A tu per tu con la doppiatrice e direttrice del doppiaggio Lilli Manzini


“La meritocrazia e i valori non esistono più perché sono stati soppiantati dalla modernizzazione ma soprattutto da tutti quei colleghi raccomandati”

Intervista di Desirè Sara Serventi

Quando si parla di scendere in campo a tutela della categoria dei doppiatori e della meritocrazia, non teme confronti, in quanto è sempre e solo lei che si fa largo sui social per rivendicare a gran voce il diritto dei valori insegnati dai grandi maestri del doppiaggio. Stiamo parlando di lei, la grintosa e guerriera, Lilli Manzini, un’artista che di fatto non necessita di presentazioni, perché negli anni si è fatta conoscere per il suo innato talento nell’ambito del doppiaggio e perfezionato sempre più con lo studio. Sledet.com ha raggiunto Lilli Manzini che ci ha parlato del suo ambiente lavorativo.

Lei fa parte della vecchia scuola del doppiaggio. Per che cosa si differenzia con quella attuale?

La differenza tra la vecchia scuola e quella di oggi, è in assoluto il modo di recitare. Io mi rendo conto sempre di più che i doppiatori di oggi, come dice un grandissimo mio collega, sono più dei lettori che degli attori doppiatori. Ovviamente io parlo per quella parte che ancora non ha capito che la qualità è la cosa più importante per andare avanti in questo mestiere, la tecnica viene dopo. Il significato poi di “vecchia scuola” è talmente importante per me, e per tutti quelli della mia generazione, che dovrei spendere migliaia e migliaia di parole, per poter far capire ai colleghi di questa nuova generazione, che cosa significa arte con la A maiuscola. Ho cominciato da piccola, e ho imparato lavorando con grandissimi maestri, tra cui Renato Izzo, mio nonno Arturo Dominici e Giuseppe Rinaldi.

Sempre più spesso in Italia, vengono chiamati per il doppiaggio personaggi famosi. A suo avviso la parola talent stona con il doppiaggio?

A mio avviso la parola talent, uccide il doppiaggio! Purtroppo esiste una cosa molto grave in questa società, che si chiama potere imprenditoriale, a causa del quale, questa piaga che ormai aleggia da anni e anni nel nostro settore, ci mette nelle condizioni di essere bistrattati, perdendo ruoli, eventuali provini, mole di lavoro, perché “quel” qualcosa di più grande di noi, pretende che personaggi del mondo del gossip, che nulla hanno a che vedere con la recitazione, soprattutto al leggio, debbano essere inseriti per forza in un contesto da sempre a loro sconosciuto, e che porta noi professionisti del mestiere, a sentirci sbeffeggiati, scavalcati e inferiori, perché un personaggio alla moda, in quel momento, vale più di noi.

I suoi video sui social, stanno facendo discutere. Cosa la spinge a scendere in campo in difesa della sua categoria?

Semplicemente il fatto di rivendicare il diritto dei valori che ci hanno insegnato i nostri maestri in un passato che non tornerà più. Io sono indignata dal grande senso di menefreghismo che aleggia nelle sale, come anche sono schifata della totale mancanza di rispetto per i miei colleghi della vecchia scuola che sono stati sfruttati fino al midollo, spremuti come dei limoni per anni e anni, e poi buttati via come dei fazzoletti usati; persone che avevano fatto crescere altri nostri colleghi, e che questi neanche hanno la buona creanza di chiamarli ai loro turni, perché ancora oggi si pensa che una voce che non dà più quell’intonazione che serviva un tempo, adesso non serve più. Sento dire i colleghi che giustamente si lamentano perché gli viene detto che hanno una voce particolare e non funzionerebbe per i prodotti di oggi.

Per che cosa combatte?

Io combatto per la meritocrazia; combatto affinché tutti, e dico tutti, riescano a lavorare a rotazione; pretendo che realtà come la ‘mafia’, la ‘massoneria’, e le ‘pratiche private’, siano debellate dal mio ambiente, per lasciare spazio a un ritorno di umiltà e di bellezza di questo splendido mestiere che c’è stato insegnato da persone perbene… fortunatamente al giorno d’oggi ancora esistono colleghi che sanno fare in maniera eccellente il proprio lavoro e al contempo sono brave persone… Ma stiamo parlando di merce rara, me compresa.

