E’ uno scrittore e storico che viene invitato per la sua competenza a tenere conferenze e ospitato in trasmissioni televisive italiane ed estere per parlare del Titanic
Intervista di Desirè Sara Serventi
E’ stato definito tra i più qualificati esperti internazionali della storia del Titanic, lo scrittore e storico Claudio Bossi. Ha iniziato a frequentare e ad indagare sugli archivi inglesi, americani e canadesi, per poi mettere in rete il suo sapere sul suo sito internet. Le sue ricerche gli hanno permesso di entrare in contatto con autorevoli personaggi del mondo televisivo e della carta stampata del calibro di Piero Angela, Alberto Angela, Roberto Giacobbo e Alessandro Cecchi Paone, per citarne alcuni. Viene invitato per conferenze e come ospite in trasmissioni televisive italiane ed estere, per parlare di questa tematica. Il suo lavoro è stato fatto oggetto dell’attenzione della Giunti Editore, che ha pubblicato il suo volume. Ha appena terminato la traduzione di un libro, opera di una scrittrice americana che si è occupata di Titanic e sta redigendo un altro libro sulle vicende del famoso transatlantico. Ogni suo lavoro è all’insegna della competenza e della professionalità data da tanto studio.
Se le chiedessi di raccontarsi, cosa risponderebbe?
Mi reputo una persona comune: porto alla stazione mia figlia che va all’università, porto a passeggio il mio cane che si chiama Archie, con un preciso riferimento ad un personaggio del tema che seguo, cioè il Titanic, nome del personaggio il Colonello Archibald Gracie. Poi mi reco a prendere il pane; dò una mano, si fa per dire, a mia moglie a sbrigare quattro facendole domestiche. Qualche volta mi “tocca” di fare il nonno delle gemelline di mia figlia maggiore. Fatte queste adempienze, diciamo così, familiari, mi butto nel mio lavoro di ricercatore e scrittore. Quindi sono e faccio cose perfettamente normali. Nulla di che.
Qual è stato il suo percorso lavorativo?
Dal 1985 ho cominciato a frequentare gli archivi inglesi (Inghilterra, dove il Titanic era stato concepito e poi era partito per il suo viaggio inaugurale), irlandesi (laddove il Titanic era stato costruito), americani (il Titanic ricordo che era stato costruito grazie a sonanti dollari americani) e canadesi (nazione dove sono stati sepolti i poveri resti di alcune delle vittime della tragedia). E tutto questo, siccome tanta disinformazione può essere diffusa, ecco l’importanza vitale di assumere informazioni, di documentarmi, circa la storia del transatlantico e del suo naufragio, dalle fonti primarie. Poi agli inizi degli anni duemila ho messo in rete il mio sapere sul mio sito internet: titanicdiclaudiobossi.com Le mie ricerche (attraverso la mia attività di ghostwriter) mi hanno permesso di entrare in contatto con autorevoli personaggi del mondo televisivo e della carta stampata ad esempio Piero Angela, e ancor prima il compianto Mino Damato, ai tempi di Tele Montecarlo, di Alessandro Cecchi Paone (La macchina del tempo), sino ad arrivare ai tempi nostri, con Alberto Angela, Roberto Giacobbo, e da altri dell’informazione in generale. Il mio lavoro, in seguito, è stato fatto oggetto dell’attenzione da parte della Giunti Editore che ha ritenuto di pubblicare il mio volume. Quest’opera mi ha permesso di farmi conoscere dal grande pubblico e taluni giornali mi hanno definito tra i più qualificati esperti internazionali della storia famoso transatlantico. Da allora il mio volto e la mia attività è uscita definitivamente allo scoperto, tant’è che sono spesso invitato per trasmissioni televisive italiane ed estere (sono appena stato alla TV tedesca e alla televisione svizzera), programmi radiofonici, concedo consulenze per ragazzi che si accingono a redigere tesi di maturità o di laurea. Ho prestato la mia consulenza storica anche per la realizzazione di un gioco da tavola. Giro l’Italia tenendo anche conferenze pubbliche in materia. Il mio vanto è che non c’è nessun autore o divulgatore italiano che abbia scritto o anche semplicemente parlato di Titanic senza tirarmi in ballo.
Lei dunque è considerato uno dei maggiori esperti internazionali sul Titanic, come è nata questa passione?
La risposta è assai semplice e molto banale: l’interesse di un bimbo per un certo mistero, si è trasformato in grande rebus una volta che il bimbo è diventato uomo. Rimasi estasiato dalla visione del film “Titanic, latitudine 41° Nord”, poi nel 1985 con il ritrovamento del relitto è scoccata la scintilla: ne dovevo sapere di più di quello che ne sapevano gli altri su questa magnifica e tragica storia. Quindi è dal 1985 che mi sono impegnato alla storia di questo naufragio.
Dopo le ricerche che ha fatto ha pubblicato un libro. Che cosa ha di particolare il suo libro che ritiene di segnalare?
Il mio libro si intitola “TITANIC Storia, leggende e superstizioni sul tragico primo e ultimo viaggio del gigante dei mari”, Giunti Editore. Si tratta sicuramente del primo libro di un autore italiano che parla di quella che è considerata una delle maggiori tragedie marittime di tutti i tempi. Per la prima volta vengono menzionati, con tanto di dati anagrafici, gli italiani (passeggeri e membri dell’equipaggio) che erano a bordo della celebre nave.
Durante il disastro quale fu il trattamento riservato a chi non apparteneva alla prima classe?
