Intervista all’artista Jade Fusco ospite presso la residenza d’artista Masseria Fontana dei Fieri


“Era da tempo che pensavo di fare un esperienza di questo tipo qui in Italia, legata a questa cultura, vivendo in famiglia, creando arte ispirata dal paesaggio e dai sapori circostanti”

Intervista di Desirè Sara Serventi 

Si è formata artisticamente a Los Angeles la poliedrica e nota artista Jade Fusco, per proseguire poi i suoi studi presso la New York University. Ha un talento innato per l’arte e una qualificata preparazione artistica, che sono ben visibili nelle sue opere. Le sue originali creazioni infatti, catturano facilmente l’attenzione delle persone. Attualmente è ospite presso la residenza per artisti, la“Tenuta Masseria Fontana dei Fieri”, cui progetto è stato ideato dall’artista Gaetano Russo. I microfoni di Sledet.com hanno raggiunto Jade Fusco che si è raccontata.

Quando è nata la sua passione per il mondo dell’arte?
Da piccolissima, sono nata a Parigi, e mia madre mi portava spesso al museo Picasso e al museo d’Orsay. Mi reggeva davanti ai quadri, parlandomi dei colori. Ci sono dei filmati di quando avevo tre anni, in cui quando mi indicavano un quadro, ne riconoscevo l’autore.

Qual è stato il suo percorso di studi?
Mio padre e mia madre si trasferirono a Los Angeles, città di mia madre. Dall’età di 4 anni cominciai a frequentare varie scuole d’arte, in cui mi esercitavo per lo più nell’affinarmi nelle diverse tecniche di pittura. La filosofia di queste scuole mi frustrava, perché era improntata sull’imitazione di opere di altri; ed io volevo ricercarne una mia. Smisi di frequentare quella scuola, e cominciai a disegnare e dipingere per conto mio, per ricercare un mio stile.

Poi proseguì i suoi studi presso la New York University?
Si, andai a New York, per frequentare la New York University. Lì studiai teatro sperimentale, il surrealismo, futurismo, e fui affascinata molto dai cosiddetti “outsider artists”.

Potrebbe essere più precisa?
“Outsider Artists” sono artisti che creano vivendo ai margini della società per loro volontà, o perché negletti da questa, e creando dei mondi a delle elaborate mitologie personali. Questa e stata una fonte di grande ispirazione per creare una mia mitologia personale, che non si estranea dalla società, ma si rivolge a questa.

Lei è un’artista poliedrica, che punta lo sguardo verso la pittura e la scultura. Che cosa rappresentano per lei queste due forme d’arte? 
Anni fa a New York vidi uno spettacolo di Richard Foreman, regista di avanguardia. Il suo “teatro degli oggetti’ e “teatro rituale” in cui semplici oggetti della vita quotidiana, ma anche oggetti artistici presenti in scena, prendono parte ai riti assumendo un nuovo ruolo e potere spirituale. Questo sorprendente ruolo da protagonista dell’oggetto nel teatro di Foreman mi ha ispirata a creare a mia volta oggetti d’arte che non avessero solo funzione scenografica ma che una volta fuori dal contesto teatrale continuassero ad incarnarlo.

Che cosa vuole trasmettere con la pittura?
Quando creo un’opera su un piano, quindi bidimensionale, per me è fondamentale che lo spettatore la viva come esperienza multidimensionale. Trasformando ciò che è famigliare in qualcosa di alieno e creando un’esperienza labirintica in cui lo sguardo ricerca le cose famigliari. Così facendo lo spettatore è quasi costretto ad uscire dalla sua dimensione di osservatore muto per diventare uno spettatore narrante.

E con la scultura?
La mia scultura spesso si manifesta in costumi, maschere e cappelli cerimoniali, fatti con la carta pesta. È arte da indossare. In inglese ho inventato i termini “art-wear” o “skullpture” che combina la parola skull, cranio, con scultura. Sono interessata a creare opere che possano uscire per strada, e “provocare” un’interazione.

Attualmente è ospite presso la residenza per artisti, la“Tenuta Masseria dei Fieri”, cui progetto è stato ideato dall’artista Gaetano Russo. Vuol parlarne?
Ho conosciuto Gaetano Russo a Bernalda nel 2014, e mi parlò di un progetto che aveva in mente; una residenza per artisti. Sono felice che questo progetto abbia trovato la sua realizzazione alla Masseria Fontana dei Fieri, della famiglia Boffa. E’ il luogo ideale per creare, in compagnia di persone molto generose ed affettuose.

Cosa l’ha spinta a partecipare?
Era da tempo che pensavo di fare un esperienza di questo tipo qui in Italia, legata a questa cultura, vivendo in famiglia, creando arte ispirata dal paesaggio e dai sapori circostanti.

Cosa può dire lavorativamente parlando su Gaetano Russo?
Gaetano è una persona con una grande sensibilità e generosità, e mi è stato di grande supporto nella messa in opera di questo progetto.

Su cosa punterà il suo lavoro alla Tenuta Masseria dei Fieri?
Il mio lavoro si baserà sulla creazione di due quadri-scultura cosiddetti “parlanti”; cioè quadri modellati sulla tela, con tagli circolari in questa, a cercare una comunicazione con chi e davanti e dietro dell’opera. Nei prossimi giorni infatti, queste opere interloquiranno con un pubblico adulto ed anche con giovani scolaresche che verranno in visita alla tenuta. Gli eventi saranno catturati in un filmato finale.

I suoi lavori resteranno nella Tenuta?
Sì, queste opere continueranno a parlare e vivere qui.

Prossimi progetti?
Prenderò parte ad un progetto multi-mediale ad Austin, Texas per il festival South by Southwest.

Sledet.com ringrazia per l’intervista Jade Fusco, e ad maiora!

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