“Un’esperienza meravigliosa lavorare nel film Zoolander 2 con Ben Stiller e Owen Wilson”
Intervista di Desirè Sara Serventi
Modella, fotomodella e attrice, è lei Giulia Lupetti che si sta facendo notare sempre di più nel campo della recitazione. Se infatti in passerella o sui set fotografici la sua naturale predisposizione per questo lavoro le ha permesso di lavorare per grandi marchi, lo studio effettuato a Londra a Los Angeles e in Italia, ha lei permesso di poter interpretare i personaggi affidati con competenza. Ha lavorato nel film Zoolander 2 con Ben Stiller e Owen Wilson, ancora nel film Rapiscimi con Sao Joe Correia e Virgilio Castelo e nel film Mission Possible con John Savage e James Duval. I microfoni di Sledet.com hanno raggiunto a Los Angeles Giulia Lupetti, che ha parlato sia dei suoi inizi, che del film Clique dove Giulia non solo ha interpretato il ruolo dell’Office Casa ma ha lavorato anche come script supervisor.
Se le chiedessi di raccontarsi cosa risponderebbe?
Risponderei che sono una persona come un’altra con molti sogni e che cerca di affermarsi nel suo lavoro, mettendoci sempre il massimo e cercando di dare il meglio di me, nel lavoro e nella vita.
Lei è una modella affermata, quando è nata la passione per il suo lavoro?
La mia passione per la moda e per la recitazione come per la musica è dentro di me da quando ho ricordi, non c’e’ momento della mia vita nel quale non abbia desiderato fare quello che sto facendo adesso e per questo ne sono molto grata.
Che ricordo ha dei suoi inizi?
Un bellissimo ricordo, ne ero molto impaurita soprattutto all’inizio non ero certa che l’amore che provavo per la mia professione mi avrebbe resa totalmente una professionista. Avevo molta paura di sbagliare, di non essere abbastanza, ma l’amore che sentivo per quello che facevo e quello che mettevo nel lavoro aveva troppa importanza per me per cedere a delle paure. Sono fiera del mio percorso.
A suo avviso quali caratteristiche deve avere una fotomodella?
Reputo che non ci siano delle caratteristiche specifiche ma che sia tutto soprattutto dovuto, a quanto credi in una cosa e quanto sei disposto a lasciarti andare e a mettere amore e parte di te, in quello che fai. Le foto sono delle opere d’arte, e come tali devono essere interpretate, e come modella è importante mettere sempre l’intenzione che si vuole dare nelle foto, nelle espressioni, nell’interpretare gli abiti che si portano.
Qual è la principale difficoltà che ha incontrato nel suo lavoro?
Penso la prima, il mio auto ostacolarmi, ma anche il fatto che comunque tra donne purtroppo c’e’ sempre una sorta di gelosia e competizione totalmente distruttiva e non costruttiva. Mi dispiace dover ammettere questa cosa, sarebbe poter bello vivere in un mondo nel quale le donne non si ostacolino a vicenda ma piuttosto costruiscano delle relazioni basate sull’ incoraggiarsi a vicenda.
Oltre ad essere una modella è anche un’attrice. Come è avvenuto questo passaggio?
Penso sia stato, per quel che mi riguarda, un passaggio doveroso ma più di tutti cercato da parte mia.
Che cosa intende dire?
Il vero motivo per cui ho iniziato a fare la modella, nonostante il mio amore per questo lavoro, era con l’intento di poter avere un accesso più facile al mondo della recitazione e di riuscire a sentirmi più a mio agio per poter esprimere qualcosa in più di me.
Dove si è formato artisticamente?
Ho studiato all’Actor Studio di Londra, Ivana Chubbuck Studio a Los Angeles e con Patrizia De Santis a Roma. Ho frequentato altre scuole a Roma studiando anche con Giancarlo Giannini e con Mariangela D’Abbraccio, Bob Corff Peter Leirness sempre qui a Los Angeles.
Cosa può dire riguardo i suoi studi?
Ho apprezzato ogni singola esperienza anche se reputo la formazione con Ivana e soprattutto il mio percorso con Patrizia un percorso molto importante, che mi ha aiutata nel riuscire a liberare una parte di me che tenevo dentro e che fino a quel momento non riuscivo a utilizzare per le mie interpretazioni.
Quale considera l’esperienza più importante sul set?
Certamente è stato quello del film Zoolander 2 sul set con Ben Stiller e Owen Wilson, esperienza meravigliosa, peraltro ho avuto la bellissima chance di lavorare nella mia città di nascita. Tra i tanti bellissimi ricordi c’è l’esperienza del film Rapiscimi che ho girato a Lisbona con Sao Joe Correia e Virgilio Castelo famosi attori portoghesi, nel cast tra gli italiani ci sono anche Carmelo Caccamo e Rocco Barbaro. Altri bellissimi momenti li ho vissuti a Tolentino, nelle Marche luogo in cui ho girato il film Mission Possible con John Savage e James Duval, bellissima esperienza, non solo per l’importanza degli attori che recitavano insieme a me ma anche per il fatto che ho avuto l’opportunità di girare molte scene con animali, perché io amo gli animali.
