Intervista a Fabio Ripert: responsabile dei preparatori atletici della Lazio 2


“Il preparatore atletico funge da anello di congiunzione tra tutte le figure che ruotano nell’ambito calcistico”

Intervista di Desirè Sara Serventi

Quando si parla di preparazione atletica gli occhi non possono che essere puntati verso Fabio Ripert, preparatore atletico che negli anni si è distinto non solo per la sua qualificata formazione ma anche per la professionalità, l’impegno e l’attenzione impiegato nel suo lavoro, riuscendo così a garantire agli atleti le migliori condizioni fisiche per affrontare qualsiasi sfida. La sua esperienza nel settore gli permette di svolgere con competenza il ruolo di responsabile dei preparatori atletici della Lazio, dove si è conquistato con facilità la fiducia sia di mister Simone Inzaghi che di tutto lo staff tecnico e sanitario. Ma Ripert sa che per svolgere nel migliore dei modi il suo lavoro serve sicuramente, oltre alla competenza, la fiducia degli atleti, ed è per questo che con loro ha instaurato un rapporto di fiducia, senza mai dimenticare i rispettivi ruoli. La Lazio ha sicuramente dalla sua uno staff che dietro le quinte lavora in perfetta sinergia, all’interno di un clima positivo che permette di curare ogni minimo dettaglio. Quando una squadra può vantare professionisti del calibro di Ripert, i risultati in campo sono più che evidenti. I microfoni di Sledet.com hanno raggiunto Fabio Ripert, che si è raccontato.

Quando nasce la sua passione per il mondo del calcio?
Sin da piccolo avevo questa passione, passione che mi sono portato negli anni e che mi ha spinto a frequentare l’Università e a perfezionarmi poi, con vari corsi di specializzazione.

La sua prima esperienza sul campo è stata con la Spes Montesacro?
Sì, la prima esperienza sul campo è stata nel 1998 con la Spes Montesacro dove allenavo gli esordienti. L’anno dopo ho cominciato a fare il preparatore alle squadre un po’ più grandi: Giovanissimi e Allievi.

Poi?
Dopo la Spes ho lavorato al Tanas Casalotti, ho collaborato col Castel di Sangro, Spes Artiglio, Almas e poi da lì ho fatto l’esperienza con la Lodigiani, quindi diciamo che prima di approdare alla Lazio ho collaborato in varie società di Roma.

Alla Lazio ha iniziato con i piccolini?
Ho iniziato come istruttore della scuola calcio con i piccolini e che dire, ho fatto un po’ tutta la trafila: Piccoli Amici, Pulcini, Esordienti, per poi iniziare a lavorare come preparatore atletico alla Lazio con i Giovanissimi, con gli Allievi, poi due anni in Primavera, e adesso questo, è il secondo anno con la prima squadra.

Mentre lavorava come preparatore atletico con gli Allievi ha incontrato mister Simone Inzaghi?
Sì, e tra di noi c’è stato subito un bel rapporto, sia professionale che umano e infatti, mi ha continuato a portare nel suo staff sia negli Allievi Nazionali che nei due anni con la Primavera, per poi arrivare in prima squadra.

A suo avviso è importante lavorare in tutte le fasce di età, così come ha fatto lei?
Certo. Io sono soddisfatto di aver fatto tutte le fasce d’età, perché sicuramente questo dà la possibilità di capire tante cose. Quando si hanno delle buone basi è poi difficile trovarsi in difficoltà lavorando con le squadre più grandi. Tutte le difficoltà che può avere un allenatore anche con i piccoli, con i giovanissimi, aiutano poi ad affrontare le varie problematiche con molta più esperienza.

Qual è stato il suo bagaglio formativo?
Ho una laurea in Scienze Motorie di primo e secondo livello e ho fatto tanti corsi e parecchi master. Ho frequentato il Corso da Preparatore Atletico a Coverciano, e sono anche allenatore di base con patentino Uefa b. Ho fatto poi vari corsi di aggiornamento con la Federazione, e ho collaborato anche con la Federazione Calcio, quindi anche sotto l’aspetto organizzativo e didattico mi sono formato in varie sfaccettature, e adesso mi ritrovo a utilizzarle in quest’ambito.

