Il cortometraggio è uno dei titoli selezionati ai David di Donatello 2019 nella categoria Miglior Cortometraggio
Intervista di Serena Zini
Abbiamo incontrato Sara Budoni, giovane e talentuosa attrice che ha interpretato una delle nove protagoniste nel cortometraggio EYES di Maria Laura Moraci. L’opera, di grande impatto etico e sociale, è uno dei 72 titoli selezionati, su più di 326, ai David di Donatello 2019 nella categoria Miglior Cortometraggio.
Ciao Sara, piacere di conoscerti. Di dove sei, come ti descriveresti in pochi aggettivi ai nostri lettori per farti conoscere meglio?
Ciao, io sono nata a Roma. Sicuramente tre aggettivi che meglio mi rappresentano sono: poliedrica, dinamica e determinata.
Raccontaci un po’ come è nata la passione per la recitazione e la tua formazione.
La passione per la recitazione è nata con me. Sin da bambina amavo improvvisare delle recite. Al Liceo ho iniziato a frequentare il laboratorio teatrale. Nel corso degli anni ho avuto poi modo di prendere parte a diversi spettacoli. Successivamente mi sono posta un altro obiettivo, studiare un altro aspetto della recitazione: quella cinematografica. Ho fatto il provino, e sono entrata alla YD’Actors diretta da Yvonne D’Abbraccio.
Come è stato approcciarsi poi al mondo lavorativo?
È stata una bellissima esperienza che mi ha dato modo di crescere molto, sia a livello umano che professionale.
Quale è stata per ora la tua esperienza più significativa?
A teatro ho recitato in diversi spettacoli che mi hanno dato molto. Per quanto riguarda il cinema, Eyes è la mia prima esperienza ed anche se penso e spero, di continuare il mio percorso di attrice cinematografica credo che questa rimarrà un’esperienza indelebile nella mia vita. Eyes mi ha profondamente toccata a livello umano e ritengo che sia un’opera veramente geniale.
Ti aspettavi che Eyes riscuotesse tutto questo successo? Come è stato lavorare con Maria Laura Moraci?
Le aspettative c’erano, però non potevamo prevedere un tale successo. Maria Laura è un vulcano, di idee, simpatia ed energia. Lavorare con lei è stata una bellissima esperienza.
Qualche aneddoto sulla giornata di set?
Mi ricordo che c’era una persona anziana che voleva prendere a tutti i costi l’autobus alla fermata in cui noi stavamo girando… Ma è un autobus di scena e non andava in realtà da nessuna parte quando partiva in ogni ciak. (ride)
Perché credi che due grandi professionisti come Daniele Ciprì e Andrea Baracca (Red) abbiano accettato di fare la fotografia e la color di un progetto composto da così giovani creativi? E cosa ha spinto te ad accettare il ruolo dopo aver letto la sceneggiatura?
Daniele Ciprì ed Andrea Baracca sono dei grandi e come tutti i grandi possiedono il dono dell’umiltà e della generosità. Hanno creduto in questo progetto ed hanno voluto dare l’opportunità a dei giovani emergenti. Ho letto il copione, ne sono rimasta profondamente colpita e mi sono detta: sì, voglio esserci. Credo anche loro siano rimasti incantati e incuriositi dall’idea che 28 attori su 30 avrebbero recitato ad occhi chiusi, proprio come metafora del guardare le cose senza vederle veramente. Geniale ma difficilissimo. E una potente metafora per combattere e criticare quest’indifferenza sempre più dilagante.
Pensi sia importante combattere l’indifferenza e far lavori di denuncia sociale? Perché?
Assolutamente sì! Ognuno di noi dovrebbe fare la sua parte. Penso che il cinema in tal senso sia in grado di sensibilizzare gli animi delle persone.
Progetti futuri? Che ruoli sogni di interpretare?
C’è nell’aria un progetto interessante… Staremo a vedere! Amo la recitazione perché mi dà l’opportunità di poter cogliere le diverse sfumature di differenti caratteri. Mi piace interpretare personaggi diversi tra loro perché ogni volta è una sfida ed a me piacciono le sfide.
In bocca al lupo per i David!
Evviva il lupo!
Foto di Maria Laura Moraci