I suoi colleghi la supportano?

Diciamo solo che mi sopportano. Scherzi a parte, che poi tanto scherzo non è… ci sono molti colleghi che se ne fregano altamente di tutto quello che faccio e dico, e da una parte sono contenta, perché la mia è una battaglia assolutamente personale, perché vengo da una scuola dove si insegnavano i veri valori artistici e non certo le stronzate che vediamo oggi fra colleghi. Ma posso dire con grande fermezza, che moltissimi miei colleghi sono concordi con quello che dico, magari non tutto, perché non si può essere tutti uguali, ma non possono esprimerlo come me per paura di compromettersi, e questo lo capisco perfettamente… mi hanno addirittura incitato a dire quello che penso nelle assemblee, quelle che si fanno sia di persona che online, ma io ho esplicitamente spiegato, anche in un video, che non lo faccio perché le assemblee sono formate al 90% da gente schierata da una parte, da gruppi sostenitori di adepti e critiche idiote, e quindi tutto quello che potrei affermare nel giusto e nel vero, verrebbe sbeffeggiato. Già più di una volta sono stata derisa da alcuni di questi, su commenti inneggianti lo sberleffo nei miei confronti sotto post di loro colleghi o post di loro stessi, quindi non mi abbasso alla mentalità di questa gentucola. Alla fine dei giochi, sono io che preferisco metterci la faccia e il mio coraggio, gli altri possono solo sentirmi… se lo desidereranno.

A suo avviso l’ambiente del doppiaggio è soggetto a invidie e competitività?

L’ambiente del doppiaggio, è praticamente lo status symbol della creazione dell’invidia e della competitività. Se non in rari casi, non troverete mai un collega che pubblicizzi l’altro, oppure un collega che sostenga l’altro, oppure un collega che aiuti l’altro, perché la voglia di strafare, di coltivare il proprio orto all’insaputa di tutti, e a mettere in sordina la propria carriera, è alla base della forma mentis di questi individui, che invece di sostenersi nel nome del bene e dell’unione della categoria, diventano inevitabilmente i fautori di una “guerra delle parti” che li porterà giorno dopo giorno, fino alla fine dei tempi, ad essere i facchini di loro stessi, oltre a fare un danno abnorme alla qualità di questo mestiere.

In che modo funzionano i provini dei doppiatori?

Perché esistono ancora i provini per i doppiatori? Io so che al giorno d’oggi esistono soltanto direttori che mandano proposte al cliente. Una cosa che ritengo assurda. Raramente puoi fare un provino su parte, ma se volete comunque sapere come funziona, diciamo che a seconda di quanto sia noto il doppiatore e a seconda di quante volte quel doppiatore ha doppiato quell’attore in quei determinati film, e a seconda del tipo di voce che desidera il cliente sul volto di quell’attore, si chiamano ai provini all’incirca tre/cinque persone; si fanno fare delle prove su quella scena specifica del film, o della serie, o del cartone, e poi si manda il tutto al cliente, che visionerà le scene doppiate, sceglierà la voce adatta al personaggio della lavorazione da editare, e il gioco è fatto. Se riesci ad avere fortuna con quell’attore, te lo becchi per tutta la vita, e diventi ricco. Lasciate comunque che vi dica che un tempo gli attori venivano scelti dal direttore, cosa che adesso non esiste più… anche se devo ammettere che, per quanto mi riguarda, se aspettassi di essere distribuita dei miei colleghi doppiatori, mi farei vecchia.

Che caratteristiche deve avere un doppiatore per fare la differenza?

In assoluto deve essere portato ad avere una grande personalità artistica. Non dimentichiamoci che il doppiatore è comunque un attore, quindi deve usare al meglio il suo talento sfruttando la mimica, l’istrionità, la comicità, la drammaticità, insomma, ogni piccola sfaccettatura del suo essere artista. Solo così può essere credibile al leggio e fare quindi la differenza. Talentuosi si nasce,  non ci si diventa. Il talento è un dono che va preservato in tutte le sue forme.

