A tu per tu con Queralt Badalamenti, il volto della pubblicità italiana


“La bellezza e la perfezione negli spot non è determinante. Credo che la caratteristica più importante in questo lavoro sia la professionalità” 

Intervista di Desirè Sara Serventi 

Quando si parla di pubblicità chi del settore sa benissimo che movimenti, parole ed espressioni devono essere precisi e i tempi ben calcolati per portare sugli schermi un risultato perfetto, ma chi come Queralt Badalamenti, può vantare una naturale predisposizione verso questa professione riesce non solo ad interpretare qualsiasi ruolo venga lei affidato, ma con naturalezza e spontaneità riesce a fare totalmente suo il personaggio, mettendo quindi in evidenza tutto ciò che il copione impone. Le sue doti artistiche non sono passate inosservate né al cinema né in televisione, e infatti ad oggi Queralt è il volto più noto delle pubblicità italiane. Sledet.com ha raggiunto Queralt Badalamenti che con la simpatia che la caratterizza, ha parlato del suo lavoro.

Da quando ha iniziato con gli spot nel 2013, lei è diventata il volto più noto della pubblicità italiana. Che ricordo ha dei suoi inizi?
Mi fa sempre sorridere essere riconosciuta come il volto della pubblicità italiana. Questa cosa continua a farmi arrossire anche dopo 6 anni… Fermi tutti: 6 anni?! Veramente sono passati 6 anni?

Dove si è formata artisticamente?
Con mia grande sorpresa ho iniziato da subito a lavorare in questo mondo. Nel frattempo ho continuato e concluso i miei studi universitari. Inizialmente ho imparato sul campo, cercando di assorbire gli insegnamenti di colleghi e professionisti del settore. Poi quando mi sono trovata di fronte a ruoli da protagonista per serie o cinema ho deciso di chiedere l’aiuto di una actor coach e successivamente ho studiato in una scuola di recitazione in lingua inglese.

Come si svolgono le audizioni?
In genere si presentano tanti attori. Bisogna armarsi di pazienza e seguire le indicazioni del casting Director nella maniera più seria e professionale possibile. Spesso richiedono una parte recitata e ultimamente è richiesta la conoscenza della lingua inglese.

Movimenti e parole negli spot devono essere precisi e i tempi ben calcolati. Che tecniche utilizza per poter interpretare al meglio il personaggio che deve interpretare?
I 30 secondi dello spot sono imprescindibili (a volte sono 15). Le parole, le espressioni, i movimenti sono calcolati al dettaglio. I tempi così serrati purtroppo danno poco spazio all’interpretazione ma a volte capita che il regista dia respiro alla recitazione dell’attore (che verrà successivamente odiato dal montatore… ). Ndr ride

Come è evoluto lo spot a livello recitativo?
In questi anni noto che l’imperfezione piace. Parlare con una dizione buona ma non perfetta rende la recitazione più naturale. E sempre più spesso i registi prima di iniziare dicono “facciamola meno pubblicitaria”.

Quanto tempo ci vuole in genere per girare uno spot?
Per girare 30 secondi di spot ci vogliono da 1 a 2 giorni (per volvo ce ne son voluti 10). Bisogna calcolare un mesetto di pre produzione e qualche settimana di post produzione… quindi aggiungendo lo shooting direi che dietro a 30 secondi di spot ci sono due mesi di lavoro… adesso ti sentirai un po’ in colpa a cambiare canale?!? Ndr Ride

Qual è lo spot a cui è più legata?
Dalani (adesso Westwing) mi ha dato tanto. Essere la loro testimonial è stato stupendo perché ho lavorato con un team meraviglioso, sono stata diretta da Lucini ed il mio personaggio mi ha portata nelle case degli Italiani per come sono veramente. Sono ancora legata al brand (in cui acquisto compulsivamente) e a chi ci lavora (dopo anni ci sentiamo e vediamo ancora).

Che caratteristiche deve avere un’attrice pubblicitaria per fare la differenza?
La bellezza e la perfezione negli spot non è determinante. Credo che la caratteristica più importante in questo lavoro sia la professionalità. Siamo solo un piccolo anello della catena, quindi dobbiamo rimanere concentrati sul set, arrivare avendo già studiato le battute, non fare le ore piccole la sera prima e collaborazione con tutte le altre figure professionali (non sai quante volte ho visto colleghe lamentarsi del colore del vestito o dell’ombretto che le avevano messo). Siamo privilegiati perché siamo pagati per recitare, quindi poche storie!

