“Devo molto alla tv per avermi reso popolare ma sicuramente in teatro mi sento molto appagato”
Intervista di Desirè Sara Serventi
Attore, opinionista televisivo, esperto di cucina, conduttore e speaker radiofonico, è lui il qualificato e poliedrico Moreno Amantini, che si caratterizza sia per la sua preparazione artistica, sia per la passione e la cura che mette nel lavoro che svolge, indipendentemente dal fatto che questo si svolga in radio, in televisione, teatro o nelle varie rubriche che cura per diversi giornali. Ogni qual volta infatti Moreno porta avanti un progetto lavorativo, lo fa con professionalità e soprattutto con la competenza che il lavoro richiede, competenza e preparazione che di fatto ha dimostrato di avere in questo campo. I microfoni di Sledet.com hanno raggiunto Moreno Amantini, che ha parlato dei suoi inizi e dei suoi attuali impegni lavorativi.
Attore, opinionista televisivo, esperto di cucina, conduttore. Quando nasce la sua passione per il mondo dello spettacolo?
Fin da bambino. Sono sempre stato un amante della tv. Sono cresciuto a pane e Maurizio Costanzo Show. Il festival di Sanremo, i programmi del sabato sera. Mi affascinavano. Mi vedevo da grande al posto di Pippo Baudo.
Dove si è formato artisticamente?
Ho frequentato dei corsi di recitazione perché a scuola mi avvicinai al Teatro e capii subito che sul palcoscenico mi sentivo a mio agio. Però devo ammettere che la vera scuola è stata la gavetta.
Lei nasce come attore teatrale. Che ricordo ha dei suoi inizi?
Meravigliosi. Teneri. Se mi guardo indietro provo tanta tenerezza. L’entusiasmo di allora c’è sempre ma oggi sono decisamente più razionale e consapevole.
Alcuni affermano che un vero attore si riconosce da come recita a teatro. E’ d’accordo?
Sicuramente la formazione teatrale ti aiuta molto. In teatro sei tu e il pubblico. Non ci sono stacchi di camera e non ci sono pause. Devi saper portare la voce e gestire tutto il corpo. Diciamo che il teatro ti dà una marcia in più.
Qual è il genere teatrale che sente più vicino?
La commedia. Mi piace divertirmi e far divertire però non nego che mi piacerebbe lavorare e interpretare un testo d’epoca con abiti e costumi ottocenteschi.
Che caratteristiche deve avere lo spettacolo teatrale per suscitare in lei l’interesse ad accettare?
Se parliamo di una commedia deve essere divertente e brillante ma non volgare. Oggi si tende molto a confondere la comicità con la volgarità. Niente di più sbagliato. I tempi comici vanno rispettati e il pubblico ride anche senza turpiloquio gratuito.
A suo avviso che periodo sta attraversando il teatro in Italia?
Come tutti i settori dello spettacolo sta attraversando una grande crisi. Il teatro è da sempre un bagno di sangue: tante ore di prove con remunerazioni non altissime. È difficile portare la gente a teatro, soprattutto i giovani che lo ritengono qualcosa di “vecchio, stantio”.
Quale reputa l’esperienza più significativa per la sua carriera?
Ogni esperienza nel suo piccolo è formativa per chi fa il mio mestiere. Devo molto alla tv per avermi reso popolare ma sicuramente in teatro mi sento molto appagato. Ho avuto l’onore di lavorare al fianco di Sandra Milo e, forse, ad oggi è stata l’esperienza che conservo con maggior affetto e gelosia.
Lei ha esperienze lavorative sia in teatro che in televisione. Come è approdato nel mondo della tv?
Sono arrivato in tv per puro gioco. All’epoca facevo teatro e i fotoromanzi, poi una mia amica mi disse che in Rai cercavano degli attori per delle telepromozioni cosi feci un provino e lo superai. Ho fatto anche molti programmi in veste di figurante speciale con piccoli ruoli. Sono entrato dalla porta secondaria ma ho avuto l’onore di veder lavorare grandi artisti e grandi registi come Michele Guardì e Gianni Boncompagni. Poi nel 2000 è arrivata Alda D’Eusanio che mi scelse tra gli opinionisti di “Al Posto Tuo” e con la regia prima di Ermanno Corbella e poi di Franco Bianca sono rimasto per tutte le edizioni successive: quelle di Paola Perego e quelle di Lorena Bianchetti, fino alla chiusura definitiva del programma.
Qual è la principale differenza che ha trovato tra la televisione e il teatro?
Un mondo. La tv è velocità, ha un linguaggio completamente differente. Anche se oggi siamo abituati a vedere più “personaggi” che artisti e sembra tutto finto, è una finzione che si scopre facilmente. Il pubblico non è scemo. In teatro c’è finzione ma non si deve vedere. Vittorio Gassman diceva “l’attore è un bugiardo a cui si chiede la massima sincerità”. Li sta la sua arte. Saper rendere vero qualcosa di falso.
Lei è uno speaker radiofonico. Vuol parlare del suo programma?
È un programma che presento ogni venerdì sulle frequenze di RID 96.8 e che parla di costume, gossip e spettacolo. Tiro fuori la parte più irriverente di me. Commento personaggi, programmi televisivi. Mi diverto tanto.
Che consiglio può dare ai giovani che vorrebbero intraprendere la sua professione?
Di prepararsi e di non arrendersi ma soprattutto, di non fare questo mestiere per la voglia di apparire e di essere riconosciuti per strada. Ci deve essere grande passione e forza di volontà perché è il mestiere più precario al mondo.
Attualmente in cosa è impegnato?
Ho appena concluso uno spettacolo teatrale, “Lo zio di città”, con Andrea Roncato, Angela Melillo, Daniela Terreri e Virginia Fioravanti per la regia di Piero Moriconi. Continuo con il mio programma in radio, con le ospitate e le mie rubriche di gossip e cucina.
Progetti?
Sto lavorando ad un’idea di format televisivo che mi piacerebbe presentare e forse c’è in progetto la partecipazione ad un reality show. Mi piacerebbe anche essere diretto da Ferzan Ozpeteck ma questa è un’altra storia…
Vuole aggiungere altro?
Voglio ringraziare voi e al pubblico senza il quale non sarei niente.
Sledet.com ringrazia per l’intervista Moreno Amantini, e ad maiora!