Chi è il preparatore atletico nello staff tecnico di una squadra?
Il preparatore atletico è un anello importante per la squadra, perché funge da anello di congiunzione tra tutte le figure che ruotano nell’ambito calcistico.

Che cosa intende dire?
Che il preparatore atletico ha le conoscenze sia sotto l’aspetto sanitario che tecnico e quindi è lui che fa da anello di congiunzione tra questi due settori. Il preparatore atletico deve essere bravo a miscelare bene e ascoltare per poter poi programmare in maniera ragionevole tutto quanto il lavoro da svolgere. Per questo motivo è importante avere con lo staff: capacità di ascolto, capacità di relazione e capacità di organizzazione. Il preparatore atletico deve cercare il più possibile la collaborazione di tutte queste figure. Questo è l’aspetto secondo me basilare per iniziare a lavorare tutti insieme.

Da chi è composto lo staff tecnico della Lazio?
Noi siamo uno staff alla Lazio di dieci persone tecniche, poi ovviamente ci sono tutti gli altri, ovvero: dottori, osteopati, fisioterapisti, per citarne alcuni.

Che cosa è fondamentale in uno staff?
Sicuramente è fondamentale che tutti remino dalla stessa parte e soprattutto che tutti quanti abbiano lo stesso obiettivo, ed è per questo che tutti hanno un merito nelle vittorie.

Il clima nello spogliatoio gioca un ruolo importante?
Sì e devo dire che il merito di questa armonia nello spogliatoio è sicuramente da attribuire al coach, che nel nostro caso è mister Inzaghi. Simone ha una grande capacità, che è quella di coinvolgere tutti e di far sentire tutti, dai giocatori allo staff, parte del progetto. Avere i giocatori più forti del mondo ma non avere sinergia negli spogliatoi, non permette di raggiungere traguardi importanti, anche perché il fattore psicologico è molto importante.

Lei come responsabile dei preparatori atletici con chi si consulta nello specifico?
In primis con mister Simone Inzaghi e mister Massimiliano Farris, poi c’è Mario Cecchi che è il collaboratore tecnico e oltre me che sono il responsabile dei preparatori atletici, ci sono altri due preparatori atletici: Adriano Bianchini che si occupa del recupero degli infortunati e Alessandro Fonte che si occupa invece del monitoraggio dell’allenamento. Nei nostri ruoli comunque siamo molto intercambiabili e quindi può capitare che io posso fare il recupero degli infortunati o il monitoraggio e gli altri preparatori si occupano d’altro.

Come organizzate l’allenamento giornaliero?
Di solito facciamo prima dell’allenamento una riunione tecnica per organizzare l’allenamento.

Quest’anno avete giocato in una settimana anche due partite. In questo caso come riuscite a gestire gli allenamenti?
Quest’anno giocando anche in Europa League abbiamo giocato spesso e volentieri tre volte a settimane e questo sicuramente è molto differente che giocare una volta a settimana. Quando abbiamo la seduta infrasettimanale andiamo a personalizzare molto l’allenamento in base a chi ha giocato la domenica prima e chi non ha giocato. Dividiamo la squadra in due gruppi, dove in un gruppo ci sono i giocatori che hanno giocato la partita precedente e che quindi vanno a fare un lavoro di scarico, un lavoro di recupero e nell’altro gruppo invece, ci sono i giocatori che non hanno giocato e che andranno a fare un lavoro di integrazione. Qualche volta facciamo la partita contro la Primavera per chi non ha giocato, altrimenti andiamo a svolgere tutti i lavori con la palla ad alta intensità, ovvero tutti i lavori che si avvicinano molto ai valori di prestazione di una gara.

A suo avviso, qual è la principale differenza tra il calcio giocato e il lavoro dietro le quinte?
I ragazzi sicuramente sono gli attori, gli attori di questo spettacolo. Se poi tutti questi attori recitano bene e perché in ogni caso vengono guidati dal regista, dall’aiuto regista e da tutto lo staff che sta dietro di loro.

E’ importante avvisare gli atleti sul lavoro che andranno a svolgere?
Sì, infatti la prima cosa da fare è far capire all’atleta cosa tu vai a fare e perché la fai. Noi abbiamo atleti di varie fasce di età e tra di loro ci sono degli atleti che hanno avuto degli infortuni o delle problematiche alla colonna o al ginocchio, quindi è importante conoscere il loro storico, e per questo bisogna sapere tutto quello che hanno fatto, quello che non hanno fatto o che possono fare, e su queste conoscenze si fanno poi dei programmi specifici.