Vuol raccontare un aneddoto che le è capitato durante uno spot?
Ricordi lo spot di Dalani in cui ho rotto il vaso? Ecco: l’ho rotto per sbaglio durante la prova. Non era stato fissato bene (e forse io non controllo la mia super forza) quindi la produzione ha chiamato pausa ed un povero attrezzista ha passato la sua pausa pranzo ad incollarne i pezzi. Ogni volta che lo rincontro sul set gli chiedo ancora scusa. Anzi ne approfitto anche qui: Scusa Emilio!

Qual è lo spot, cui interpretazione, le ha creato più difficoltà?
Uno spot per better in cui recitavo la parte di una simil Lara Croft de noi artri… giravamo in un parco portoghese pieno di ponti sospesi… ed io soffro di vertigini! Non avevo il coraggio di dirlo alla troupe quindi cercavo di gestire la paura da sola… ci sono riuscita ma riguardando lo spot diciamo che non ho tutta questa leggiadria.

Cosa rappresenta per lei il mondo della recitazione?
È un mondo a cui devo tanto. Ancora mi sembra incredibile farne parte.

Lei sta scrivendo un libro. Che cosa racconta?
È una raccolta di lettere dedicate alla mia città, alle esperienze che ho vissuto e agli uomini che hanno incrociato il mio cammino. Spesso scrivo quando sto male e non so come esprimere quello che provo. La stesura è ferma da un po’ quindi è un buon segno!

In un suo articolo scritto per Lefunkymamas.com lei scrive: “Sai che c’è? Ho successo perché sono fottutissimante brava!”. Vuol spiegarci l’importanza della consapevolezza per una persona?
Non era riferito a me ma a tutte le donne in carriera. Spesso la società di fronte ad una donna che ha successo sul lavoro la accusa di trascurare la famiglia o di aver avuto liesones ai piani alti. Difficilmente quando un uomo ha successo gli si chiede “ma lavorando così tanto come fai con i bambini?”. Quindi dovremmo prenderci il diritto di dire “se guadagno più di mio marito non è perché il capo mi ha fatto un favore o perché trascuro la famiglia: ho successo perché sono fottutissimamente brava”.

Che consiglio può dare a chi vorrebbe intraprendere questa professione?
Inizialmente di farlo come lavoro extra. La concorrenza è tanta quindi è difficile campare con uno spot al mese, (pagamento a 90 giorni se va bene). Ci sono mesi come luglio, agosto, dicembre e gennaio in sui si lavora molto poco.

Chi è Queralt quando si spengono le luci dei riflettori?
Non so bene chi sono e da poco ho smesso di chiedermelo. Mi piace mettermi alla prova, cambiare e riscoprirmi. In questo momento sono un fiume di idee e progetti alcuni realizzabili altri meno… ma mi piace avere sempre la mente attiva. Capisco sia difficile starmi dietro, un giorno voglio aprire un ristorante, quello dopo dipingere ceramiche… chissà magari un giorno farò tutto questo. L’importante è essere circondata da chi crede in me e nei miei (matti) progetti… altrimenti mi spengo.

Attualmente in cosa è impegnata?
Da circa un mese ho preso parte ad un progetto bellissimo: si chiama Officine Balena e permette ai progetti musicali inediti ed underground milanesi più promettenti di esibirsi in locali meravigliosi. Oltre ad aiutare nell’organizzazione e ad occuparmi della comunicazione presenterò tutti i live.

Progetti?
Le cose belle non andrebbero progettate, dovremmo permettere alla vita di regalarcele. I progetti lavorativi li ho detti, quelli personali invece preferisco dirli sottovoce.

Vuole aggiungere altro?
Vorrei ringraziare le persone che mi sostengono. Mi lascia ancora senza parole ricevere messaggi di affetto e sostegno da loro. Alcuni mi seguono dagli inizi e con loro si è instaurato un rapporto di amicizia virtuale. Ne approfitto per chiedere ai lettori che non mi conoscono di metterci like a Officine Balena: siamo appena nati ed abbiamo tanto bisogno di crescere!

Sledet.com ringrazia per l’intervista Queralt Badalamenti, e ad maiora!

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