Meritocrazia e valore sono presenti nel doppiaggio?

In rarissimi casi. La meritocrazia e i valori, oramai non esistono più perché sono stati soppiantati dalla modernizzazione delle serie, dei film, dei cartoni animati. Ma soprattutto da tutti quei colleghi raccomandati da chi vuole il lavoro facile, veloce, tutto uguale, con voci intercambiabili, che non sanno esprimere un minimo di sentimento, perché troppo impegnati ad essere tecnologicamente perfetti. Tutto questo porta ad essere tutti come delle macchinette, nelle quali infili il gettone, tiri il braccetto, e vai avanti a parlare fino a che non ti si fonde la lingua e il cervello. Spero tanto che questo cambi, perché combatterò fino alla fine della mia vita, affinché ritorni la meritocrazia e il valore di un doppiaggio pulito e bello come quello di un tempo.

Lilli Manzini in direzione

Lei è sia doppiatrice che direttrice del doppiaggio. In veste di direttrice, qual è la prima cosa che dice ai doppiatori?

Di mettere da parte la perfezione della tecnica doppiaggesca, e concentrarsi di più su una recitazione qualitativa. Oggigiorno, soprattutto i giovani, sono abituati a strafare e a me questo non piace, perché gli viene insegnato ad essere sempre più perfetti e questo non fa parte del mio credo recitativo. Già è tanto che in quest’epoca c’è una forte ascesa di colleghi direttori che ‘sfidano’ i doppiatori invece di farli crescere incamminandosi con loro in questo percorso.

Chi è Lilli?

I giornalisti mi hanno denominata il messia del doppiaggio. Io mi denomino altresì una battagliera… Certamente, visti i tempi, sono una che lavora meno degli altri, che magari fanno 40/50 turni al mese, però quando lavoro, lavoro benissimo, tant’è che sono stata riconosciuta da registi, funzionari e clienti di Rai, Mediaset, Sky, Disney+ e TV8, come una delle più brave doppiatrice italiane, insieme ai miei colleghi della vecchia scuola. Di questo devo ringraziare i direttori che mi mandano avanti per il mio talento, la mia professionalità, la mia esperienza, la mia qualità interpretativa, ma soprattutto, per il mio grande amore per questo mestiere. Questa è la parte migliore di questo ambiente: sono colleghi direttori seri, che ti fanno lavorare a prescindere dalla tua “Carta d’identità”, noi siamo voci non cose, come invece fanno gli altri, che ben sanno quanto valgo, ma non mi chiamano a lavorare solo perché gli sto sulle palle o semplicemente perché non mi comporto come loro… Dio ce ne scampi da questi individui, per carità. E quella è la parte peggiore di questo ambiente.

Che consiglio vuol dare a chi si affaccia nel mondo del doppiaggio?

Bisogna studiare tanto, tantissimo. Bisogna essere capaci di dare completamente se stessi all’arte della recitazione, non dimenticandosi mai che tutto quello che si fa per questo mestiere, si fa per amore dell’interpretazione. Noi doppiatori potremmo essere definiti come degli imitatori, ma non è del tutto così. Io dico sempre ai giovani che si affacciano a questo mestiere, che non devono assolutamente perdere loro stessi, la loro personalità, il loro modo di pensare e di agire, devono essere sempre umili e cercare in tutti modi di non cadere nelle trappole delle caste, delle massonerie, delle mafiette, delle ciarle di condominio e di tutti quelli li portano a sé, come adepti, cambiandogli una buona parte della loro pura personalità; solo così potranno fare una bellissima carriera, ma devono metterci molta autostima e avere tanta forza di volontà, oltre ad avere un grande stomaco per ingoiare tutti i rospi che dovranno mandare giù, giorno dopo giorno.

Attualmente in cosa è impegnata?

No comment… ho firmato delle liberatorie. Ndr: sorride

Vuole aggiungere altro?

Sì. Leggete il Vangelo. E a chi non crede, fatevi quotidianamente un esame di coscienza, perché nessuno è in grado di stabilire come giudicare una persona senza che questi prima, sia riuscito a giudicare se stesso.

Sledet.com ringrazia per l’intervista Lilli Manzini, e ad maiora!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.