“Oggi so che esistono persone che sanno trovare un ago in un pagliaio, persone che non guardano solo la bellezza di un quadro ma anche la bravura di chi l’ha fatto”, dice Malara
Intervista di Desirè Sara Serventi
Tanta gavetta e diversi i ruoli da protagonista per l’attore Saverio Malara, che ha spaziato il suo percorso lavorativo tra cinema, teatro e televisione, mostrando in ogni personaggio da lui interpretato il talento e la passione per la recitazione. Recentemente il suo impegno nel mondo dello spettacolo, non è passato inosservato a Francesco Fiumarella e al suo staff, che ha riconosciuto in Saverio, una personaggio che merita un riconoscimento per il lavoro svolto negli anni della sua carriera. L’attore Malara, ha infatti ricevuto l’importante Premio Vincenzo Crocitti, come “Attore in carriera dell’anno”, un riconoscimento questo, che rappresenta per lui tanto a livello professionale, e non solo.
Quando è nata la tua passione per la recitazione?
Avevo undici anni e assistevo ad una commedia in vernacolo sulla piazza della Chiesa di S. Giovanni Battista del mio paese, la trama e i movimenti scenici mi hanno coinvolto totalmente tanto, che a fine commedia tirai letteralmente dalla giacca il regista dicendogli che volevo fare teatro.
Dove ti sei formato artisticamente?
Mi sono formato nel gruppo della Chiesa di S. Giovanni, e ho fatto tanta gavetta, anche se quasi da subito apparivo tra gli attori protagonisti. Poi sono arrivate richieste ed apprezzamenti di enti locali, privati e pubblici, per esibizioni della compagnia teatrale di cui facevo parte.
Come è stato il tuo percorso lavorativo?
E’ stato tutto in salita.
Per quale motivo?
Non vi erano soldi, attrezzature proprie, palchi, scenografie da montare e smontare ad ogni spettacolo, e soprattutto si lavorava gratuitamente, infatti col passare degli anni il gruppo si faceva sempre più piccolo, ma io e tanti altri abbiamo continuato a crederci, e poi pian piano qualche risultato si è visto nonostante non ero in cerca di popolarità ma solo della voglia e della libertà di trovare uno spazio dove poter esprimere la più grande forma d’arte esistente da sempre, il teatro.
Teatro, cinema o televisione?
Sono tutti mondi fantastici ma con tempi diversi. Il teatro per me non è un luogo, ma una forma di vita perfetta dove tutto è ritmato e omogeneo, mentre il cinema e la televisione hanno dei tempi più frenetici e di una precisione assoluta, dove tutto deve filare senza sbavature. Dietro ogni film ci sono quelle persone che mandano avanti una macchina perfetta, e che spesso non compaiono nei titoli di coda. Amo entrambi i lati di questo magnifico mondo, senza preferenze.
E’ difficile emergere in questo settore?
E’ difficilissimo, specialmente quando ti trovi in un contesto dove questo genere d’arte è sottovalutata o peggio ancora screditata. Al Sud tutto è difficile, specie quando la tua città non risponde al tuo passo, perché orientata ad altri interessi.
Sei impegnato in Teatro con i giovani. Di cosa ti occupi?
Sono impegnato con la Compagnia “Piccolo Teatro la Scaletta”, un piccolo teatro dove riusciamo a fatica a coinvolgere i giovani ad amare l’arte della recitazione. Abbiamo un bel gruppo col maestro Pietro Paolo Molina e anche il sostegno di tanti professionisti, e attualmente abbiamo una quindicina di ragazzi che magari siamo riusciti a sottrarre alla monotonia o peggio alla delinquenza.
Recentemente hai ricevuto il Premio Vincenzo Crocitti. Vuoi parlarne?
Per me è stata la cosa più bella che mi poteva capitare. Quando mi informarono della selezione non ci credevo. Arrivato a Roma ho trovato persone fantastiche, di una genuinità e umanità fuori dal comune. Arrivavo come uno sconosciuto invece, in pochi minuti mi sono sentito a casa, uno di loro insomma. Francesco, Antonio, Carmen e tutti gli altri, hanno fatto un lavoro encomiabile. Quando mi è stato consegnato il Premio come “Attore in carriera dell’anno” non potevo crederci.
Cosa ha significato per te questo premio?
E’ di sicuro qualcosa che porterò con me per sempre. Oggi so che esistono persone che sanno trovare un ago in un pagliaio, persone che non guardano solo la bellezza di un quadro, ma anche la bravura di chi l’ha fatto, insomma, degli angeli che portano alla luce tutto il buono e il bello della gente “invisibile”.
Attualmente in cosa sei impegnato?
Sono impegnato in teatro dove stiamo preparando un lavoro da portare nelle scuole.
Progetti?
Tanti, ma al momento non mi è consentito parlarne.
Vuoi lasciare un messaggio ai lettori di Sledet.com?
Ai lettori auguro una vita piena di entusiasmo. Se avete figli o nipoti, fategli provare a recitare, suonare e ballare. Magari non diventeranno grandi attori, grandi musicisti o grandi ballerini, ma di certo non diventeranno dei cattivi adulti.
Vuoi aggiungere altro?
Voglio ringraziare prima di tutto Sledet.com e poi tutti i miei amici che in trentatré anni hanno condiviso con me la strada che ancora oggi percorro, e che auguro a tutti di trovare. E un ringraziamento particolare lo devo oggi e per sempre a Francesco Fiumarella e allo staff Premio Vincenzo Crocitti.
Sledet.com ringrazia per l’intervista Saverio Malara, e ad maiora!
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