“Ogni volta che interpreto un ruolo antico, mi sento una donna d’altri tempi, giusta per quel personaggio”
Intervista di Nicoletta Barra
Quali emozioni si provano a incarnare ruoli antichi a teatro? Lesbia, Salomè, Circe, Oloferne, sono solo alcuni dei ruoli interpretati dall’attrice romana Francesca Rasi che oggi si dichiara aperta alla sfida di interpretarne dei nuovi. La magia del tempo ma soprattutto l’ispirazione giusta di entrare in sintonia con le grandi donne, radici della storia, dà quel giusto valore al magico ruolo dell’attore.
Quali personaggi del teatro antico hai interpretato?
Lesbia ne “Il Dono di Lesbia”, Regia di Cesare Cesarini, presso il Teatro della Scuola Popolare di Musica di Testaccio, Roma. Salomè, in “Io e Salomè: Regia di C. Cesarini; una rivisitazione video del mito di Salomè. E’ stato il primo episodio di una trilogia, ideata da Cesare Cesarini, a cui si aggiungono “Calypso” e “Colori”.
Circe, in un prezioso lavoro fotografico per un’opera di Andrea Neri.
Salomè, Giuditta e Oloferne per uno splendido lavoro fotografico del fotografo Marco Pasqua,
con favolosi costumi realizzati da Rosamaria Francucci.
Qual è il personaggio in cui ti sei riconosciuta maggiormente?
Sicuramente Salomè, personaggio ambiguo e difficile. È stato un viaggio introspettivo alla ricerca della follia tra il vorticoso danzare dell’Io di una intensa e implacabile Salomè, con gli occhi affilati come coltelli e la bocca come una fragola velenosa. Intensa, emozionante, bellissima da interpretare. Ringrazio Cesare Cesarini, Regista e Attore nel ruolo di Erode.
C’è un personaggio che non hai ancora interpretato e ti piacerebbe invece portare in scena?
Tutti quelli che mi offriranno: con gioia li accoglierò.
Ti senti più attrice moderna o antica?
Pur essendo dell’anno 1977, mi sento una donna antica. Ogni volta che interpreto un ruolo antico, mi sento una donna d’altri tempi, giusta per quel personaggio.
Quali sono le differenze tra il teatro moderno-contemporaneo e quello antico?
Il teatro antico, soprattutto quello greco, serviva per educare lo spettatore oltre che per divertirlo. Aristotele riteneva che si dovessero rispettare il tempo, il luogo e i fatti; accadeva spesso che una scena durasse tutto il giorno. Prima grande differenza con il teatro moderno che ha una durata di circa 1 h mezza / 3 h circa. Fino alla riforma di Goldoni, la commedia veniva rappresentata con i soliti personaggi; soltanto dopo si comincia a studiare un copione e ad analizzare la psicologia dei personaggi. Oggi se non studi il personaggio a livello profondo, credo non si possa interpretarlo a dovere.
Come ti prepari per entrare nello spirito di un personaggio antico?
Ne studio la storia e il carattere; assisto a spettacoli e guardo film vecchi e poi seguo molto le indicazioni del regista che è fondamentale per capire quali sentimenti e sfaccettature far emergere.
A quale modello attoriale di teatro o cinema antico ti ispiri professionalmente?
Rita Hayworth, Paola Borboni, Rossella Falk e Paola Quattrini con cui ho avuto l’onore di condividere il palco il 26 Maggio al Teatro Quirino di Roma.
Francesca Rasi è un personaggio contemporaneo, moderno o antico? Perché?
Francesca è un personaggio d’altri tempi; un mix di volti, tra Oriente e Occidente; a volte un’antica odalisca, a volte una donna occidentale. E’ un’artista libera: quando il mio allievo Martinus mi ringrazia per avergli trasmesso passione e libertà, o Armando mi dice di averlo smosso nel profondo, allora mi sento una brava insegnante.
Avessi una macchina del tempo, in quale epoca ti trasporteresti?
Nel Rinascimento, “Dove vi è un momento onirico, tra il giorno e la notte, che trasforma il paesaggio e le sensazioni. Questo cambiamento di luce risveglia i nostri istinti più primitivi. La giornata di lavoro si è conclusa, e la timida luce del crepuscolo ci porta a riflettere e fantasticare sul domani. Mentre ci rifugiamo nel calore dei nostri desideri più profondi tutto un altro mondo, al di fuori, sta per svegliarsi. Vortici di vento fluorescente ci avvolgono in un abbraccio fluttuante, lampi di luce percorrono il palco, la luce cambia, un violino suona melodie rinascimentali e si apre una finestra per guardare di nascosto e scoprire cosa si cela dietro al velo segreto del giardino notturno, dove nulla è come sembra…”.
Trucco, parrucco e accessori antichi: cosa prenderesti in un una costumeria teatrale? Quale personaggio “confezioneresti”?
Sicuramente parrucche. Ne ho diverse e ne comprerei all’infinito. Confezionerei un’artista trasgressiva e passionale come Frida Khalo, con capelli lunghissimi neri e gli occhi verdi, dalla pelle profumata e lucida di olii, selvaggia e disobbediente, molto talentuosa, ricca, intelligente, generosa e astuta. Insomma, una regina. Così mi descrive la mia costumista Giusy Lazazzara direttamente da Granada.