Recentemente ha finito le riprese di Clique. Vuol parlare di questa esperienza lavorativa?
Ho lavorato come attrice nel ruolo dell’Office Casa ma anche come script supervisor, è stata una bellissima esperienza, molto impegnativa ma mi ha aiutata non solo a imparare tantissime cose nuove a livello pratico: come si crea un film, le camere, le lenti da usare, ma mi ha aiutata anche a migliorare le mie qualità di attrice. Penso che conoscere più a fondo quello che è il dietro le quinte sia il modo migliore per avere una visione completa di tanti dettagli e rendere il lavoro più facile per tutti.
Clique è un thriller. Che cosa racconta?
Clique racconta di una serie di omicidi operati da un serial killer. Racconta una storia molto attuale e di come al giorno d’oggi i social media abbiano condizionato e cambiato la nostra vita. Parla degli istinti umani e di come a volte le nostre spinte istintive possano prendere delle svolte impreviste.
Vuol descrivere il suo personaggio?
Il ruolo dell’Officer Casa, il personaggio che interpreto, mostra un essere umano che lavora per la giustizia, ma che allo stesso modo per farsi valere e per vedere dei sogni realizzati, è pronta ad andare contro tutto quello in cui crede e tutto quello che ha condizionato la sua vita fino a quel momento.
Che tecniche ha utilizzato per calarsi nel migliore dei modi nel personaggio che doveva interpretare?
Ho affinato le mie tecniche con il tempo. Certamente utilizzo la tecnica Chubbuck per trovare le emozioni giuste e per non giudicare il mio personaggio cercando così di viverlo capendo quello che la spinge a fare quello che fa.
Attualmente è a Los Angeles. Scelta voluta o subita per avere più opportunità lavorative?
Senza ombra di dubbio è una scelta voluta e sicuramente mi ha portato la possibilità di avere molte più opportunità di quelle che avevo prima, ma è da quando sono piccola che volevo venire qui. Il mio cuore appartiene a questo posto nonostante amo Roma, mia città di nascita, ma non è il luogo dove vorrei vivere.
Ha trovato differenze per il modo di lavorare?
Assolutamente sì, sono totalmente differenti non solo gli Stati, ma anche i modi di pensare, lavorare, vivere. Io mi trovo molto meglio adesso, senza giudicare nessuno è questo il posto dove sento di potermi realizzare a livello lavorativo e nel quale lavoro ogni giorno con il sorriso.
Cosa può dire riguardo ai casting?
Anche in merito a quello, qui funziona tutto in maniera totalmente diversa. In Italia è tutto meno accessibile, qua non è così.
Vuole raccontare un aneddoto sul set?
Ho un aneddoto divertente in merito a una campagna che scattavo per il Giappone insieme al famoso attore Ken Wakanabe. Eravamo a Guam, un’isola militare vicino al Giappone, la sera prima eravamo andati a cena con tutta la troupe in un ristorante di proprietà del fratello di Ken e lui mi fece assaggiare un piatto tipico giapponese, che era fatto con un uovo crudo all’interno. Per non fare brutta figura lo mangiai, era anche buono in effetti, si da il caso però che passai l’intera nottata dando di stomaco e avevo la sveglia alle cinque perché dovevamo essere sul set alle sei del mattino. Saremmo dovuti arrivare su una spiaggia privata, dunque attraversammo con la troupe una foresta per arrivarci. Si erano fatte le otto del mattino e io non davo segnali di ripresa però essendo davanti a molte persone fingevo di stare meglio di quanto stessi. Arrivò il momento di scattare, entro in scena con Ken, danno il via e come nei peggiori film comici, mi ritrovo a dare di stomaco davanti a tutta la troupe, davanti alle telecamere, ma cosa peggiore con Ken Wakanabe che mi reggeva la testa. Devo dire che ora è divertente, sul momento fu una situazione alquanto imbarazzante.
Lei è molto attiva sui social. Qual è il segreto per avere un seguito come il suo?
Certamente di metodi e modi per avere più seguaci ce ne sono infiniti, credo però che quello che più interessa alle persone sia vedere qualcosa di vero. Cerco di essere me stessa e il più spontanea possibile sui miei social.
Attualmente in cosa è impegnata?
Attualmente sto finendo di scrivere il mio primo short movie, nel quale dirigo e recito. Nel frattempo ho delle proposte per un film e una serie tv, mi sto preparando sui ruoli, mi piacciono molto al momento, nulla che posso svelare purtroppo, ma di cui potrò parlare presto.
Vuole aggiungere altro?
Volevo ringraziare Sledet.com per questa intervista e per avermi dato la possibilità di parlare un po’ più di me, mi fa piacere poter esprimere e cercare di donare qualcosa in più di me alle persone.
Sledet.com ringrazia per l’intervista Giulia Lupetti, e ad maiora!
Foto di Adriano Cecchetto