se stessi e sulle proprie convinzioni.
Che consiglio vuol dare alle persone che leggeranno la sua intervista?
Fatene un dogma, date retta a zia Lilli. Vi servirà un domani per dire ai nemici “Lilli Manzini mi ha infuso talmente tanta voglia di fare e di essere, che qualsiasi giudizio o critica facciate verso di me, non siete nulla in confronto al resto dell’universo” e agli amici: “Leggi le interviste della Lilli Manzini, ti arricchisce di buon umore”.
Attualmente in cosa è impegnata?
In Tv Movie e serie televisive, più ovviamente i miei piccoli sketch internettuologici che potrete visualizzare sia su Instagram digitando @lilli.manzini.official o su Facebook cercandomi con Lilli Manzini.
Progetti?
Più che altro mi affiderei volentieri ai progetti degli altri, tipo vorrei che inventassero un teletrasporto, così arriverei ovunque senza prendere aerei, treni, navi e macchine. Il mio retaggio, mi ha privato della possibilità di spostarmi dalla regione Lazio. Ho il terrore di viaggiare. È uno stress pazzesco psicologico. Ho provato a guarire, ma visto che non è una malattia, ma è solo disabitudine, mi sono detta, oramai è andata così, affidati al caro amico Alberto Angela e prosit, i viaggi te li fai virtualmente con lui.
Vuole aggiungere altro?
Sì. Non affiliatevi mai alle cricche, ai gruppetti, alle lobbie, perché se lo fate non è detto che vi portino in alto, su di un piatto d’argento per sempre; alcuni vi tengono all’amo per tranciare poi la lenza quando ancora pensavate di appartenergli come un fratello o una sorella; ma soprattutto, prima di credere nel “do ut des” aspettate prima che si facciano avanti gli altri verso di voi, solo così capirete le loro vere intenzioni su ciò che realmente pensano della vostra professionalità. Non siete voi a dovervi arrabattare per essere credibili agli occhi degli altri, ma gli altri a doversi fare un esame di coscienza per evitare di giocare gratuitamente (e anche non), con le vostre preziose vite. In ultimo: non fate i leccaculo con chi apprezza i falsi complimenti, perché se gli altri si sono insozzati, non è detto che dobbiate fare la medesima fine: c’è sempre una seconda scelta. Rammentatevelo: siate persone e non gente.
Sledet.com ringrazia per l’intervista Lilli Manzini, e ad maiora!