Amianto: intervista all’avv. Ezio Bonanni presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto


“L’Italia è stato uno dei maggiori produttori e utilizzatori di materiali di amianto, il secondo in Europa, dopo l’Unione Sovietica”

Intervista di Desirè Sara Serventi 

Nonostante ormai siano passati tanti anni dall’approvazione della legge n. 257/92, riguardante l’amianto, le vittime correlate all’esposizione a queste fibre continuano ad esserci. Tutto questo lo sa bene il noto avvocato Ezio Bonanni, pioniere per quel che concerne la difesa delle vittime dell’amianto che ormai dal 2011 ricopre anche il ruolo di presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto. Sledet.com ha raggiunto Bonanni che ha parlato dettagliatamente non solo delle fibre di amianto, ma anche dei diritti di tutti coloro che ne sono rimasti vittima.

Lei è il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, e tra gli avvocati è il pioniere per quel che concerne la difesa per le vittime amianto. Cosa può dire riguardo l’ONA?
L’Osservatorio Nazionale Amianto è la più indipendente e articolata organizzazione italiana di tutela delle vittime dell’amianto e dei loro familiari, e ha sedi in tutta Italia, e, ormai da più di 11 anni, assicura servizi di assistenza tecnica, medica e legale, per prevenire il rischio amianto e per tutelare coloro che ne sono rimasti vittima.

Da quanto tempo si occupa della tutela delle vittime amianto?
Sono già più di 20 anni che mi occupo della tutela delle vittime amianto e dal 2011 sono il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.

Che cosa provoca una esposizione alle fibre di amianto?
Le fibre di amianto, se inalate e/o ingerite, provocano l’insorgenza di diverse patologie, sia fibrotiche (asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici, con complicazioni cardiovascolari e cardiocircolatorie), che neoplastiche (mesotelioma, tumore polmonare, alla laringe e all’ovaio, e allo stato attuale delle conoscenze anche i tumori del tratto digerente – faringe, stomaco e colon), con tempi di latenza che possono raggiungere anche i 50 anni. Si stima che a causa dell’esposizione professionale a polveri e fibre di amianto perdano la vita, ogni anno, più di 107.000 persone solo per mesoteliomi e tumori polmonari.

Dove si trova principalmente?
L’Italia è stato uno dei maggiori produttori e utilizzatori di materiali di amianto (per un totale di 2.748.550 tonnellate nel periodo dal 1945 fino al 1992), il secondo in Europa, dopo l’Unione Sovietica. L’amianto è stato utilizzato principalmente in edilizia e nel settore dei trasporti, da quelli ferroviari (Ferrovie dello Stato), a quelli marittimi, e a quello aereo. L’amianto è stato utilizzato anche nelle Forze Armate, in particolare nelle unità navali della Marina Militare Italiana, e nelle installazioni a terra di tutte le Forze Armate. Per quanto riguarda l’aviazione, l’amianto era presente negli aeromobili. Anche coloro che hanno svolto il servizio militare di leva, sono stati esposti ad amianto. Infatti l’arma individuale presupponeva il c.d. kit, con la c.d. “pezza di amianto” che serviva per poter impugnare l’arma o parti dell’arma che si surriscaldavano. Il comparto delle Forze Armate è quello nel quali vi è un’alta incidenza di mesoteliomi, ciò è stato confermato dalla “Relazione finale” della Commissione di Inchiesta della Camera dei Deputati.

Le patologie legate all’esposizione da fibre di amianto sono dose dipendenti?
Certamente, tutte le patologie asbesto correlate sono dosi dipendenti, legate all’entità dell’esposizione per intensità e durata. La legge scientifica della dose cumulativa è ormai universale, anche per quanto riguarda il mesotelioma. Questa legge scientifica è attribuita all’autorità di Richard Doll e trova applicazione per tutte le patologie tumorali, e comporta che non solo il rischio, ma anche i tempi di latenza, siano legati alla dose per intensità e durata: più a lungo e più intensa sarà l’esposizione, e più alto sarà il rischio e soprattutto minori saranno i tempi di latenza con sottrazione di tempo di vita e/o di vita sana. Non c’è una dose al di sotto della quale il rischio si annulla.

Qual è il tempo di latenza di questa malattia?
La latenza è molto variabile. Quella del mesotelioma è più ampia, e può arrivare anche a 55/60 anni ed è per questo motivo che il picco di patologie asbesto correlate ed in particolare per il mesotelioma, ci sarà tra il 2025 e il 2030.

