Intervista a Emanuela Corsello, una grande professionista e una donna determinata e sensibile


La vita mi ha bastonata più volte: mi ha regalato molti momenti difficili ma se non li avessi attraversati non sarei la donna che sono

Intervista di Laura Gorini

E’ una manager di Moda molto brava e accorta Emanuela Corsello. Donna determinata ma con un animo dolce e sensibile, ha deciso di mettersi in gioco, iniziando una bella collaborazione con Radio Godot dove co- conduce con la conduttrice professionista Federica Salvati un bel programma dedicato all’ambito dove lei opera da anni con grande successo.

Emanuela, manager nel mondo della Moda, ma cos’altro sei?

Fondamentalmente sono solo questo ma al contempo amo fare tante cose che travalicano i confini del mondo della Moda in senso stretto! Diciamo che amo spaziare, ma sempre per puro divertimento, sono un mondo di cose belle e altre meno, come tutti…

Come ami definirti?

In realtà non mi sono mai definita veramente, sai?  Piuttosto mi hanno definito gli altri come? Beh, da strana, controversa, complicata… Comunque per quanto mi riguarda fin da bambina se avessi dovuto darmi un appellativo avrei detto “incompresa”…

Credi di essere molto cambiata nel corso del tempo sia come donna che come professionista?

Come donna, tantissimo: ho cambiato molti aspetti del mio carattere che mi facevano soffrire e che facevano soffrire chi mi stava vicino: ho smussato la mia gelosia, la mia possessività, e un po’ la mia permalosità. Però, ovvio non si può modificare del tutto il proprio carattere ma ci si può lavorare… E professionalmente? Sono cresciuta molto, dopo anni di lavoro sarebbe grave il contrario, ma quante cose nel mio lavoro ci sono sempre da imparare? Direi che non si finisce mai e chi si crede arrivato ha già perso in partenza…

Si dice che la vita sia una grande maestra, è davvero così secondo te?

Assolutamente si, la vita mi ha bastonata più volte: mi ha regalato molti momenti difficili ma se non li avessi attraversati non sarei la donna che sono.

E quali sono i più grandi insegnamenti che ti ha dato?

Mi ha insegnato soprattutto che la vita è un soffio e che oggi ci siamo e domani no. Ho dunque imparato che ciò che conta è la salute e se hai quella tutto il resto viene da se.

Chi consideri i tuoi maestri e per che cosa ti senti di ringraziarli nello specifico?

Nella vita mia nonna e mia mamma, due donne fortissime, grandi esempi di amore incondizionato, lealtà e coraggio. Nel lavoro soprattutto tutti coloro che hanno cercato di ostacolarmi perché è grazie a loro che ho dovuto stringere i denti e combattere, quindi li ringrazio.

A proposito di scuola e di maestri, possiedi un diploma al Liceo Classico e una laurea in Cinema. Quanto è importante l’istruzione per farcela nella vita e sul lavoro?

In realtà ho una laurea in antropologia con indirizzo Cinema, comunque che dire? Beh, sicuramente conta, inutile dire di no! Eh sì, serve sia nella vita che nel lavoro, però certamente oltre ad un’istruzione adeguata ci vuole una testa “pensante”, altrimenti ci fai poco con la sola cultura! Non dimentichiamoci che  ci sono donne che ricoprono cariche importanti nella società o uomini che sono diventati grandi imprenditori che non hanno una laurea! Ecco loro hanno saputo in maniera eccellente usare la testa, il loro intuito, la loro capacità manageriale per ottenere traguardi importantissimi.

Hai anche scritto molte opere, sia di Narrativa che di Poesia, ce ne vuoi parlare?

Quella è una fase della mia vita un po’ lontana oramai: ero più giovane e scrivevo poesie: mia madre, mia fan, mi iscriveva ai concorsi letterari e con immenso stupore arrivavo sempre tra i primi posti. Sì, ho vinto tanti premi e io e lei abbiamo viaggiato su e giù per l’Italia per andare a ritirarli. E poi ci invitavano a presenziare a vari concorsi. Ho dei bellissimi ricordi.

Chi scrive, soprattutto poesie, possiede un’innata sensibilità. Non è pericoloso mostrarla nel mondo odierno?

Io sono sempre stata una personalità molto tormentata ed estremamente sensibile, quindi scrivere era terapeutico per me quasi come andare dallo psicologo. Diciamo che è sempre stato catartico: scrivevo e piangevo e così tiravo fuori le mie emozioni e le superavo o almeno mi sembrava poi di stare meglio. Sicuramente così ho mostrato la mia sensibilità, la parte che sembrava apparentemente più vulnerabile e ho cosi offerto un’arma a chi mi voleva ferire, forse per questo non scrivo più. Sai, ora sono molto più introversa…

Ma ti è mai capitato che la tua sensibilità si tramutasse in fragilità?

La sensibilità va a braccetto con fragilità quasi sempre, almeno agli occhi del mondo: chi è molto sensibile agli occhi degli altri può apparire fragile e debole, ma credo che non sia così! La sensibilità è un grande punto di forza e nel tempo ho capito a chi mostrarla e a chi no. Insomma, non è per tutti ora, ma solo per chi la merita e non la usa contro di me.

Perché- a tuo avviso- si intende confonderle?

E’ un luogo comune. E poi si confondono facilmente, quando invece ci sono persone molto sensibili che hanno forza da vendere. Che altro dire? Che purtroppo è la società in cui viviamo che non aiuta.

Come, del resto, spesso si confondono, la determinazione con la testardaggine. Per quale motivo, secondo te?

Perché anche queste sono caratteristiche che spesso coincidono nella stessa persona ma non sempre è così: si può essere determinati nella vita ma non essere esageratamente testardi. E poi spesso la testardaggine sfocia nell’ottusità e nella presunzione, e questo è un male. Ecco, ci vuole un giusto equilibrio.

Sii sincera: ti è mai capitato di non essere capita?

Quasi sempre, ma perché in finale abbiamo tutti un mondo diverso dentro, siamo tutti diversi gli uni da gli altri E in fondo neanche noi stessi capiamo davvero noi stessi no? Figurati se può farlo un essere al di fuori di noi stessi!

Tu riesci a capire facilmente gli altri oppure no?

Cerco di ascoltare. Quello sì! E cerco di farlo sempre. Direi che sono una grande ascoltatrice ma non sempre comprendo ovviamente, del resto non è facile entrare nella sfera più recondita dell’altro e capirlo a fondo, pur conoscendolo bene.

Come si può riconoscere i classici lupi travestiti da agnello?

Purtroppo quella è una categoria fatta di due tipologie, ovvero ci sono coloro che sgami al primo sguardo e chi invece, molto furbescamente, ti frega nel tempo, e questa categoria la scopri dopo un po’, ovvero quando hanno già avuto il tempo di agire e ti fregano, ma non sei tu a essere cretina, sono loro che sono abilissimi!

Credi che la radio, universo del quale ti stai occupando ora, ti possa essere d’aiuto in tale direzione?

La radio è puro divertimento per me, o ancora è il mondo dei balocchi e spero rimanga sempre così, quindi senza infiltrazioni negative, senza compromessi.. senza lupi ma solo tanta gioia e Moda!

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