Il Titanic ha speronato l’iceberg alle 23:40 del 14 aprile 1912 ed è affondato dopo centosessanta minuti. In quei centosessanta minuti credo sia andata in scena la rappresentazione dell’uomo nei suoi aspetti di ferocia, violenza ed anche di umanità ed eroismo. Mi sono sempre chiesto perché ci furono così tanti bambini di terza classe morti ed il loro numero fu superiore a quello dei passeggeri maschi di prima classe sopravvissuti. Allora, la vecchia regola del “Prima le donne ed i bambini” non è stata rispettata. Ecco la differenziazione sociale, che è uno degli elementi caratterizzanti della tragedia del Titanic, è stato il movente che mi ha indotto a scrivere di questa storia.
A suo parere perché quella del Titanic è una storia che riscuote sempre interessamento da parte delle persone?
Il Titanic è entrato nel mito per la celerità del passaggio di un trionfo annunciato ad una fine terrificante. Tutta la stampa mondiale, che fino a poche ore prima ne magnificava la grandezza, le dimensioni e la sicurezza, poche ore dopo si chiedeva ragione del perché fosse accaduto. Raramente un evento, come lo fu l’affondamento del Titanic, ha commosso tanto gli animi delle persone, dando adito alla nascita di leggende e sogni. La memoria non ha seguito il Titanic sul fondo dell’oceano: restano suoi il palcoscenico e il ruolo da protagonista. Dico anche un’altra cosa: tutte le grandi navi dell’epoca, dal Mauretania al Majestic, non esistono più sono state fuse, sono diventate piloni di ponti o di quant’altro: il Titanic, invece, nella sua massa rugginosa e abbastanza sinistra a 3810 metri sotto il livello dell’oceano, c’è ancora ed è ancora in assetto di navigazione. Il Titanic respira, il Titanic c’è ancora!
Era un disastro che si poteva evitare?
Quella Titanic è stata ed è la tragedia che rimane maggiormente impressa nell’immaginario collettivo. Le cause che portarono al disastro furono una straordinaria ed inquietante serie di errori umani che giocarono il loro peso, senza considerare che, forse, ci fu dell’altro che fu alla base di talune decisioni. Una tragedia che io non voglio chiamare incidente perché incidente è una parola che sottintende un alibi. Credo appunto che la sommatoria di errori, leggerezze e tracotanza, ha portato all’affondamento del Titanic ed alla perdita di oltre 1500 persone.
Cosa rappresenta per Claudio Bossi la storia il Titanic?
La storia del Titanic è la storia dell’orgoglio umano, di gesti eroici e vigliacchi, fino all’atto conclusivo, la tragedia e la morte. Racchiude molti insegnamenti la vicenda del Titanic, quasi fosse un microcosmo di tutte le emozioni ed i sentimenti, quelli positivi e quelli negativi, che può provare l’uomo. Quali che siano le domande, le risposte ed i misteri che ruotano intorno a questa vicenda, rimane il doloroso dato di fatto che ormai da oltre un secolo il Titanic giace nelle profondità dell’oceano. Il buio ed il silenzio eterni custodiscono il simbolo di una delle più grandi sconfitte tecnologiche dell’uomo.
Cosa rappresenta invece per Claudio Bossi il Titanic?
Il Titanic per me rappresenta un interrogativo con il quale cerchiamo di misurarci: mi chiedo cosa avrei fatto se fossi stato lì quella notte, ma io credo che eroismo e coraggio siano più ad appannaggio del singolo che del gruppo. Il Titanic è oggetto di molti miti e di molta disinformazione: la scienza ci può dare gli strumenti per eliminare, almeno in parte, la disinformazione e raccontare cosa successe realmente quella notte. Scrivendo il mio libro spero che ci aiuti a ricordare sempre che in questo mondo siamo tutti a bordo di un grande transatlantico, divisi per classi, guidati da un destino che corre a mille verso l’ignoto e che purtroppo non è mai uguale per tutti. Spero, soprattutto, che ci aiuti a ricordare le oltre 1500 vittime dell’incoscienza, dell’egoismo, della disparità sociale. Ecco, per me il Titanic è anche questo.
Attualmente in cosa è impegnato?
Se parliamo dal punto di vista editoriale, ho appena terminato la traduzione di un libro, opera di una scrittrice americana che si è occupata di Titanic: il marito della signora è un italiano, nipote di una persona i cui due fratelli che condivisero a bordo del Titanic vita, lavoro e morte: erano i fratelli Peracchio, due giovani che sul Titanic avevano trovato una grossa opportunità di potersi costruire un futuro ma che un maledetto iceberg ha mandato in frantumi. La prossima estate 2017 questo libro verrà presentato per la prima volta in Italia, a Fubine in provincia di Alessandria, paese dove i due fratelli erano originari. Per il prossimo autunno per la casa editrice Il Saggiatore uscirà un mio lavoro editoriale: si tratta del storia del Titanic raccontata, diciamo così, attraverso le parole di una coppia di sposini italiani che erano a bordo della celebre nave. Attualmente sto redigendo un altro libro, sempre inerente agli enigmi che ruotano intorno alla vicenda Titanic. Un’importante casa editrice poi mi ha contattato per scrivere un altro libro, ma di questo lavoro è prematuro parlarne. Poi ho in calendario diverse apparizione pubbliche dove continuo a narrare i mille risvolti di una tragedia che ha segnato un’intera epoca.
Vuole aggiungere altro?
La vicenda del Titanic è un monito per l’uomo: la perfezione non esiste. L’imprevedibile è ciò che trasforma la vita in una partita a scacchi con il destino. Noi però giochiamo al buio: il destino conosce ogni mossa.
Sledet.com ringrazia per l’intervista.