Come vengono tutelati i diritti delle persone vittime dell’asbesto?
Il mesotelioma, tumore del polmone, della laringe, della faringe, dello stomaco, delle ovaie, del colon, e di altri organi, oltre ad asbestosi, placche pleuriche ed ispessimenti pleurici. In caso di diagnosi di una di queste malattie asbesto correlate, riconducibili all’attività lavorativa, sussiste il diritto all’indennizzo inail (risarcimento INAIL), e alle prestazioni del Fondo Vittime Amianto ed il prepensionamento. Il datore di lavoro deve risarcire i danni differenziali e complementari. Nel caso di rapporto di lavoro pubblico, ovvero al servizio della pubblica amministrazione, sussiste il diritto alla causa di servizio (equo indennizzo), e al riconoscimento di vittima del dovere. I lavoratori esposti e vittime asbesto hanno diritto al prepensionamento amianto. L’Osservatorio Nazionale Amianto ha costituito un pull di legali per il risarcimento danni amianto (danni morali risarcimento) per lavoratori e cittadini esposti e vittime dell’amianto e loro famigliari, per la tutela di tutti i loro diritti. L’assistenza legale gratuita può essere richiesta sia online attraverso lo Sportello online assistenza legale che presso le nostre sedi territoriali.

Potrebbe quantificare a quanto ammontano in Italia le vittime correlate all’insorgenza delle malattie legate all’esposizione di queste fibre di amianto?
Sono passati, ormai, più di 27 anni dall’approvazione della legge n. 257/92, e purtroppo di amianto si continua e si continuerà a morire: una strage silenziosa che l’Osservatorio Nazionale Amianto ha denunciato, per potervi porre fine e tutelare la salute pubblica e l’ambiente. Ho scritto “Il libro Bianco delle morti di amianto in Italia”, che dimostra che ancora nel 2017, si sono registrati 6.000 decessi in Italia e 107 mila nel mondo (stima per difetto, perché ci sono molti Stati che non registrano i casi di patologie asbesto correlate): ciò è inaccettabile. Abbiamo chiesto il bando totale dell’amianto, per quei Paesi che continuano ancora ad utilizzarlo. L’amianto è un killer silenzioso cancerogeno che provoca con assoluta certezza scientifica mesotelioma, tumore del polmone, tumore della laringe, dello stomaco e del colon. Per non parlare dei danni respiratori che causa, anche quando non insorge il cancro (placche pleuriche, ispessimenti pleurici, asbestosi e complicanze cardiocircolatorie):
– 1.900 di Mesotelioma;
– 600 per Asbestosi;
– 3.600 per Tumori polmonari.
Sono quindi più di 6000 i decessi per amianto ogni anno.

Come si possono prevenire i danni causati dall’asbesto?
È fondamentale la prevenzione primaria attraverso la bonifica e messa in sicurezza. Soltanto in questo modo e cioè evitando ogni forma di esposizione alla fibra killer, è possibile prevenire i danni da amianto e realizzare la tutela da amianto del danno salute, che è il bene più prezioso dell’essere umano.

Che cosa si intende per bonifica dell’amianto?
La bonifica dell’amianto è fondamentale per la tutela della salute e consiste nella messa in sicurezza dei luoghi di vita e di lavoro, rispetto a qualsiasi condizione di rischio con riferimento ad agenti patogeni e cancerogeni. La bonifica può essere radicale attraverso la rimozione dell’amianto. Metodi alternativi sono costituiti dall’incapsulamento e dal confinamento.

In cosa consiste l’incapsulamento?
L’incapsulamento consiste in un sistema di utilizzo di prodotti penetranti o ricoprenti che tendono ad incorporare le fibre di amianto con una pellicola di protezione sulla superficie esposta. La procedura presuppone la totale pulizia e l’utilizzo di attrezzature appropriate per evitare che le fibre si liberino. Questo trattamento è limitato nel tempo (circa 10 anni) ed è raccomandato per i materiali poco friabili di tipo cementizio.

In cosa consiste invece il confinamento?
Il confinamento consiste nell’installazione di una barriera che separa l’amianto dalle aree occupate dell’edificio. Rispetto all’incapsulamento ha il vantaggio di realizzare una barriera resistente agli urti, ma resta l’obbligo di mettere in atto un programma di controllo e manutenzione.

Nonostante sia stato messo al bando, perché non è stato ancora bonificato?
Non è stato ancora bonificato perché i costi sono molto elevati. Non ci sono abbastanza discariche e soprattutto l’Italia è stato il secondo produttore ed utilizzatore europeo di amianto e di materiali contenenti amianto.

Il nostro Paese come è messo in termini di bonifica?
Abbiamo bonificato soltanto una minima parte dei materiali di amianto e contenenti amianto. Questo sempre per il fatto dei costi e dell’assenza di concreti incentivi per la bonifica. In più è un problema culturale, non vi è abbastanza cultura della prevenzione.

