“Il vento e le onde non sono mai uguali. Il nostro sport è bello perché ogni volta puoi fare qualcosa di diverso”
Intervista di Desirè Sara Serventi
E’ uno tra i più conosciuti windsurfisti italiani, Raimondo Gasperini, e non solo per i suoi risultati sportivi, ma anche perché ha inventato la prima rampa artificiale che simula il salto sull’onda in acqua piatta. Le sue specialità sono sempre state i salti e le acrobazie un po’ più scatenate, riuscendo sempre ad attirare positivamente la giuria e il pubblico. Punta molto sui giovani talenti, infatti svolge con competenza e professionalità anche il ruolo di talent scout. I microfoni di Sledet.com hanno raggiunto Gasperini che si è raccontato.
Quando è nata la sua passione per il windsurf?
E’ nata da ragazzino. Stavo a Marina di San Nicola, una spiaggia di Roma, quando ho visto un ragazzo che faceva questo sport, e ho detto: voglio farlo anche io. Da lì poi, è iniziata la voglia di provare e cominciare così a farlo. E che dire, ho sempre la stessa passione di quando ho iniziato, e non è solo perché sono arrivati i risultati e il successo, ma proprio perché è uno sport che mi piace fare.
Lei ha vinto in tutte le specialità che riguardano questo sport?
Sì. Ho iniziato a fare le gare di campionato sia regionale che nazionale arrivando sempre ai vertici. Poi ho iniziato a vincere i titoli italiani in tutte le sfaccettature di questo sport, che vanno dalla velocità, all’acrobatico, alle onde.
A proposito di onde, lei è sempre stato attratto da queste?
Io sono sempre stato amante delle onde. In quegli anni però andava di moda fare la velocità, e quindi ho iniziato con questa, anche perché era quella che interessava agli sponsor, per cui se tu la praticavi ti sponsorizzavano. Però nel privato io mi allenavo sempre tra le onde nell’acrobatico, che è sempre stata la mia grande passione.
Qual è la gara che le ha lasciato il segno?
Una delle più belle e divertenti a cui ho partecipato è stata nel 1999, la King of the Lak, una gara che si disputava sul Lago di Garda.
Ed è proprio nel 1999 che lei ha ideato e realizzato mentre si trovava sul Lago di Garda, il primo Freestyle stage nel windsurf?
Esatto. E’ stato proprio lì che ho avuto l’idea di avvicinare la gente al mondo del freestyle. Le persone infatti lo vedevano come un qualcosa di troppo difficile, un po’ troppo lontano dalla realtà. In effetti è difficile, però se si viene seguiti da un istruttore che sta loro dietro, come faccio io, allora si possono fare dei passi da gigante in breve tempo.
Lei è uno dei più conosciuti tra i windsurfisti, e non solo per i suoi risultati sportivi, ma anche perché ha inventato la prima rampa artificiale che simula il salto sull’onda in acqua piatta. Come è nata l’idea?
Le mie specialità sono sempre state i salti, le acrobazie un po’ più pazze e scatenate, anche perché, in una gara vince l’atleta più estroso, più spettacolare, quello che fa rimanere i giudici con la bocca aperta. In Italia abbiamo tantissimi posti dove c’è vento forte, però l’acqua è piatta, come in Sardegna, Sicilia, Lazio, allora insieme a Red Bull, che è lo sponsor che negli anni mi ha dato più carta bianca su progetti di innovazione, ho studiato insieme a Pino Bucci che è un artigiano molto estroso, la prima rampa per saltare con il windsurf su acqua piatta.
In cosa consiste?
Praticamente è una sorta di trampolino come quello che si usa nello sci d’acqua, con la differenza però, che ci deve poter passare un windsurf, e quindi è un qualcosa di molto più tecnico, con dei galleggianti per metterla ovunque. Il trampolino ha avuto un successo pazzesco, anche perché siamo stati i primi al mondo a farla a questo livello e in tutta sicurezza senza pericolo di farsi male, infatti io ci facevo saltare anche i ragazzi per insegnarli a saltare sull’acqua piatta.
Quanto conta la tattica in una gara?
Molto. Durante una gara non puoi dare libero spazio al tuo estro e al tuo modo di fare in acqua, ma devi colpire l’attenzione di chi ti deve dare un giudizio, cioè bisogna andare a colpire dove vogliono loro, ed è per questo che spesso e volentieri uno si deve studiare la tattica di gara, e si deve preparare per tutte quelle manovre che in qualche modo danno la possibilità di vincere. Quindi c’è dietro tutto un lavoro di tattica.
Le manovre fatte in gara seguono una precisa successione?
No. Bisogna adattare ogni manovra al momento, perché il vento e le onde non sono mai uguali. Il nostro sport è bello proprio per questo, perché ogni volta puoi fare qualcosa di diverso. C’è sempre da imparare.
Lei va sempre alla ricerca della miglior condizione per praticare questo sport?
Io vado sempre alla ricerca della migliore condizione che va dalla più semplice alla più estrema. Uno deve assaporare questo sport in tutte le condizioni, sia col vento leggero che col vento forte. Lo sport è bello a tutti i livelli.
A suo avviso quali sono i luoghi migliori per surfare?
Dipende dalle zone. Abbiamo Santa Marinella che è uno dei posti migliori anche per il surf da onda. Poi noi abbiamo la fortuna di avere vicino la Sardegna, che è meravigliosa e non ha nulla di invidiare a nessun posto al mondo.
Lei è un rider noto a livello mondiale per aver inventato numerosi salti acrobatici. Si può dire che lei è sempre sulla cresta dell’onda?
Io come pochi altri veramente appassionati e che ne hanno fatto il loro stile di vita, ho avuto, e ho ancora una lungimiranza atletica importante che mi ha fatto stare più sul pezzo, e più stai sul pezzo più ti conoscono.
Ci vuol dire tra le gare vinte quelle che ricorda con più piacere?
Ho vinto in tutte le discipline. Sono stato campione italiano di slalom, campione italiano nell’acrobatico nel freestyle, campione italiano nel wave. Poi a livello internazionale ci sono tutti i vari piazzamenti nella top ten in coppa del mondo. Sono uno dei pochi italiani che ha partecipato al circuito indoor, e sono arrivato al secondo posto in coppa del mondo in freestyle in Costa Brava, e attualmente credo sia uno dei risultati migliori per un atleta italiano in coppa del mondo. Sono dei risultati questi che ricordo con molto piacere, però c’è ne sono tanti altri.
Cos’è per lei il windsurf?
Il mio stile di vita, lo svago, il divertimento, la passione, un mix senza cui non ci si può stare assolutamente.
Chi è Raimondo quando non cavalca le onde?
Cerco di dedicare tanto tempo ai miei figli. Ho avuto la fortuna che a loro piace fare sport e quindi cerco di coinvolgerli nel farlo. Poi sono sempre alla ricerca di qualche progetto ed esperienza nuova.
Che consiglio vuol dare ai giovani che vorrebbero affacciarsi alla sua professione?
Consiglio all’inizio di affidarsi sempre ad una struttura qualificata gestita da appassionati e da professionisti. Per i ragazzi che si vogliono affacciare al professionismo ci vuole tanta umiltà e tenacia, perché è un mondo difficile, ci vuole molto allenamento e tanti sacrifici, che sono comunque ripagati.
Sledet.com ringrazia per l’intervista Raimondo Gasperini, e ad maiora!