Ogni giocatore va gestito in maniera differente?
Certo perché ogni giocatore è differente dall’altro. La capacità nostra è quella di capire con chi ti confronti e capire soprattutto quando e come correggere un giocatore in caso di errore, perché c’è che va ripreso immediatamente e chi invece, in quel momento non va riprese ma va ripreso da solo. Ci vuole tempo per capire la persona, il suo carattere, la sua personalità, ma poi è basilare per raggiungere un rapporto costruttivo con lui e con tutto gruppo.

Che tecniche utilizza per prevenire gli infortuni?
E’ importante per l’atleta arrivare presto in campo, lavorare con i fisioterapisti, con l’osteopata, poi interviene la figura del preparatore atletico che va a fare tutta l’attivazione di prevenzione e quindi un’attivazione in palestra, quale la mobilitazione, i lavori di attivazione senza però sovraccaricare perché poi c’è l’allenamento. Dopo questo c’è la messa in campo, il riscaldamento che diventa prevenzione e poi le esercitazioni a tema. Di solito si chiude l’allenamento con una partitina e poi si ritorna a creare ancora prevenzione, ovvero fisioterapia, recupero e scarico in palestra.

La prevenzione si fa anche in tavola?
Sì infatti la squadra ha un nutrizionista che spiega loro come nutrirsi per mantenersi in forma e quali alimenti integrare dopo un allenamento o una partita. Dopo un allenamento i giocatori hanno un calo fisiologico di carboidrati, proteine e grassi e questi vanno reintegrati nell’immediato. A fine partita la prima cosa che fanno dopo la doccia, è quella di integrare con pasta, riso, o con tutti quei carboidrati che permettono un corretto ripristino.

Nello specifico come si svolge l’allenamento settimanale?
Se ci alleniamo la mattina di solito bisogna essere pronti alle 10:30, anche se noi dello staff ci incontriamo un’ora e mezza prima nell’ufficio del mister per organizzare l’allenamento. Prima di preparare il lavoro si fa un rapido controllo di chi sta bene e chi non sta bene, andiamo a parlare col dottore, coi fisioterapisti, che ci dicono chi è in condizioni per allenarsi e chi invece non può fare l’allenamento, su questo poi andiamo a programmare l’allenamento. Durante la settimana nella prima seduta ai ragazzi non facciamo vedere i video della partita, ma dividiamo i giocatori in due gruppi, in base a chi ha giocato e chi no e su questo viene individualizzato il lavoro. Nella seconda seduta della settimana invece, andiamo a vedere il video della partita che abbiamo giocato quindi: la fase difensiva, la fase di attacco, quello che si poteva fare e quello che non si è fatto, quello che è andato bene, quindi andiamo a fare una valutazione globale del match. Dopo aver fatto vedere i video ai ragazzi, facciamo l’allenamento e si torna in palestra con la fase di recupero. Poi a fine settimana mostriamo ai ragazzi i video della squadra che dobbiamo affrontare per affrontarli così nel migliore dei modi.

Quali sono le metodologie d’allenamento da voi usate?
Con il mister svolgiamo sia lavori con la palla che lavori a secco, non siamo degli integralisti o tutto palla o si fa solo lavoro a secco, noi andiamo sempre a mescolare tutte e due le metodologie perché abbiamo visto che ci hanno sempre pagato sia come prestazione che come tenuta fisica.

E’ importante monitorare i ragazzi col gps?
E’ importante perché è un dato in più che ci permette di valutare i ragazzi, e ci permette di capire la condizione atletica del giocatore. In base a questi risultati noi andiamo ad intervenire in maniera specifica su ognuno di essi. Noi ci avvaliamo molto del gps.

A miglior partita corrisponde miglior prestazione?
Non è detto che la miglior prestazione porti ad un risultato positivo, perché c’è sempre la variabile. Però la miglior prestazione fisica può portare a miglior risultato.