Lei ha elaborato una proposta di legge. Vuol parlarne?
Abbiamo predisposto, come Osservatorio Nazionale Amianto, una proposta di legge che prevede un credito fiscale per coloro che bonificano, tra cui le imprese senza limiti, legati all’entità delle somme spese. Questa proposta di legge è stata già presentata a tutte le forze politiche nel novembre del 2017. Il tema si è riproposto ora poiché sono componente della Commissione Amianto voluta dal Ministro Costa.

Quale sarebbe a suo avviso la prima cosa da fare?
La prima cosa da fare sarebbe quella di abolire l’IVA sui costi di bonifica. Ritengo assurdo che lo Stato possa maggiorare le spese di bonifica con la tassa dell’IVA.

Quali sono i diritti delle vittime di amianto?
Innanzitutto ci sono le prestazioni previdenziali, dalla rendita INAIL alle prestazioni di vittima del dovere. Inoltre, per coloro che, in seguito all’esposizione professionale, si sono ammalati di patologie asbesto correlate (art. 13 comma 7 L. 257/92), c’è il diritto all’accredito per le maggiorazioni contributive per esposizione ad amianto. Per coloro che hanno svolto servizio per la Pubblica Amministrazione, vi è l’equiparazione a vittime del dovere (art. 1, comma 563, Legge 266/2005) se hanno contratto infermità permanentemente invalidanti o alle quali consegua il decesso, in occasione o a seguito di missioni di qualunque natura, effettuate dentro e fuori dai confini nazionali e che siano riconosciute dipendenti da causa di servizio per le particolari condizioni ambientali od operative. L’art. 20 della Legge 183 del 2010, ha stabilito che il personale civile e militare dipendente del Ministero della Difesa ed in servizio nella Marina, che è stato imbarcato nelle unità navali, e per ciò stesso esposto a polveri e fibre di asbesto, ha diritto ad ottenere il risarcimento dei danni, e le prestazioni di vittima del dovere.

Quali sono gli strumenti di tutela messi in campo dall’Osservatorio Nazionale Amianto?
L’Osservatorio Nazionale Amianto ha sede in tutta Italia. Ci sono centinaia di volontari che sono operativi per la prevenzione primaria, e dei pull di medici volontari, ai quali i cittadini si possono rivolgere ed ottenere l’assistenza medica gratuita. Il servizio di assistenza medica gratuita è assicurato dall’ONA attraverso il sistema di consulenza online. Tutti coloro che hanno il sospetto di avere una patologia asbesto correlata possono rivolgersi all’associazione e fare richiesta di assistenza medica gratuita attraverso lo sportello amianto online, attraverso il sito: www.osservatorioamianto.com. L’ONA assicura anche un servizio di assistenza legale. Ci sono un pull di legali che forniscono assistenza gratuita.

Quanto amianto c’è in Italia?
In Italia, ci sono ancora 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto, di cui 33 milioni di amianto compatto ed 8 milioni di tonnellate di amianto friabile. Ci sono un milione di siti contaminati con amianto, di cui almeno 50mila siti industriali, e 40 siti di interesse nazionale tra i quali ce ne sono 10 che sono solo di amianto (come la Fibronit di Broni e di Bari; l’Eternit di Casale Monferrato); 2.400 scuole (stima 2012 per difetto perché tiene conto solo di quelle censite da ONA in quel contesto – la stima è stata confermata dal CENSIS – 31.05.2014). Esposti più di 352.000 alunni e 50.000 del personale docente e non docente; 1.000 biblioteche ed edifici culturali (stima per difetto perché è ancora in corso di ultimazione da parte di ONA); 250 ospedali (stima per difetto perché la mappatura ONA è ancora in corso). La nostra rete idrica rivela presenza di amianto per ben 300.000 km di tubature (stima ONA), inclusi gli allacciamenti, con presenza di materiale contenenti amianto rispetto ai 500.000 totali (tenendo conto che la maggior parte sono stati realizzati prima del 1992, quando l’amianto veniva utilizzato in tutte le attività edili e costruttive).

Che consiglio può dare alle persone che abitano in luoghi dove è presente l’amianto?
Consiglio di non esporsi alla fibra killer, e di chiedere la bonifica.

Vuole aggiungere altro?
I cittadini possono tenersi informati sulla fibra killer e sui rischi e anche sulle iniziative giudiziarie attraverso il Giornale sull’amianto, che è anche online: onanotiziarioamianto.it. Il Giornale sull’amianto è lo strumento attraverso il quale tutti i cittadini possono tenersi costantemente informati sul rischio amianto in Italia.

Sledet.com ringrazia per l’intervista l’avvocato Ezio Bonanni, e ad maiora!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.