A tu per tu con l’attore Giulio Corso


Sta riscuotendo un grande successo nel musical Rapunzel affianco a Lorella Cuccarini e Alessandra Ferrari


Intervista di Desirè Sara Serventi

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Ha un ottima e qualificata formazione artistica conseguita presso l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’amico e perfezionata poi sui set e sui teatri nazionali, il talentuoso attore Giulio Corso. Ha lavorato sia per la televisione che per il cinema e il teatro, mettendo ogni volta in evidenza la sua preparazione nella recitazione. Sta ottenendo un grande successo Giulio Corso nel Musical “Rapunzel”, dove interpreta un ruolo da protagonista, affianco a Lorella Cuccarini e Alessandra Ferrari.

Artisticamente ti sei formato presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Che ricordo hai di quel periodo?
Il periodo dell’Accademia è un periodo estremamente fervido dal punto di vista della creazione.

Per quale motivo?
Perché è un momento in cui ci si sente molto protetti dalla situazione scolastica che ha l’accademia, per cui ricordo di aver fatto delle cose bellissime. E’ un luogo dove si fanno tanti incontri, sono tutti ragazzi che hanno una grande volontà che è quella di sacrificare tre anni della propria vita, per l’apprendimento di un’arte, di un mestiere, che comunque è un mestiere che ha ancora a che fare strettamente con l’artigianato.

Che cosa intendi dire?
E’ una cosa che noi apprendiamo, ha delle regole, dei momenti, dei tempi, è un mestiere che impiega il corpo nella creazione del lavoro stesso.

Una delle prime cose che ti sono state insegnate in Accademia?
Credo che tutti gli insegnamenti arrivino postum rispetto al momento stesso in cui l’insegnamento viene impartito.

Perché?
Perché noi tendiamo a crescere artisticamente e umanamente, e spesso la crescita artistica coincide con la crescita biologica.

Una frase che ricordi, detta ad un tuo insegnante?
Ricordo che ho scritto una lettera al mio direttore dell’accademia quando ho finito il corso, che è un sodalizio importante per un attore quello con la propria scuola.

Cosa gli hai scritto?
Gli scrissi che lo ringraziavo perché l’accademia mi aveva reso libero nelle mie scelte artistiche.

Che cosa intendi per libertà?
Libertà nel senso di scegliere e discernere.

Il tuo esordio in teatro?
In accademia con lo spettacolo “Homeless” un lavoro sui senza tetto, diretto da Gabriele Lavia.

Di cosa trattava?
Era uno spettacolo in cui noi, che avevamo incontrato dei senzatetto di Roma, avevamo creato delle storie, dei monologhi, mettevamo in scena i racconti di vera vita vissuta, si chiamava “Homless i giorni del buio”. Trattava la disperazione di chi per scelta o no, non aveva più una casa ma viveva il mondo come la propria casa.

Quali sono le differenza tra il set e il palco?
Il cinema vive di immagini, il teatro è fatto di fatti di gente che sta sul palco, che agisce. C’è una cosa di interessante nel teatro che non si potrà mai verificare al cinema.

Puoi essere più preciso?
Il teatro è un fatto di impatto, di tacito accordo di fiducia che avviene tra il pubblico e l’attore.

Sei in scena con il musical “Rapunzel” con un cast d’eccezione, Lorella Cuccarini che ricopre il ruolo di madre Gothel, Alessandra Ferrari nel ruolo di Rapunzel, e tu nei panni di Phil. Parli del tuo personaggio?
Adoro questo ruolo, è un ruolo che mi ha portato tanta fortuna, un ruolo vincente che nasce da una bella collaborazione fra me e il regista dello spettacolo che è Maurizio Colombi. Per interpretare questo personaggio ho dovuto confrontarmi con il movimento, il ballo e il canto, e sono state delle cose che mi hanno nutrito ulteriormente. Sono molto grato alla produzione, ad Alessandro Longobardi che è il produttore, a Maurizio Colombi, perché questa per me è stata una bella esperienza e lo spettacolo sta ottenendo ottimi risultati.

Come descriveresti lo spettacolo ai lettori?
Su questo spettacolo si possono dire tante cose. Avendo visto lo spettacolo ci sono diverse successioni che possono rimanere nello spettatore che vanno dalle musiche, che sono musiche originali, alla parte recitata. Se dovessi descrivere lo spettacolo partirei da quello che mi interessa di più, e sono le storie. E’ una fiaba eterna, una coppia che finalmente ha una bambina e questa bambina viene strappata dalle braccia del padre e della madre, rinchiusa in una torre per tutta la vita, finché non si presenta questo ragazzo, appunto il mio personaggio che si chiama Phil, che la conduce verso un mondo che lei ha sempre disconosciuto, che ha osservato dalla finestra di questa sua prigione.

Cosa ti piace della storia?
Mi piace che questa sia la favola che parla principalmente di amore, e poi è la fiaba di una strega che nel nostro caso è Lorella, che è in una posizione veramente scomoda.

Cioè?
Nel senso che questa strega sembrerebbe fare tutto per se stessa, perché rinchiude questa bambina per farne il suo raperonzolo magico, quindi all’inizio un personaggio negativo che fa tutto con un gesto estremamente egoistico, però allo stesso tempo alla fine, lei rinuncia alla propria esistenza per liberare questa ragazza.

Cosa puoi dire riguardo a Lorella Cuccarini?
Trovo che Lorella sia straordinaria nella sua umanità e nel raccontare questa madre, che poi non è madre ma la zia di questa bambina e che poi, si rivela tenera. Lorella è una stacanovista, lei è quello che è perché è sempre stata all’altezza del suo ruolo, e da il buon esempio a tutti gli altri. E’ una grande compagna di lavoro.

Ad interpretare Rapunzel è Alessandra Ferrari?
E’ un’interprete eccezionale e canta benissimo, è stato molto divertente misurarmi con lei, perché ci siamo in qualche modo aiutati.

In che modo?
Lei mi ha aiutato a scoprire le mie possibilità canore davanti ad un pubblico grande, venendo dalla prosa per me non era semplice, e io le ho dato una mano in tutte le scene che riguardavano l’atto recitativo. Con lei c’è stato un bellissimo scambio, un bel dialogo, nel palco siamo una coppia funzionale e funzionante, devo dire che replicare questo spettacolo mi diverte, è un bell’incentivo per andare a lavorare.

Tra le tue esperienze lavorative quale reputi la più significativa?
Sicuramente Rapunzel.

Progetti?
Riguardo ai miei progetti futuri, credo che finito Rapunzel, mi dedicherò alla scrittura di scena. Sto lavorando ad una pièce teatrale. Sono impazientissimo di vedere al cinema un film al quale ho lavorato quest’estate, si chiama “Smitten” ed è una commedia fantasy scritta e diretta da Barry Morrow.

Sledet.com ringrazia Giulio Corso per l’intervista.

 

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