Ricordando Peppino Impastato


Ha combattuto contro quel mondo di tradizioni omertose nel quale era cresciuto

Articolo di Desirè Sara Serventi

Coraggioso, ribelle verso ogni forma di illegalità, tutore dei più deboli, e soprattutto un siciliano che voleva essere libero, svincolato da ogni forma di sottomissione, ecco chi era Peppino Impastato, un giornalista, un poeta, un attivista, che ha fatto dei propri ideali la sua ragione di vita. Peppino per quel periodo storico rappresentava un rivoluzionario, che non temeva niente e nessuno, e questo è stato ben evidente nella sua lotta contro la mafia, una guerra aperta verso Cosa Nostra dichiarata senza alcun timore, attraverso la pubblica denuncia dei numerosi traffici illeciti e dei collegamenti con la politica. Peppino Impastato era un giovane di Cinisi, proveniente da una famiglia di mafiosi, ma nonostante ciò ha combattuto contro tutto e contro tutti, contro quel mondo di tradizioni omertose nel quale era cresciuto. Peppino ha sempre portato avanti la sua battaglia con onore, senza mai abbassare lo sguardo, o cedere a compromessi. Ciò che di questa vicenda fa sicuramente scalpore è il fatto che la famiglia Impastato fosse una famiglia di origini mafiose, figlio e nipote di mafiosi. Peppino Impastato rappresentava dunque una minaccia per la sua stessa famiglia, dalla quale era visto come un traditore.

Peppino era uno a cui il coraggio certamente non mancava, e lo dimostrò quando creò Radio Aut, dove tutta l’informazione girava proprio attorno alle azioni della mafia e in particolar modo alle vicende del boss Tano Badalamenti. Tutto però era raccontato in chiave satirica, espediente che gli consentiva di far ridere la gente, ma allo stesso tempo di denunciare senza esitazioni. Radio aut era difatti una trasmissione seguitissima, anche se, per timore delle conseguenze, nessuno andava a sbandierare il fatto di ascoltare una trasmissione radio, nella quale il boss Badalamenti veniva ridicolizzato, senza alcun genere di ossequioso rispetto. Invece Peppino aveva ben chiaro il concetto di rispetto, quello autentico, rispetto verso se stesso, rispetto verso gli altri e verso i più deboli, ai quali venivano espropriati i loro beni, le loro terre e le loro case, solo perché le attività della mafia potessero prosperare e fruttare. Peppino è stato un pioniere della ribellione, per molti giovani ha rappresentato quello che forse in tanti avrebbero voluto fare. Tuttavia per fare certe cose ci vuole coraggio, un coraggio di tipo eroico, quasi mitologico, una dote che purtroppo non hanno tutti, ma che a distanza di anni, si può dire a gran voce Peppino avesse. Peppino Impastato non riuscì a portare a termine la sua lotta alla mafia, in quanto venne ucciso barbaramente, e a commissionare l’omicidio fu proprio Tano Badalamenti. Peppino venne ucciso a sassate, e successivamente il suo corpo venne fatto saltare in aria con della dinamite nei binari ferroviari. L’intento era quello di macchiare la memoria di Peppino, facendolo apparire come un terrorista, rimasto vittima del suo stesso attentato. Un’accusa che è sempre apparsa inverosimile e incoerente, sia alla sua famiglia che ai suoi amici, i quali lottarono affinché la verità emergesse. La verità si fece attendere, anche se di fatto nessuno aveva alcun minimo dubbio su chi fosse il mandante dell’omicidio. Tano Badalamenti venne accusato da un pentito e condannato all’ergastolo. Peppino ha rappresentato una Sicilia pulita, che voleva liberarsi della polvere dell’ingiustizia e dell’illegalità.

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