Quando il vuoto rende più di ogni parola
Articolo di Desirè Sara Serventi
Quello che ho deciso di pubblicare per voi oggi è un po’ particolare, e riguarda la grande strage che ha colpito le persone che si trovavano a Nizza.
Non conosco i nomi delle povere vittime, o le loro storie: non so come erano fatti caratterialmente; non so quali fossero i loro progetti e i loro amori, nemmeno quali fossero i giochi preferiti dei più piccoli; non so quali film preferissero guardare, e quali cartoni i bambini; nè ciò che amassero mangiare e ciò che li faceva sorridere o arrabbiare; non so nemmeno in cosa credessero. Una cosa però la so con certezza, ed è che i bambini, i giovani, gli uomini, le donne, o più semplicemente le vittime di Nizza, non potranno più riempire la vita degli altri con la loro presenza, perché la loro presenza è stata sostituita da una cosa chiamata “Il VUOTO”, due parole con cui i famigliari e gli amici saranno costretti a convivere per sempre, e dove ogni cosa ricorderà loro chi non c’è più. Non voglio aggiungere altro perché ho deciso che “Il VUOTO” di questa pagina vale più di ogni parola.