Dal teatro al counseling
Intervista di Desirè Sara Serventi
Sta prendendo sempre più piede in Italia la figura del counseling. La dottoressa Francesca Ieranò spiega la straordinaria magia che la vita offre quando si lasciano andare ansie e paure.
Dal mondo dello spettacolo, a quello del counseling, spieghi come è avvenuto questo passaggio?
Ricordo quella mattina quando, dopo una replica di uno spettacolo, uscita dal teatro ho pensato di voler dare una svolta alla mia vita. Qualcosa di nuovo stava per arrivare e infatti da quel momento sono cambiate tante cose.
Qual è stato il tuo percorso di formazione?
Da quel momento ho deciso di rispolverare la laurea in Psicologia che avevo preso anni prima e di dedicarmi al Counseling, così ho seguito un Master e da lì è stato un crescendo e ho continuato a formarmi.
Chi è il counselor?
Per me il counselor è colui che cammina al tuo fianco in un momento particolare della tua vita, che ti fornisce gli strumenti adatti che ti servono per superare degli intoppi e permetterti di volare.
Di cosa si occupa?
Di momenti non facili che le persone si trovano ad affrontare nella loro vita.
Perché è importante questa figura?
E’ come trovarci di fronte ad computer guasto: possiamo decidere di fare gli autodidatti e prendere il tempo che ci serve ma se non siamo pratici continuiamo a fare tentativi e questo non solo comporta una perdita di tempo ma anche un notevole dispendio energetico, oppure possiamo decidere di prendere il libretto delle istruzioni e insieme superare l’impasse.
Come si diventa counselor?
Con i corsi giusti chiunque lo diventa ma non fermiamoci al mero pezzo di carta. Il mio consiglio è quello di studiare, formarsi, conoscere il più possibile dell’essere umano, perché ci sono tante variabili che influiscono sui nostri pensieri e di conseguenza, sui nostri comportamenti.
Qual è la differenza tra un counseling e uno psicologo?
Ci sono diverse differenze: in primis lo psicologo agisce anche su patologie, infatti spesso c’è una ristrutturazione della personalità, al contrario del counseling che non agisce su patologie ma su disagi individuali o relazionali. Il secondo punto è la tempistica: i tempi di un percorso di counseling sono molto più brevi rispetto alla psicoterapia. In questo nuovo approccio si lavora sull’hic et nunc e già dopo i primi colloqui si sentono i cambiamenti incipienti.
Qual è una delle prime cose che dici alle persone che chiedono il tuo aiuto?
Che sono al sicuro, quello che sta capitando in quel momento è normale, siamo umani e alla nostra mente piace giocare.
Chi si rivolge a te in genere, che cosa chiede?
“Sono pazzo se cerco uno strizzacervelli?” Questa è la cosa più frequente che sento che mi fa sorridere. Tanti non sanno che nel momento stesso in cui escono dal loro “guscio” e si apprestano a cercare un aiuto di questo tipo hanno già attivato il cambiamento.
Attrice o counselor?
Non c’è preferenza, sono le testa/croce della mia moneta.
Qual è stato il tuo percorso nel mondo della recitazione?
Ho lasciato anni fa la mia città natia per andare a Roma e diventare attrice. Il mio esordio è stato dopo un provino con il regista Salvatore Samperi, cominciato per gioco e finito con un piccolo ruolo nel “Sangue e la Rosa”. Dopo una serie di frasi che ci scambiammo nel cortile della produzione ho capito che quella sarebbe stata la mia strada e lui è stata la molla per farmi fare il salto nel mio futuro di allora. Da quel momento ho cominciato a studiare e sono cominciati a venir fuori lavori in diverse pubblicità, ho fatto teatro e ogni tanto qualche “affacciata” in fiction.
Attualmente in cosa sei impegnata?
Ora lavoro con i bambini e porto avanti il counseling da un lato, dall’altro sta partendo un progetto per un lungometraggio.
Dopo tutte queste esperienze c’è qualcosa che senti di condividere?
Volere, sognare, osare. Queste sono tre parole che devono accompagnare le nostre vite. Da quello che ho vissuto e sperimentato sulla mia pelle finora posso garantire la straordinaria magia che la vita offre quando lasciamo andare ansie e paure e viviamo le cose con maggiore libertà e serenità. Mi rendo conto che potrebbero sembrare frasi scontate ma la soluzione più ovvia, talvolta, è davvero la più vera.
Una figura interessante quella del counseling.