Si vocifera che la fase più importante per mettere in atto le strategie del campionato e lavorare sugli atleti sia la preparazione estiva. E’ d’accordo?
Sicuramente in una prima fase sì perché da una base per iniziare nel miglior dei modi. Però il lavoro va continuato durante tutto il campionato e bisogna essere bravi a migliorare in modo specifico le loro caratteristiche quindi, bisogna andare a migliorare sia il loro punto debole che le loro capacità migliori. La preparazione atletica estiva per me è molto importante per conoscere il gruppo e per conoscere il singolo atleta che ha un suo storico, così si possono svolgere dei lavori specifici e dei lavori insieme a tutta la squadra.

Come si relaziona con gli atleti?
Ho sempre avuto buoni rapporti con tutti i giocatori, quindi un rapporto vicino ai giocatori ma nel rispetto dei ruoli, una persona disponibile ma che si fa rispettare.

Qual è la prima cosa che dice ai ragazzi quando iniziano a lavorare con lei?
Spiego il tipo di seduta che andiamo a svolgere e quali saranno gli esercizi, ovvero metto sempre a conoscenza i giocatori di tutto quello andranno a fare prima di iniziare.

Qual è il modulo di gioco che predilige mister Inzaghi?
Non ha un modulo specifico che predilige, infatti in base alle caratteristiche dei giocatori va ad adattare il suo modulo e su questo penso che Simone sia uno dei più forti, perché ha una buona capacità di cambiare in base ai giocatori che ha a disposizione.

Cosa ne pensa della VAR?
Le innovazioni sono fondamentali, la capacità è quella di interpretare le innovazioni e saperle utilizzare. Io sono d’accordo con la VAR, però tante volte l’interpretazione è da rivedere e bisogna essere più attenti nel valutare i vari episodi che avvengono durante la partita. Bisogna lavorare meglio su questo punto per evitare delle interpretazioni sbagliate.

Cosa può dire sulla società?
Questa società ormai è la mia casa e mi trovo bene, conosco ogni angolo di Formello. La Lazio è una società che tira fuori la passione.

Lavorativamente parlando cosa può dire su mister Simone Inzaghi?
Che è una persona che osserva tutto, è un grande osservatore, è una persona vera e schietta. E una delle sue capacità più grandi è la capacità di coinvolgere tutti, riesce a tirare fuori il meglio da parte di tutti.

E su mister Massimiliano Farris?
Posso dire che tira fuori le caratteristiche che il mister predilige, quindi professionalità, sacrificio, passione, e lui ricopre tutti questi modi di fare. E’ una persona molto vera.

Qual è il sacrificio più grande del suo lavoro?
Sicuramente il trascurare l’affetto dei propri cari.

Cos’è per lei il calcio?
Lo sport più bello.

Chi è Fabio quando non veste il ruolo di responsabile dei preparatori atletici?
Una persona che ha i suoi hobby, gioco a tennis a calcio, mi occupo molto di giardinaggio e in particolare mi interesso alle piante officinali.

Che consiglio può dare ai giovani che vorrebbero intraprendere la sua professione?
Quello che dico ai giovani è di guardare i vari tipi di preparatori atletici e le metodologie di lavoro da loro utilizzate. Io sono andato a vedere tanti preparatori di diverse società sia delle squadre italiane che straniere, per poi fare un mio metodo, quello che io reputavo più adatto a me e adatto a quello che potevo trasferire alla squadra, quindi consiglio di fare la stessa cosa ai giovani, e ovviamente continuare ad aggiornarsi e avere tanta passione per quello si fa.

Sledet.com ringrazia per l’intervista Fabio Ripert, e ad maiora!


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2 commenti su “Intervista a Fabio Ripert: responsabile dei preparatori atletici della Lazio

  • italo

    Sono stato il primo a conoscere Fabio quando entro’ alla Lazio.Abbiamo passato stagioni bellissime con gli esordienti e con i piccoli amici. Ho seguitato a seguirlo negli allievi e devo dire che e’ un elemento scrupoloso, professionale e molto socievole con qualsiasi persona ed in ogni situazione. Fabio ha sempre lavorato con grande impegno e questa intervista ne e’ la migliore dimostrazione. Auguro ogni successo a Fabio ed un abbraccio.

  • Stefania

    Oltre ad essere un bravo preparatore è una splendida persona ….quando si rivolge a noi tifosi é sempre disponibile e socievole..

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