A parlare del cortometraggio Elastic Heart è Nunzio Bellino


Il corto di Giuseppe Cossentino che parla della Sindrome di Ehlers Danlos e che ha vinto due Oscar del web 

Intervista di Desirè Sara Serventi 

Una storia, quella di Nunzio Bellino, che ha interessato il noto autore, sceneggiatore e regista Giuseppe Cossentino, tanto da crearne un cortometraggio dal titolo Elastic Heart, che racconta della rara patologia di cui è colpito Nunzio, ovvero, la Sindrome di Ehelers. Ed è proprio Elastic Heart a segnare il debutto nel mondo della recitazione per Nunzio, che nel ruolo di protagonista, è riuscito a spiegare nel miglior dei modi, con che cosa devono fare i conti coloro che sono colpiti da tale patologia, una malattia rara che rende la pelle elastica. Elastic Heart, ha ottenuto un ottimo riscontro dagli addetti ai lavori, infatti ha vinto due Oscar del Web, come miglior trailer cinematografico e miglior sceneggiatura. I microfoni di Sledet.com hanno raggiunto Bellini, che si è raccontato.

Da animatore ad attore, come è avvenuto questo passaggio?
Nasco principalmente come animatore, l’incontro con il bravissimo sceneggiatore e regista Giuseppe Cossentino ha segnato il mio debutto nel mondo della recitazione, con il cortometraggio “ Elastic Heart” nel quale racconto la storia della mia vita e la mia sindrome rara, la Sindrome di Ehlers Danlos.

Vuol spiegare di cosa si tratta?
La Sindrome di Ehlers – Danlos è una patologia rara che si trasmette per via genetica, del tessuto connettivo e riguarda anche i muscoli, le articolazioni e gli organi interni. Chi ne è colpito può soffrire di dolori cronici, ha lussazioni continue, gli organi interni sono più delicati rispetto alla norma, e pertanto nei casi più gravi può comportare il rischio di emorragie fatali.

La sua pelle è elastica?
La mia pelle è super elastica e sono più delicato rispetto alla norma, come gli stessi organi interni.

Nessuna cura per tale sindrome?
Purtroppo no!

Lei insieme all’autore sceneggiatore e regista Giuseppe Cossentino avete prodotto il cortometraggio dal titolo “Elastic Heart”. Come è nata l’idea di portare sul set la sua storia?
La mia esperienza con il regista e scrittore Giuseppe Cossentino è stata un’esperienza fantastica, lui è un grande professionista che con la sua grande sensibilità è riuscito a tirare fuori il meglio di me. Anche con il resto del cast mi sono trovato benissimo, ho stretto soprattutto amicizia con la grandissima Rachele Esposito, che nel corto interpreta la mia mamma, una persona veramente dolce e disponibile, quasi materna e mi sono trovato molto bene a recitare con lei. L’idea con Cossentino nasce dai miei racconti che lo stesso ha assorbito come una spugna e con l’obiettivo di diffondere ad ampio raggio la conoscenza di questa patologia, in modo da aiutare anche la ricerca, visto che attualmente per questa sindrome, non esiste una cura definitiva.

Vuol raccontare la trama del corto?
Si racconta la mia storia reale. Si comincia dai mie ricordi, dalla perdita di una persona cara (mia madre), alle delusioni, alle esperienze amorose sino alla sindrome che condiziona la mia vita. Ma consiglio vivamente di vederlo, alla prima proiezione le ragazzine e le signore piangevano! Ed anche io mi sono commosso!

Qual è stata la difficoltà più grande che avete riscontrato?
La difficoltà è che io inizialmente ho proposto a Giuseppe Cossentino, un lungometraggio, ma non avendo abbastanza fondi, ci siamo buttati un cortometraggio di soli dieci minuti in cui era quasi impossibile raccontare la storia della mia vita e la mia patologia. Cossentino, però con l’escamotage della narrazione è riuscito a mediare questo grande problema e speriamo che in futuro questo corto diventi un film con l’aiuto di un produttore che creda fortemente nel progetto e nella mia storia!

Elastic Heart ha vinto due Oscar del web?
Abbiamo vinto due Oscar del web, miglior trailer cinematografico e miglior sceneggiatura. Una bella soddisfazione!

Che cosa rappresentano per le questi premi?
La rivincita su tutte quelle persone che non credono in questi progetti cinematografici sociali e su quelle persone che credono nell’apparenza. Io con questo corto, mi sono messo a nudo, ci ho messo la faccia e credo che questo al pubblico sia arrivato.

Qual è il messaggio che volete trasmettere?
Il messaggio che vogliamo lanciare, e che la vita va vissuta appieno e vista da più angolazioni, non solo quella che conosciamo noi, aprirci anche ad altre realtà, che in questo caso sono quello delle sindromi rare, perché troviamo che ci sia una grande chiusura in tal senso. La gente di queste cose non ne vuole sentire neanche parlare, prova paura e repulsione anche per via della scarsa conoscenza sull’argomento.

Che consiglio può dare alle persone che soffrono di tale sindrome?
Di non arrendersi mai, e combattere, combattere sempre e comunque. Sorridere alla vita, perché la vita è bella e degna di essere vissuta nonostante tutto.

Attualmente in cosa è impegnato?
Sono impegnato in altri prodotti cinematografici, come “ La Caffettiera Napoletana”, che riporta in auge la tradizione del caffè, con la famosa “ Cuccumella” l’antica caffettiera che a Napoli era un’istituzione tratta dal famoso monologo di Giuseppe Cossentino e il corto d’autore “ Un Giorno a Napoli” entrambi diretti da Giuseppe Cossentino.

Progetti?
Sì è in cantiere un corto Horror da protagonista!

Vuole aggiungere altro?
Ringrazio Sledet.com per questa meravigliosa intervista.

Sledet.com ringrazia per l’intervista Nunzio Bellino, e ad maiora!

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